Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Ormea, se ora gli utenti mormorano… di Calore Verde Srl e di teleriscaldamento.
E l’ultimo saluto a Ezio il pastore alpino


Ormai da tempo, oltre che sulla passata amministrazione comunale, il Sindaco sta scaricando il suo disprezzo vendicativo sulla minoranza consigliare considerata critica e oppositiva, anche se ben sa che chi siede in minoranza ha il compito di vigilare sull’operato di chi amministra, di dare suggerimenti e anche aiuti, se necessario, nell’interesse della collettività. Asserragliato nella sua autocelebrazione e vanità gestisce l’Amministrazione non solo diffondendo false indicazioni, ma anche e soprattutto tacendone diverse.

Ormea dove il turismo ha ripreso a tirare e sono alle spalle i tempi in cui i media locali e nazionali dedicavano spazio all’originale iniziativa di Tecnocasa, in collaborazione con il Comune e oggi il paese può permettersi di pagare il teleriscaldamento, in bolletta per famiglie ed attività, tra i più cari d’Italia. Il salotto di via Roma, specchio dell’economia, accoglie i visitatori tra esercizi che si fanno onore e saracinesche abbassate, insomma per chi vuole prendere in affitto l’occasione non manca mai, al resto ci pensa il sindaco che deve ancora aderire alla ‘Giornata della Trasparenza’ da ‘tifoso’ di trucioli.it

Ultimamente il Teleriscaldamento ha fatto parlare molto a Ormea: il continuo aumento della tariffa agli utenti, associato in qualche caso al non perfetto funzionamento dell’impianto, hanno scontentato molti cittadini. Non solo, il documento presentato a cura del COMUNE e della Società Calore verde, nella tavola rotonda autocelebrativa del 3 febbraio scorso, apre anche molti dubbi sul futuro dell’attività, evidenzia l’inefficacia delle proposte progettuali e promette l’ulteriore aumento della tariffa media a 0,1395 €/kWh.

Uno dei profili centrali della riforma sulle Società pubbliche partecipate approvata con il d.lgs. n. 175/2016, è l’individuazione di quelle con ridotte dimensioni (con un numero di dipendenti inferiore a quello degli amministratori o, comunque, con esigui valori della produzione). Il fine è l’assunzione da parte degli enti, delle decisioni più appropriate in termini di razionalizzazione/dismissione delle relative partecipazioni societarie. Si apre l’interrogativo se il Comune di Ormea possa legittimamente continuare a detenere una partecipazione in Calore Verde ovvero se debba dismetterla.

A Ormea Calore Verde è una società partecipata dal Comune che non raggiunge il limite del fatturato minimo annuo del milione di euro che, superando la soglia di 500.000,00 €uri, si può avvalere di un periodo triennale (2017-18-19) per verificare la possibilità di sviluppare nuovi ricavi fino al raggiungimento del limite medio-minimo di 1 milione indicato dalla legge. Ricavi che, proprio secondo il documento congiunto del Comune e della sua controllata, non è previsto vengano raggiunti, attestandosi a 865.000 € al 2020! Quale saggio amministratore impegnerebbe importanti somme per investimenti in una società che magari si troverà costretto a “svendere” (tale è il rischio) ormai tra soli due anni?

Quanto al previsto investimento di 700.000€ per l’ampliamento della “dorsale centrale di distribuzione (Scuola forestale)” è da notare che già nel 2012 l’Amministrazione comunale se ne era occupata. La soc. EGEA, socio privato di Calore Verde srl aveva studiato l’iniziativa e predisposto uno studio di fattibilità tecnico-economico. Una ipotesi considerava la posa della condotta primaria lungo la strada statale per la lunghezza di m. 997 e la spesa di 394.00 €. Altra ipotesi prevedeva la posa della condotta lungo la via comunale Orti e dell’Isola Colombina per la lunghezza di m.1.149 e spesa di 450.000 €uri.

L’indagine economica aveva evidenziato che l’utenza Scuola Forestale, quella che avrebbe portato ad un alto utilizzo di calore, era ricompresa nel contratto per il “Servizio di gestione degli impianti termici, inclusa la fornitura di combustibile, e di condizionamento afferenti il patrimonio immobiliare dell’Amministrazione Provinciale di Cuneo” oggetto di gara nell’anno 2008 e valido fino al 15.06.2015. Il servizio, in base al contratto citato, era gestito da Cofely Italia S.p.A.; l’importo annuo di gestione previsto in sede di gara ammontava a circa 16.000 €/anno (400 MWh x 40 €/MWh, quando la tariffa finale applicata dal TLR di Ormea era già 121,60 €/MWh, oltre tre volte maggiore!). Vista la tariffa di vendita alla Provincia del calore prodotto anche esso da cippato, valutato lo sconto in sede di gara e il successivo aggiornamento prezzi, la gestione risultava in sostanziale pareggio alla cifra sopra esposta. Il gestore ragionevolmente poteva accettare di allacciarsi solo nel caso in cui non gli fossero peggiorate le condizioni economiche di approvvigionamento del calore, mentre la Provincia necessitava comunque della dimostrazione che con l’allacciamento al teleriscaldamento non avrebbe avuto, neanche in futuro, un incremento di costi (switching costs), nelle analisi era realistico pensare di mantenere l’importo citato, come possibile ricavo da TLR.

