La notizia clamorosa e propedeutica al turismo religioso che anche in Liguria è in buona salute rispetto alle ‘vacanze pagane’, l’ha pubblicata La Stampa e Il Secolo XIX, lunedì 22 luglio, cronaca di Imperia, con la firma di Maurizio Vezzaro. Si tratta di un tesoro artistico e religioso (reliquie sacre) che giaceva nascosto, da secoli (?), in un locale dell’oratorio della chiesa della Madonna della Ripa (di fronte al panificio Ferrari giunto alla quinta generazione). Tra gli oggetti venuti alla luce, drappi di seta, ostensori, calici in argento, e persino, con tanto di certificazione papale, una spina della corona di Cristo in croce. Ma anche una Madonna lignea del ‘400, un’opera d’arte antica autenticata da esperti. Già si parla delle ricadute positive e potenzialità. Sarà la volta buona per fare della ‘capitale’ della Valle Arroscia una meta fruibile dai visitatori ?
Il tre volte sindaco Alessandri è già all’opera, con il parroco don Sandro Decanis, per trovare una sede idonea ad una ‘mostra permanente’ e di sicuro valore artistico e storico. Si parla della vecchia sacrestia. La speranza è che sia la volta buona anche per risolvere l’annoso e sempre più critico problema di dotare il paese di una zona parcheggio adeguata alle esigenze dei turisti. Una carenza che penalizza gli operatori commerciali e non offre un servizio primario, non è una bella immagine quella di centinaia di auto parcheggiate in ogni dove e spesso fonte di problematiche con gli stessi residenti. Da 20 anni si parla di un’area, già disponibile, sul versante ovest dell’Arroscia, vicino al centro storico. Da tre legislature il sindaco del fare non è ancora riuscito a dare una risposta concreta ad un fabbisogno che farebbe anche fare un salto di qualità al tessuto economico e turistico. Anche la minoranza consiliare, nel suo programma elettorale, ha riproposto un’esigenza di civiltà. Purtroppo c’è chi continua a pensare ad altro. Sarà la volta buona nel primo miracolo dopo il ritrovamento, già valorizzato dall’Opificio delle pietre dure di Firenze, della statuetta della Madonna della Ripa. Il prevosto, don Decanis, ciò che era nella sue possibilità e competenze l’ha svolto con impegno e diligenza, con risultati. All’amministrazione comunale il compito di più fatti e meno parole.