Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Pieve di Teco quante sorprese natalizie!
Due regolamenti tra divieti e autorizzazioni
Minoranza indignata, basta follie e gabelle
E chiude la storica macelleria Trincheri


Non c’è due senza il tre. Non bastava promuovere la nomea di Pieve di Teco assumendo un segretario comunale, Roberta Ramoino, in coabitazione con la blasonata Portofino (152 km di autostrada, statali e provinciali in 2 ore e 24 minuti di viaggio, con spese auto pagate a tariffario). Non bastava il coprifuoco notturno,  sotto i portici della primavera – estate scorsa, con un servizio del TG3 Liguria, echi di stampa regionale e nazionale.

Forse sulle ali dei sondaggi che lo danno vincente e con crescente popolarità in Valle Arroscia, questa volta il geom. Alessandro Alessandri ha superato se stesso, le più rose valutazioni di sindaco coraggioso e controcorrente. (Leggi delibera ed i due regolamenti integrali di polizia urbana).

Ultima ora da Pieve di Teco: un ‘foresto’ informa trucioli.it di aver appreso della prossima chiusura della storica e apprezzata macelleria di Domenico Trincheri (personaggio e professionista del vecchio mestiere) che si trova sotto i portici verso monte. Da non confondere con il negozio macelleria di Emanuela Trincheri.  E ancora, entro fino anno si parla di altre tre cessazioni di attività commerciali.

Nella storia dei macellai pievesi c’era il capostipite Lorenzo, detto Lurre, padre di Domenico, e che ha realizzato una discreta fortuna per il figlio quando ha preso le redini dell’avviato negozio. Un tempo ognuno macellava in proprio o quasi e comunque i mattatoi erano nella zona dell’imperiese e del savonese. Ora bisogna trasferirsi in Piemonte.  Domenico, dopo una vita di lavoro e sacrifici, getta la spugna per limiti di età, i figli hanno preso altre strade.

I NUOVI REGOLAMENTI CHE FANNO DISCUTERE

Il sindaco ha deciso di sfoderare, si fa per dire, tutta la sua grinta con un duplice regolamento di almeno un centinaio tra divieti e obbligo di autorizzazione da parte degli uffici comunali preposti. Una sorta di gara a ‘paese normato’ e ‘sotto tutela’. Dura la reazione della minoranza consiliare che aveva chiesto almeno di soprassedere, approfondire.

Un piccolo esempio ? L’art. 55 del regolamento (vedi immagine), secondo la tenacia dell’ex sindaco Renzo Brunengo, “disincentiva qualsiasi lodevole iniziativa. Chi va a chiedere l’autorizzazione per porre un vaso di fiori se poi, da altro regolamento del suolo pubblico, viene anche fatto pagare con un minimo di un metro quadrato ? Assurdo. Questa amministrazione quando fa qualcosa lo fa a danno del paese. Come ridicola è la norma sulle guide turistiche (quelle che ad esempio arrivano con i pulman di turisti), a dire il vero sempre meno. Ci vuole l’autorizzazione per sostare in prossimità di musei o edifici “monumentali”.

Renzo Brunengo già sindaco e capogruppo dell’opposizione consiliare

IL COMUNICATO STAMPA DELL’OPPOSIZIONE CONSILIARE – Regolamenti di Polizia Urbana e Polizia Locale dannosi e improponibili. Succede a Pieve di Teco. Il Consiglio comunale ha approvato i regolamenti di Polizia Urbana e Polizia Locale. Senza alcuna polemica avevamo chiesto  di sospenderne l’approvazione perché sbagliati e improponibili. Purtroppo non ci hanno ascoltato, salvo istituire, dopo,  una commissione per eventuali modifiche! Tutto al contrario.  Ci batteremo per la revoca di tutte le assurdità approvate dalla maggioranza.

