Che strano apprendere che ormai il popolo italiano, in questo caso pietrese, se la prende in malo modo quando un rappresentante dello Stato, in questo caso il neo prefetto, da febbraio, Antonio Cananà, ha deciso che la ‘deroga’ non s’ha da fare. Niente intitolazione anzitempo per l’ex sindaco Accame (nella foto, ripreso nel suo studio – biblioteca). E già ! Siamo il Paese civile fanalino di coda quanto a legalità e rispetto delle norme nelle democrazie occidentali (ma anche con record di leggi, leggine, regolamenti, proroghe su proroghe, indulti, amnistie, condoni tributari ed edilizi; forse neppure nella sottosviluppata Africa si raggiunge la quota di abusi impuniti, reati prescritti, edifici abusivi), e ci indigniamo quando qualcuno chiede il rispetto delle regole.E’ verissimo quanto ha scritto la memoria storica, quanto a giornalismo vissuto, Silvia Andreetto sul Secolo XIX. In parole semplici: dicono di no, di aspettare i dieci anni dalla morte come prevede la legge, mentre si sono fatte deroghe a ripetizione. In provincia di Savona, forse nell’intera Liguria, a otto mesi meno un giorno, dalla morte, è stata intitolata la sala consiliare di Pietra Ligure, al compianto concittadino giornalista Augusto Rembado che si è spento durante una camminata sulla strada Loano – Boissano, a 58 anni, lasciando la moglie, pubblicista, e due valorosi figli. In quella occasione il sindaco di Tovo San Giacomo, Alessandro Oddo, aveva ricordato. ” Augusto era un professionista con la P maiuscola, aveva il dono raro di narrare le vicende, anche quelle più delicate, con estrema semplicità e chiarezza, offrendo ai lettori una visione positiva delle complesse dinamiche della nostra terra, la saggia decisione dell’amministrazione comunale del sindaco Valeriani è un ulteriore prestigioso riconoscimento alla grandezza del professionista e dell’uomo”.
Come non essere d’accordo al di là del concetto di “giornalista libero ed indipendente” che non fa sconti e spesso racconta verità scomode soprattutto verso il potere ed i potenti. E il primo cittadino Valeriani pronunciava, nell’occasione della cerimonia, una frase molto significativa: Una intitolazione che significa una cosa sola: Augusto per sempre nella storia di Pietra Ligure”. Che aggiungere se non l’auspicio della sua rettitudine e senza del dovere sia di esempio per tutti, a cominciare da chi l’esempio dovrebbe sempre darlo per primo.
Ecco per Rembado si era fatto un’eccezione che poi non lo era perchè prima di lui era toccato allo zio paterno, monsignor Luigi Rembado, per decenni parroco esemplare di San Nicolò e quando di parrocchia ce n’era solo una. E ancora, suor Bruna dell’Oca, la maestra Alessandra Chiaretta. Insomma di proroga in proroga all’italietta.
Nella cronaca del diniego del prefetto per l’intitolazione di giardini di Viale della Repubblica, la giornalista Andreetto raffigura un’amministrazione comunale che si ‘straccia le vesti’ per il rifiuto inatteso ed arrivato dal massimo rappresentante delle istituzioni democratiche della provincia. “A pochi giorni dalla morte – sostiene Valeriani – ci eravamo impegnati a ricordare Accame con l’intitolazione di un luogo; successivamente il consigliere di minoranza Seppone aveva presentato in consiglio la stessa richiesta che avevamo approvato, nonostante l’impegno già preso. Lo scorso 11 aprile si è approvata la delibera e visto i precedenti non avevamo dubbi sulla deroga. Ho già comunicato al figlio di Accame (doveroso aggiungere la vedova ndr) – che gestisce una farmacia a Sarzana ndr – che sabato 28 aprile la cerimonia sarà incentrata sul ricordo di suo padre, ma prima della fine del mandato (tra 2 anni ndr) ripresenterò la richiesta. Il consigliere Seppone, da parte sua – accusa l’amministrazione di aver organizzato la cerimonia di intitolazione prima di dell’autorizzazione della prefettura”.
Fini qui la giornalista. In anni più o meno lontani l’ormai vecchio cronista era testimone di altre ‘deroghe’ nei palazzi del governo e della questura. Bastava avere una conoscenza giusta, è lungo l’elenco. Ora spiace ce ne vada di mezzo un cittadino pietrese che per decenni ha dedicato energie e denaro suo ai valori ed ai tesori storici, ciò che conta nella cultura locale e tramandiamo agli avi; la sua dedizione al Centro Storico Pietrese, una sua creatura di cui è sempre stato presidente; il suo attivismo e lucidità di scrittore. E’ stato sindaco decisionista e protagonista di una vicenda giudiziaria non molto edificante, anche sotto il profilo umano. Non è il caso di rileggere le sentenze e le motivazioni. Forse anche questo aspetto può aver pesato nella decisione del prefetto, o forse non è per nulla così e ha prevalso unicamente il rispetto delle regole che dovrebbero sempre essere rispettate da tutti e verso tutti, gli ultimi come i primi, i potenti come i poveri.
Forse Pietra Ligure ha perso un’occasione per evitare un brutta figura e che avrebbe ‘imposto’ al prefetto di ‘derogare’. Non solo nei confronti di Pietra, di tutta la provincia. Se la deroga non è giusta, sia promuova magari un referendum popolare per abrogare la legge, visto che le leggi hanno iter pluriennali e quando si fanno spesso mancano le norme attuative. Basti pensare che in questa legislature sono 82 le leggi rimaste a bagnomaria. E poi una riflessione è doverosa al testimone dei tempi. Forse le giovani generazioni non ricordano, ma almeno due figure da meritare una targa non dovrebbero essere dimenticate.
Il papà farmacista dell’ing. Pino Josi che a Natale prendeva i conti in sospeso dell’anno di tanti pietresi meno abbienti e li stracciava. L’ex sindaco cav. Salvatore Caltavituro, ex operaio dei cantieri Messina, siciliano migrante a Pietra, albergatore fortunato e pensionato, un figlio, che per decenni, al di là della carica ricoperta, aiutava poveri e bisognosi. Non solo a Natale. Ricordiamo ai tempi della Settimana Ligure, poi al Secolo XIX, ebbene quando c’era un reale bisogno di aiuto che ci veniva segnalato, il primo a cui si bussava era proprio a ‘Totò‘, questo il soprannome. E lui non congedava mai nessuno a mani vuote. Anche gli ex vescovi di Albenga, ancora in vita, potrebbero a loro volta confermare il ricorso al ‘cavaliere’ per situazione di povertà ed emergenza. E non si dica: faceva carità suonando la tromba.
Luciano Corrado
E A PIETRA LIGURE VANNO IN SCENE CODE AL MUNICIPIO
E LA PROTESTA PER LE BOLLETTE IDRICHE
CAPEGGIATA DAL CONSIGLIERE MARIO CARRARA