Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Don Antonello, prete di migranti e brigaschi, lascia Piani. Pornassio parte don Fiorito, salito alla ribalta per la sua colonia di gatti


Quando don Antonello Dani fu designato a Piani (IM), dal vescovo Mario Oliveri, l’anziano parroco don Giovanni Brunengo, origini a Trovasta dove riposa, fu destinato a Mendatica. Nessuno scrisse che si consumava un torto, da obbedir tacendo. L’obbedienza prima di tutto, una peculiarità del sacerdozio. Don Brunengo, nonostante l’età, risollevò le sorti della parrocchia che fu di don Tassara, don Ricci, don Aprosio, ora affidata a don Enrico Giovannini. Con don Brunengo si tornò alle messe affollate, c’erano parecchi chierichetti, la cantoria riprese vigore, si spesero 60 mila € per ‘accordare’ l’antico organo, c’è chi donò pure delle campane. Oggi fa notizia che don Antonello, conosciuto per l’impegno in una comunità di migranti e ‘prete dei brigaschi’ (origini a Viozene), dopo 18 anni, lascia Piani destinazione Curia. In partenza anche don Daniele Fiorito da Pornassio, ufficialmente per ragioni di salute, conosciuto in diocesi come il ‘prete dei gatti’ (una ventina). Non è un mistero che non legasse con la comunità e lo stesso sindaco, come era successo a Mendatica, si fosse recato dal vescovo: “Non abbiate fretta, la Provvidenza….”.

Don Antonello Dani in una foto d’archivio di gruppo con l’ambasciatore del Belize (seconda casa ad Alassio) nel 2014

Il giornalista imperiese Enrico Ferrari, assai addentro alle tematiche delle parrocchie e della Curia, ha esordito l’articolo fotocopia su Il Secolo XIX e La Stampa, ricordando che “il trasferimento ufficiale è dovuto al fatto che il vescovo della Diocesi  di Albenga – Imperia, Guglielmo Borghetti,  non vede di buon occhio i parroci stanziali che restano nella stessa sede per più di un decennio”. Si pensi a casi più ‘eclatanti’, vista l’importanza, di monsignor Ruffino a Oneglia e monsignor De Canis ad Alassio. Si dirà, entrambi hanno superato il limite della pensione, ma da una parte i sacerdoti non sono in eccesso, anzi e dall’altra si tratta di ‘apostoli’ che hanno ancora forza, resistenza e non sono al centro di scandali, conflitti.

Don Antonello Dani

Ferrari, da introdotto nell’ambiente, aggiunge: “Don Antonello lascia la prima linea  per le retrovie  degli uffici della Curia di Albenga. Ricorda che nel 2016 aveva fatto discutere il fatto che avesse ospitato nella sua abitazione un immigrato colpito da provvedimento di espulsione e che la vicenda venne alla luce  perchè lo stesso migrante aveva chiamato aiuto a seguito di un malore del sacerdote causa una congestione”. Non mancarono neppure le illazioni. E ancora, ricorda Ferrari, un altro fatto di cronaca più recente. In parrocchia un’aggressione ad un ospite di origine brasiliana da parte di un italiano. A Ferrari il vescovo ha dichiarato: ” Per me non esistono parroci a vita. Dopo nove anni hanno la febbre. Non so ancora da chi sarà sostituito”.

E don Antonello, 51 anni, Canonico Del Capitolo Concattedrale di Imperia, direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale del tempo libero e dello sport, ha commentato: “Sono a Piani dal 9 settembre 2001, da quando don Brunengo aveva lasciato per limiti di età. Il vescovo ha scelto di non lasciare i parroci nello stesso posto per più di dieci anni. C’è un po’ di rammarico: dopo tanti anni si creano legami. La cooperativa La Goccia per l’accoglienza degli immigrati comunque resta, perchè non è legata alla mia persona, ha un presidente e un consiglio di amministrazione. Il mio successore deciderà se verrà mantenuta nella parrocchia». Partenza prevista, sabato 7 aprile. Il presidente della Cooperativa sociale onlus è Liliana Gladuli, direttore aziendale e responsabile dei servizi socio educativi. Fabio Freri è vice presidente e Responsabile attività del verde e olivicoltura, Tutor aziendale, Responsabile inserimenti lavorativi. Don Dani consigliere del Cda.

Don Fiorito parroco di Pornassio e Acquetico

Tra i trasferimenti decisi nell’imperiese quello di don Fiorito, 55 anni, ordinato sacerdote nell’ottobre 1989. Nel giugno 2012 il vescovo Oliveri l’aveva nominato amministratore parrocchiale di Pornassio in sostituzione di don Lourdu Raju Mallavarapu, 49 anni. In partenza il 30 aprile e per don Fiorito non si conosce ancora la destinazione. Potrebbe essere destinato in supporto della parrocchia di San Michele Arcangelo di Albenga ( o di una località del comprensorio) retta dal 25 settembre 2016 dal vicario generale don Ivo Raimondo, parente di don Daniele.

Non tutte le ciambelle nascono con buco, anche i sacerdoti sono uomini ai quali la chiesa e la comunità chiede non sono le funzioni legate al magistero, c’è bisogno di quella sintonia e di quelle ‘regole di vita’, sintonia umana, senza le quali è facile finire in conflitto, ma soprattutto si va di fronte alla discrasia. Il trasferimento di un parroco non va considerato sempre alla stregua di una punizione, di una bocciatura, anzi. E a volte le sollevazioni ‘popolari’ non tengono conto di molti fattori a cui invece deve pensare il vescovo in una visione d’insieme,

In tempi non lontani accadeva, ad esempio, che nel paese, in città, venivano trasferite le figure ‘simbolo’: dal maresciallo dei carabinieri, al direttore delle Poste, al comandante della Brigata (Finanza), al direttore di banca. Ora non è sempre così, hanno una rotazione certa solo i comandi provinciali, il prefetto, il questore, un limite è fissato per il procuratore della Repubblica e per i giudici, il presidente del tribunale.  Verrebbe da dire che anche ai parroci  è utile non essere inamovibili. La ‘norma’ non scritta dei 10 anni annunciata dal vescovo Borghetti, può  creare qualche dispiacere, alla fine fine può essere un bene per tutti.

 

 

 


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