Nei secoli passati – ma anche in anni a noi più vicini – molti cellaschi si recarono all’estero per motivi di lavoro, si segnalarono per la loro valentia e per le loro iniziative, nel settore professionale di loro competenza. Fra questi Stefano Boagno (1574 – 1640): egli esercitando la mercatura in Palermo seppe mettere a frutto l’onesto guadagno formando un non disprezzabile patrimonio che con finale testamento datato 29 gennaio 1640, con spirito di carità cristiana, destinò alla fondazione di un ospedale nella natia Celle.
Il Boagno aveva vissuto quasi l’intera esistenza in Palermo, eppure il paese natale era rimasto nella sua memoria e nel suo cuore. Consapevole poi della povertà piuttosto diffusa e dei bisogni dei poveri ammalati si propose di donare un ospizio ossia ospedale. Con verosimiglianza sarà rimasto impressionato dall’ospizio aperto presso il Santuario di Nostra Signora di Misericordia, dopo l’apparizione di Maria Vergine al contadino Antonio Botta, la cui moglie Mariola Boagno era parente di Stefano Boagno.
Tacendo le complesse vicende suscitate dagli eredi, l’ospedale si può ritenere materialmente realizzato negli anni 1677- 81, allorché si scelse una posizione areata, non lungi dal lido e dalla strada pubblica e si acquistano immobili ed orti per la rilevante somma di quasi tremila lire. Ci si può a malapena figurare l’entusiasmo dei cellaschi, l’orgoglio di avere un ospedale, da subito dedicato a Nostra Signora di Misericordia, e per di più collocato al centro del borgo. Per secoli la struttura svolse la propria funzione con dignità, arricchita di una fornita farmacia e superando anni difficili a causa delle epidemie, di alcune guerre e degli inevitabili problemi di vario genere che l’esistenza ci riserba.
Con l’Ottocento la struttura si avvicinò al concetto odierno di ospedale, ossia con spiccati caratteri medico- clinici. Il servizio aumentò di qualità grazie all’arrivo delle suore Gianelline chiamate l’anno 1844 per i buoni uffici del nostro compaesano Mgr Lorenzo Biale, vescovo di Ventimiglia, poi sostituite dalle Figlie di Maria Immacolata. Le Gianelline da ultimo erano vessate dai fascisti, le Immacolatine dai comunisti.
Col Novecento tuttavia l’ospedale subì svariati tentativi per sloggiarlo dalla sua sede, giacché molti ne concupivano l’immobile in centrale posizione. Nei primi decenni del secolo si intendeva trasferirlo in località San Sebastiano, poi ai Piani all’incirca dov’è oggi il mini-golf, poi in località Monte Oliveto sempre ai Piani, ed anche quando si ventilava il nuovo tracciato della Via Nazionale che spazzò via gli orti superstiti del paese. Seguirono ulteriori pressioni per trasferirlo in località Lanza e in via Sanda, nell’ex Villa Bottaro. Ma sempre prevalse il buon senso – già presente nei compaesani seicenteschi – di avere i ricoverati nel cuore del paese, così da sentirsi vivi nel contatto con gli abitanti. Qualità ancora più preziosa, allorché l’ospedale si trasformò in residenza protetta per anziani, l’anno 1972.
Negli ultimi decenni del secolo passato si accentuarono i problemi provocati dalle amministrazioni comunali vogliose di porre le grinfie sui beni sbocciati dalla carità cristiana. Precisò un testimone, ottimo conoscitore degli eventi accaduti, mancato poche settimane or sono: “L’opinione errata che andava allora per la maggiore, cioè che i vecchi andassero relegati in località isolate e tranquille, era stata sconfitta: gli studiosi dei problemi della terza età concordavano che l’anziano dovesse restare nel contesto urbano e continuare a farne parte favorendo al massimo i suoi contatti con la società attiva onde evitare ogni sensazione di solitudine e di abbandono, così percepite e paventate nella vecchiaia. Bene avevano fatto quegli amministratori dell’Opera Pia che respinsero le numerose proposte di trasferimento dell’ospedale, infatti fu proprio la sua presenza nell’antico borgo a permettergli di sopravvivere e ora, con l’aiuto della gente, a divenire una moderna casa di riposo” . Il Rag. Vincenzo Testa (1920-2018), per decenni segretario dell’Ente.
L’arroganza di talune amministrazioni municipali del resto – per chi non indossi paraocchi, va da sé – risulta troppo evidente. Rammento soltanto due episodi. Uno testimoniato dalla dottoressa Bruna Vandelli (1908-96) e rimasto indelebile nella sua memoria: quando Suor Piera girava per gli alberghi di Celle per chiedere cibo a pro dei ricoverati, dal momento del Municipio aveva speso il denaro dell’Ente per pagare una guardia od altri dipendenti. E l’altro quando sciogliendosi le così dette ECA (dov’era stato inserito l’Hospitale) ed istituendosi le così dette IPAB si cercò ogni via anche scorretta e con vari presunti sotterfugi per espropriare l’ospedale a favore del Comune.
Ogni cittadino onesto ed amante il proprio paese, sia esso nativo, ovvero acquisito o forestiero, apprezza e favorisce la gloriosa istituzione dell’Hospitale Nostra Signora di Misericordia fondata da un cellasco seicentesco e giunto fino ad oggi grazie all’apporto e all’impegno profusi da anime buone ed altruiste, capaci di vincere ogni ostacolo e di respingere i reiterati attacchi per soffocarne la notevolissima azione assistenziale. La nostra struttura opera nel cuore del paese da oltre trecento anni e nel medesimo sito.
Gian Luigi Bruzzone*
E’ autore di numerosissime pubblicazioni (soprattutto monografie) di carattere storico, religioso, artistico e non solo. Basti pensare: Il collegio dei Ragionieri di Savona, cinquant’anni di vita: 1945 -1995. Oppure: L’Oratorio dell’Arciconfraternita N.S. della Miserciordia a Monaco (Monte Carlo). La ‘Luna di Miele’ di Emilio Praga a Noli. Il Maestro Attilio Acquarone. Le lettere inedite di Aurelio Saffi a Baccio Emanuele Maineri. Un celebre manuale di arte vetraria. L’organo della chiesa di San Michele di Celle: inaugurazione del restauro, 18- 25 aprile 1982. Baccio Emanuele Maineri: patriota e poligrafo. La storia di San Michele in Celle Ligure: storia ed arte. Personaggi di Celle. Pescatori varazzini del ‘700.
NOTA DI REDAZIONE – Senza accostamenti al tema affrontato da Gian Luigi Bruzzone, a completezza di informazione, il Consiglio di Amministrazione dell’A.S.P. Casa N.S. di Misericordia, dal 18 febbraio 2016, in carica per 5 anni e fino al 17 febbraio 2021, è composto da avv. Valentina Barbieri (in precedenza vice presidente, con l’ex presidente uscente dr. Giandomenico Olivieri); ing. Bernardo Arecco, vice presidente. Consiglieri: dr.ssa Stefania Acquaro (rinominata); dr. Nicola Arecco; dr.ssa Silvana Ramorino. E ancora, nelle recenti elezioni per la designazione dei rappresentanti RSU, un seggio è andato alla Cgil (7 voti) e uno all’Ugl (3) su 2 (1 non ha votato) maschi e 9 femmine.