L’elenco delle imposizioni  non risparmia nessuno. Alcuni esempi: 1 ) Qualunque guasto o rottura del pavimento sotto i  portici dovrà essere riparato dai proprietari degli immobili. 2) Così anche per l’illuminazione. 3) Le guide turistiche dovranno chiedere una autorizzazione “sulla quale verranno indicati quali siano i musei, i monumenti ed i luoghi che le guide sono autorizzate ad illustrare”.  4) Gli esercizi pubblici  dovranno  assicurare che suoni e rumori non siano udibili dall’esterno. 5) Per posizionare vasi di fiori ci vorrà l’autorizzazione. 6) Per la legna c’è il divieto di accatastarla a meno di 10 metri dagli edifici. 7) Poi ci sono prescrizioni anche sulle proprietà private e riferimenti  insensati ai Comuni di Cervo,  Diano Castello  e Villa Faraldi. Poveri noi!  Basta gabelle, basta burocrazia!

Pieve ha urgente bisogno di essere amministrata bene, e di farla rivivere.  Bisogna agevolare la vita dei cittadini e degli ospiti, non complicarla. Ci vuole concretezza, e azioni efficaci.  Abbiamo la fortuna di vivere in un centro storico riconosciuto di interesse regionale  e non si fa nulla per valorizzarlo e promuoverlo. Sarebbe una ricchezza per tutti con la rivalutazione del patrimonio edilizio e con nuove opportunità di lavoro. Assistiamo invece, giorno dopo giorno,  solo a   pensate scriteriate e, causa noncuranza, alla perdita di molti finanziamenti. Un vuoto che dura da anni,  che paga il paese.

Pieve Bene Comune: Renzo Brunengo, Franco Roggero, Camilla Molinari

COMMENTO DI TRUCIOLI.IT –

Il sindaco Alessandri in Tv

Il sindaco Alessandri è tra i fortunati baciati dalla popolare Imperia TV e dal suo capo redattore Andrea Pomati, collaboratore a notizia de La Stampa e Il Secolo XIX. Questa volta è in ballo un bel malloppo (capitoli, paragrafi, articoli, divieti, sanzioni, obblighi) da leggere con attenzione e mettere in pratica, rispettare, pena multe adeguate.

Due regolamenti comunali nuovi di zecca che contengono molte cose utili e buone come il divieto di sdraiarsi per terra nelle strade, piazze, marciapiedi, sui sagrati e presso i monumenti.  Oppure lanciare mortaretti. Fare schiamazzi, musica rompi timpani. Procedere ad innaffiature  vasi di fiori posti sulle finestre, davanzali, terrazzi causando stillicidio d’acqua sugli spazi pubblici. Molte norme di civile convivenze che dovrebbero già far parte del  comune buon senso, dell’educazione civica (materia che un tempo si insegnava a scuola e che il neo ministro grillino si è impegnato a ripristinare, adeguandola ai tempi), ma l’Italia è il Paese delle mille e mille leggi, dei lacci e laccioli burocratici, dei tempi biblici di attesa per bontà dei burocrati che applicano norme e leggi varate dai politici (Senato e Camera dei deputati, Consiglio dei Ministri, Presidenza della Repubblica, Consiglio e giunta della Regioni). Da  anni promettono di snellire, abolire, dare alle fiamme, farne  un grande falò annunciava a ripetizione quel giocondo di parlamentare leghista della prima ora, Roberto Calderoli. Un cialtrone politicante campione di sparate e che non ama le mezze misure. Uno che piace al popolino.

Sta di fatto che a Pieve di Teco con il sì della maggioranza consiliare, uscita per la terza volta vittoriosa alle consultazioni elettorali con un buon margine di gradimento, il primo cittadino ha portato all’approvazione un duplice regolamento: Polizia Urbana e Polizia Locale. E non si dica che vuole la primogenitura, almeno nell’imperiese, perchè molti capitoli (si vieta…si autorizza…si prescrive) sono presi a ‘prestito’ dai Comuni di Cervo (città sul mare), Diano Castello  e Villa Faraldi. In ossequio al decoro e all’ordine per rendere Pieve di Teco sempre più  ‘paese’modello’. Nessun interesse personale, può ben dire il brillante sindaco, anzi un rigore che può arrecare ‘nemici’ e dissenso politico amministrativo, ma il cui fine  sono strade e piazze ordinate, pulite, dove ognuno è tenuto a rispettare il ‘salotto e bomboniera’. Regolamenti, sia detto, che prima o poi bisognava adottare. L’interrogativo è: non era il caso di concertarli almeno con l’opposizione e ascoltare i cittadini più interessati (esercenti, commercianti, artigiani) con un’assemblea pubblica ? Ora la minoranza sostiene che il sindaco ha concesso, bontà sua, una futura commissione consiliare per eventuali modifiche.

