Il Premio biennale alla Lungimiranza assegnato a tre medici di famiglia che hanno svolto la loro professione -missione a Borghetto S. Spirito e nel comprensorio: Aldo Gianatti che è stato sindaco di Ceriale e assessore a Borghetto, Amedeo Massa e Angelo Laurino. L’iniziativa di Assoutenti con la collaborazione dell’amministrazione comunale. Quanti ricordi per generazioni di borghettini, quanti pargoli hanno ‘visto’ nascere. Quanti episodi di umanità li ha visti protagonisti per quel c’era una volta il medico condotto.
IL PREMIO LUNGIMIRANZA 2019 A TRE MEDICI DI FAMIGLIA IN PENSIONE – Due anni fa il Premio Lungimiranza era andato alle aziende commerciali ed artigianali che avevano raggiunto i 50 anni di attività sul territorio borghettino. Oggi i destinatari sono personalità che per oltre 30 anni si sono presi cura di tanti cittadini, famiglie, di piccoli, adulti, anziani. Con uno spirito di servizio ed di abnegazione che non è facile trovare ai nostri giorni. Non perchè la benemerita ed apprezzata categoria di sia incattivita, sia peggiorata e meno sensibili ai bisogni dei cittadini pazienti, ma perchè il sistema sanitario nazionale ha finito per trasformarli anche in burocrati, passacarte. I meno giovani possono ricordare che si ricorreva agli specialisti solo in casi diciamo seri e gravi. Oggi si ricorre allo specialista ad ogni piccola necessità, una moda dei tempi moderni si direbbe, forse anche a causa dell’innovazione tecnologica, della attrezzature diagnostiche.
Al di là della perfetta conoscenza del corpo umano, si potrebbe dire, era la grande disponibilità che i medici di famiglia all’antica erano soliti praticare con i ricchi e con i poveri, anni in cui erano di fatto in servizio 24 ore su 24. Se necessario accorrevano al capezzale del malato anche nel cuore della notte. Li svegliavi al telefono fisso, i telefonini arriveranno molto dopo, almeno per l’esperienza vissute da tre medici che operavano a Borghetto. E come non ricordare, di quegli anni, Eligio Roveraro, forse il personaggio borghettino più popolare tra i residenti ma anche i foresti delle seconde case. “Puntura d’oro” era soprannominato, preso com’era nell’attività di infermiere (è stato anche presidente della Croce Bianca e consigliere comunale DC) a correre da un malato all’altro, tra una terapia e l’altra.
Gianatti, Laurino e Massa hanno fatto esperienza quando il medico di famiglia oltre ad essere un ‘confessore’ di cui poterci fidare, era la persona più importante con il parroco, il direttore della Posta e il maresciallo dei carabinieri, Borghetto fino ai primi anni ’80 dipendeva dalla caserma di Loano, con il maresciallo Giuseppe Pantè e poi Remo Chiola che fu il primo comandante della nuova caserma cittadina.
Tre medici campioni di civiltà ed umanità ai quali la grande famiglia rappresentata dall’Amministrazione comunale e dal presidente Assoutenti, Gianluigi Taboga, oltre al significato del Premio Lungimiranza, vuole dimostrare una sincera riconoscenza, unito ad un forte abbraccio di ideali e di valori. Loro testimoni di generazioni e che hanno visto nascere centinaia di bambini, ma anche salvato tante vite e spesso accorrevano anche quando non era richiesti. Ecco sarebbe utile far tesoro di quell’esempio di vita e di altruismo che in molti casi non ha pari nella società. Medico di famiglia capace di curare il corpo e l’anima con il conforto, la vicinanza nei momenti difficili che un ammalato e la sua famiglia di riflesso si trovavano a vivere. E l’arrivo in casa ‘du megu’ dava forza, serenità, speranza.