Per quanto riguarda le altre utenze potenzialmente interessate al servizio, i ricavi attesi potevano assestarsi a circa 6.500 €/anno (~53 MWh x 121,60 €/MWh). Su tali basi l’intervento risultò non autosostenibile: per procedere sarebbe risultato necessario l’ottenimento di un finanziamento a fondo perduto, un regalo, per non meno del 75% del valore dell’opera. Un sogno! Si era nel bel mezzo della grande crisi economica e non era plausibile nemmeno attivare i contributi previsti dalla Regione Piemonte, di cui al l’art.8 della L.R. 23/2002 che aveva “istituito, presso l’Istituto finanziario regionale – Finpiemonte, – un fondo rotativo per il credito agevolato, quale strumento finanziario di incentivazione finalizzato a sostenere interventi in materia energetica che rivestano particolare interesse pubblico, per contenuto innovativo, efficienza energetica e minore impatto ambientale in attuazione degli obiettivi del piano regionale energetico-ambientale“.

Era peraltro evidente che per mantenere l’equilibrio economico di Calore Verde srl, sarebbe stato necessario approvvigionarsi ed immettere calore a minore costo nella rete del TLR, come quello considerato di “scarto” o di “risulta” della cogenerazione che si stava pensando di realizzare nei locali della ex Cartiera.

Ora ci dicono che le cose sono cambiate, che è stato ripristinato il “soccorso rosso” e che la Regione può quindi trovare gli indicati 1.200.000 € di risorsa pubblica che il Comune considera evidentemente di avere già in tasca, nonostante la spesa per quell’investimento sia lievitata a ben 700.000€!

Al Sindaco, il quale dice che ognuno può constatare come i prezzi del teleriscaldamento di Ormea sono nella media, non si vuole togliere la soddisfazione di farsi un giro per l’Europa e verificare quale posto in graduatoria spetti al TLR di Calore Verde di Ormea, che a Gennaio applicava la tariffa finale e scontata di 137,30 €/MWh. Per la verità, dopo lo scoppio delle polemiche, nell’ultimo mese la tariffa è stata ridotta di qualche centesimo di euro al kWh; comunque non rispetta l’ammontare massimo della tariffa che dovrebbe risultare dall’art. 8 della Convenzione tra il Comune e la società Calore Verde srl, concessionaria del servizio.

Gianfranco Benzo


SE NE E’ ANDATO PER SEMPRE  EZIO CASTAGNINO,

EX OPERAIO DELLA CARTIERA, PASTORE A COLLE DEI TERMINI

Sono figure, personaggi a loro modo, che non ritornano e non ci copiano. La loro vita meriterebbe di essere raccontata, testimoniata alla stregua di chi fa informazione e reality. Ha preso un lunghissimo volo, oltre le  sue amate Alpi, oltre le nuvole celesti, Ezio Castagnino, ex operaio della cartiera, marito e padre, uomo esemplare e schivo, lavoro e famiglia, famiglia e lavoro, pochi scampi festaioli. Si era dedicato all’allevamento con l’aiuto della sua amabile moglie Bruna Botte, già dirigente locale della Coldiretti, e della figlia Anna.  La famiglia Castagnino produceva  il pregiato formaggio di Ormea, un cru del più diffuso formaggio Raschera. Ma quel latte ormeasco non ha nulla da spartire con i latte degli allevamenti in stalla, dove si fa largo uso di ‘vitimani’ e additivi, miglioratori, per incrementare la produzione lattiera. E spesso un uso poco controllato di antibiotici dannosi, col tempo, alla salute dei bambini, come degli adulti. La comunità di Ormea era presente numerosa alle esequie funebri. Nulla ha potuto il ‘ferreo’ Ezio, abituato a combattere con le difficoltà della vita, la fatica, contro quel male che negli ultimi tempi lo costringeva a convivere con l’ossigeno e la canula al naso in una cameretta. Uno strazio per le persone care, gli amici. Ha smesso di soffrire, ma anche lui come tanti benemeriti e benemerite cittadine di questa terra, lascia un vuoto e tanti ricordi. L’avevamo incontrato in una delle passeggiate montane, era l’ora di pranzo. Per lui un ‘menù al sacco’, il cane come amico. Ci chiese se volevamo dividere quanto gli aveva preparato la moglie. E sorrideva al racconto che pure a noi, da bambini, era toccato pascolare il gregge sulle alture di Monesi e, con i nonni, fare la transumanza da Mendatica a Peagna di Ceriale, con sosta notturna a Pogli di Ortovero.


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Gianfranco Benzo

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