Nei giorni scorsi gli operai forestali della Regione Piemonte, d’intesa con il Parco del Monviso e il Parco del Queyras, hanno provveduto alla chiusura dell’accesso al Buco di Viso per il periodo invernale. O Buco delle Traversette: una galleria scavata nella roccia lunga circa 75 metri che collega l’Italia con la Francia mettendo in comunicazione i territori comunali di Crissolo e Ristolas.
La chiusura stagionale viene effettuata a scopo protettivo, per evitare che la neve si accumuli nel tunnel ostruendo il passaggio e recando danni alla struttura ripristinata nel 2014 in funzione di una migliore fruibilità. Il Buco di Viso, primo traforo alpino scavato a fine Quattrocento per permettere un passaggio più agevole alle carovane commerciali evitando i pericoli del Colle delle Traversette, è oggi un tratto cruciale del Giro del Monviso, nel cuore della Riserva della Biosfera Transfrontaliera del Monviso e i passaggi registrati dei turisti e degli escursionisti ogni anno sono numerosissimi.
“Il Buco di Viso è una risorsa importante per il nostro territorio: – ricorda il Presidente del Parco del Monviso, Gianfranco Marengo – per questa ragione abbiamo investito in passato per la sua messa in sicurezza e continuiamo a lavorare, di concerto con altri partner che ringrazio per la collaborazione, affinché esso sia mantenuto in perfetta efficienza.”
Proprio tra pochi giorni cade infatti l’anniversario dei lavori di ripristino e messa in sicurezza svolti nel 2014 e inaugurati il 15 ottobre, curati dal Parco del Monviso e dalla Regione Piemonte che ha finanziato interamente l’opera. L’intervento ha incrementato notevolmente il passaggio dei turisti e degli escursionisti nel cuore della Riserva della Biosfera Transfrontaliera del Monviso. …. Oggi il Buco di Viso è meta di studiosi e di escursionisti che salgono lassù per ammirare l’opera di alta ingegneria che da oltre cinque secoli collega la Valle Po con la francese Valle del Guil. Una vera anticipazione dell’attuale cooperazione europea.
La riapertura per la prossima stagione escursionistica avverrà presumibilmente tra i mesi di giugno e luglio, in base alle condizioni meteo.
…. Il Buco di Viso o Buco delle Traversette ( Pertuis du Viso in lingua francese, Përtus dël Viso in lingua piemontese) è un tunnel di circa 75 metri, non carrabile che collega l’Italia con la Francia mettendo in comunicazione i territori comunali di Crissolo e Ristolas. È stato il primo traforo alpino della storia e rappresenta una delle più antiche opere di ingegneria civile realizzate in alta montagna. Si trova alle pendici del monte Granero in alta Valle Po (provincia di Cuneo), appena più in basso del colle delle Traversette a quota 2.882 m s.l.m. e sotto la cresta che separa la valle Po da quella francese del Guil. ….Alla fine del Quattrocento, sotto la guida di Ludovico II, il Marchesato di Saluzzo si apprestava a toccare l’apice del suo splendore. Il piccolo regno esercitava da secoli un ruolo tutt’altro che secondario sul territorio cisalpino occidentale, e così pure sulla scena internazionale.
La politica saluzzese aveva alternativamente seguito le linee dei Savoia e dei francesi e la strategica posizione territoriale rendeva il Marchesato particolarmente ambito dai due governi. Preso il potere nel 1475, Ludovico II inviò una richiesta ufficiale al Parlamento di Grenoble per realizzare una galleria che rendesse più agevole il passaggio tra le sue terre e il Delfinato. Poichè la risposta si faceva attendere, nel 1477 il marchese decise di scrivere al re di Francia Luigi XI e a Jean d’Aillon, governatore del Delfinato.
All’epoca non era impresa da poco forare le dure rocce della catena del Monviso, ma i vantaggi per entrambe le parti sarebbero stati notevoli. Il commercio del sale in arrivo dalla Provenza era fiorente, e sotto la galleria sarebbero potute passare anche le colonne di muli con le merci più disparate. C’è da supporre che furono i disegni espansionistici a convincere il re di Francia e il parlamento transalpino: con la nuova galleria, infatti, il percorso sarebbe stato più sicuro anche per l’eventuale passaggio degli eserciti. Il punto in cui realizzare l’opera, un po’ a nord del Monviso, fu individuato sotto il Colle delle Traversette. La galleria avrebbe accorciato il viaggio di poche centinaia di metri, ma avrebbe consentito di evitare le ultime rampe che, soprattutto sul versante italiano, esponevano il sentiero su paurosi strapiombi.
Nel 1478 il progetto fu approvato, e la realizzazione dell’opera affidata agli impresari Baldassare di Alpiasco, oggi Piasco, e Martino di Albano. L’intero costo, calcolato in dodicimila fiorini, era da dividere in eguale misura tra il Delfinato e il Marchesato di Saluzzo. Si concluse un accordo che prevedeva la sistemazione delle strade di avvicinamento sul versante francese a cura del governo transalpino. Per evitare speculazioni, si stilarono precise regole che i mercanti dovevano rispettare. A quanto si dice, per scavare la galleria furono impiegati ferro, fuoco, aceto e acqua bollente, ma in soli due anni dall’approvazione del progetto i due versanti delle Alpi erano, per la prima volta nella storia, collegati da un tunnel. I commerci tra i due versanti s’intensificarono portando benefici alle popolazioni locali. Ma dopo le merci vennero gli eserciti, e il buco acquisì importanza strategica. Nel corso dei secoli il Buco di Viso fu spesso soggetto a periodi di chiusura forzata dovuti alle frane, specialmente sul versante francese. Nel 1803 fu ripulito dai materiali che ne ostruivano il passaggio, ma nel 1820 era di nuovo bloccato. Da allora, le sovvenzioni di enti e l’intervento di personalità e di volontari resero possibili periodiche riaperture…
Luciano Bona