Ricevo trucioli.it e mi sento così spettatore di fatti e fatterelli del Ponente savonese e liguri. Molto spesso gli articoli riguardano manifestazioni di malcostume, che io sorvolo. Ci sono stati, tra l’altro, la piccola
ma eccezionale serie di articoli sulla geologia del Finalese, l’articolo sulla battaglia navale di capo Noli ed ora il ricordo di Don Sappa. È questo lo spunto per ricordare
Il caro Don Pelle, che fu Suo grande amico, ed il fervore di vita che entrambi tentavano di instillare nelle zucche ‘vuote e forse cattive’ dei parrocchiani di San Lorenzo. Mi sembra d’aver già scritto che Don Pelle, dal giorno in cui prese possesso della parrocchia marciando con scarponi chiodati militari (che avrebbero dovuto essere un biglietto di visita di tutto rispetto) non fu mai amato e stimato sinceramente
– come senza dubbio meritava – dai Suoi parrocchiani. Ancor oggi si ricordano, con sussiego critico le sue innocenti bizzarrie (viaggiare sulla rombante Moto Parilla con la tonaca al vento, andare a caccia, allevare cinghiali, riunire nella Sua canonica tutti i Parroci – e ce n’erano tanti! – della valle) piuttosto che manifestare ammirazione e stima apprezzando il Suo slancio di carità e religiosità.
Don Pelle dovrebbe anche essere ricordato a Stellanello per l’aiuto materiale che dispensò a molti con raccomandazioni ai suoi amici politici di gran nome (Taviani, in primis altri Democristiani di cui non ricordo il nome). La gente di San Lorenzo e di Stellanello nel complesso fu, era e resta di mentalità
ristretta, magari per profonda ignoranza, palese egoismo e di maligna inclinazione all’ invidia. Bah! Anch’io sono di Stellanello (che ho ribattezzato Stellamerdo), ma mi sento molto “diverso” – e non sono accettato. Mi chiamano “lo Svizzero” con disprezzo. Fantozzi commenterebbe: “Chissene….!
Silvio Laureri