Alcuni uccellini, ancora non molto tempo fa, continuavano ad indicare Alessandri tra i papabili candidati alle regionali della primavera prossima. Un apprezzamento che il centro destra del presidente Toti e Marco Scajola vuole riservare ad una personalità preparata, competente e giovane, capace di avere un seguito significativo nell’entroterra imperiese e non solo. Pare però che qualche dubbio l’abbiano sollevato, da qui la riserva e un prossimo aggiornamento, la Lega di Salvini premier e Fratelli d’Italia che vorrebbero puntare su altro nome di ‘prestigio’. Tra l’altro, confidano nello stesso entourage, Alessandri non sarebbe entusiasta temendo di ‘bruciarsi’. Non certo da presidente dell’Unione dei Comuni della Valle Arroscia (chi conosce i risultati alzi la mano) o dall’appoggio di alcuni importanti imprenditori e di almeno un paio di ‘fratelli massoni’, tra cui un sindaco molto attivo pure nella visibilità mediatica.

Intanto la nuova sfida di Alessandri leader, il duplice regolamento. Seguito da un’inutile levata di scudi della minoranza che non si da ragione della sua terza sconfitta consecutiva. Troppo semplice attribuirla alle clientele piuttosto che all’humus sociale radicato; a Pieve di Teco resiste uno zoccolo duro pronto a scommettere che meglio di Alessandro, al momento, non c’è nessuno. Anzi, si finirebbe di male in peggio. Eppure in paese c’è una realtà giovanile attiva, impegnata nel sociale e nel volontariato, ci sono laureati, diplomati, giovani nel commercio e nell’artigianato, nel settore olivicolo e vitivinicolo, una buona rappresentanza di quote rosa. Forse sarebbe utile e saggio un maggiore coinvolgimento, dare loro più spazio e considerazione. Insistere tra i cittadini che l’alternanza al potere è il sale di una saggia democrazia. Come accade, ad esempio, negli Stati Uniti. Purtroppo neppure Alessandri ha ‘cresciuto’ un suo successore come accadeva spesso ai tempi della Dc e del Pci al potere.

Del resto è quella stessa Pieve di Teco che in oltraggio al buon senso ed acume storico – intellettuale ha finora ‘negato’ di intitolare un luogo pubblico a papà e fratelli Lengueglia, famiglia precursore del servizio di autolinee, ai primi del ‘900, dai paesi dell’entroterra alla Riviera, Albenga. E’ il paese che non valorizza e non apprezza, come meriterebbe, l’attività del più antico e datato albergo della Liguria e d’Italia, che potrebbe pure esporre un tesoro ‘sconosciuto’ ai più di automezzi d’epoca, moto, sidecar, auto, moto carrozzina di antico gelataio,  oggi rinchiusi in vari magazzini. E’ il Comune, con i suoi rappresentanti, che deve farsi parte diligente, stimolare, andare incontro, proporre, impegnarsi concretamente. Ne beneficerebbe la comunità, con il turismo pendolare.

Pieve di Teco che può andare fiera del successo del mercato dell’antiquariato l’ultimo sabato del mese, con i visitatori, italiani e stranieri, costretti, soprattutto in occasione di festività e stagione estiva, a lasciare auto in divieto, di intralcio, oppure mettersi alla ricerca di un posteggio senza sapere dove e se  libero. Un pessimo biglietto da visita che avrebbe meritato la priorità (c’è un’area pubblica oltre il torrente Arroscia). Prevale però l’assuefazione e la rassegnazione dei più. I ‘foresti’ vengono lo stesso, ascolta chi fa osservazione alla difficoltà di parcheggiare. E, si aggiunga, nulla cambia anche nell’urna. Lo specchio abbastanza fedele in cui si dibatte il Bel Paese, terza locomotiva economica d’Europa, tra i fanalini di coda in molte sue realtà, in compagnia di Grecia e Turchia.

Luciano Corrado

 

 


L.Corrado

L.Corrado

Torna in alto