Ditelo pure sottovoce, prima d’ora nessuno, a memoria d’uomo, ricorda la demolizione di un manufatto abusivo in quel di Noli. Accade nel centro città, a ridosso della collina San Michele. Hanno realizzato un sottotetto in un condominio risalente anni ’50, l’hanno ‘nascosto’ fasciandolo con lamiera, ma pare si sia accorto l’arch. Canziani della Soprintendenza. Sono seguite ordinanze, processi, condanne, ricorso al Tar. Tutto inutile e da qualche giorno è iniziata l’opera propedeutica all’installazione di una gru per facilitare la spettacolare demolizione.
La vicenda era salita alla ribalta della cronaca quando, nel giugno 2016, il presidente dell’Unione Industriali di Savona (ora ex), Elio Guglielmelli, geometra, in qualità di direttore dei lavori e legale rappresentante di Alce Srl (poi finita in dissesto per altre vicissitudini) era stato condannato a un mese e 10 giorni di arresto e 20 mila euro di ammenda, con sospensione condizionale della pena. L’accusa era di aver realizzato, nell’agosto 2013, per conto della società Alisei Srl, proprietaria dell’immobile, un sottotetto in zona sottoposta a vincolo ambientale in violazione all’autorizzazione del sindaco che prevedeva un’altezza massima di 2,95 m. che era stata invece portata a 3,35. Manco a dirlo l’obiettivo pare fosse di ricavare vani da abitare, una pratica assai diffusa e che nel corso dei decenni ha trovato in Liguria sanatorie e complicità nel binomio politica – affari e del consenso elettorale. Di sottotetti abitabili è zeppa la Riviera delle seconde case e delle mansarde, del primo entroterra e dove si è copiato spesso anche in montagna. Una caratteristica del Bel Paese, leader europeo in condoni edilizi (5) e tributari (una quindicina), primatista in dissesti idrogeologici, frane, smottamenti, strade chiuse, da Sud a Nord.
Con pochi avversari veri e tenaci, la Liguria ha avuto Mario Fazio, giornalista e presidente di Italia Nostra, alassino mai onorato. Non era un ambientalista talebano, ma coerente e sapeva che l’edilizia, quasi sempre, è il primo propulsore nelle elezioni comunali. Il mattone unge tantissime ruote: tre, quattro, cinque professioni, per anni riempiva pagine pubblicitarie (vendesi…) di quotidiani regionali e nazionali. Chi non ricorda le paginate su la Repubblica (vendesi…) del gioioso complesso di Liguria 17. C’erano solo i ‘truciolini‘, derisi da certi benpensanti, a combattere contro mulini a vento, altri facevano gli idraulici, altri ancora i pupazzetti del circo. E a Noli, costoro non si vergognano neppure, loro predicano da Semplicemente Noli con lunghissime pause, proni trombettieri del giornalismo dell’etica pubblica.
E’ probabile che in questo caso qualcuno pensava di farla franca o quantomeno di regolarizzare l’abuso tra varianti e scappatoie legali. Se la fan in molti….La difesa, stando a quanto riportavano i media, ha sostenuto che la difformità nell’altezza del sottotetto e variazione rispetto al permesso a costruire, era imputabile allo strato della coibentazione che non aveva prodotto variazione di volume interno, né della superficie. Una variante in corso d’opera non essenziale e non rilevante penalmente, si aggiunse preannunciando ricorso in appello. La rappresentante legale della Alisei Srl , Simona Donati, è stata invece assolta “per non aver commesso il fatto”.
Ora l’epilogo abbastanza clamoroso e storico perché, a Noli, pare non sia mai stato abbattuto neppure un muretto ritenuto abusivo e non è certo una prerogativa della cittadina. Difficile contare il numero degli abusi edilizi riscontrati nel corso di decenni in Liguria, quanti siano i casi in cui si è provveduto alla demolizione. E poi si parla soprattutto dello scenario del Sud. Dove le ruspe ogni tanto su ordine dei giudici entrano in azione.
Demolire ? E’ più facile sia accaduto quando sono in causa privati, per il rispetto delle distanze, piuttosto che l’azione repressiva dei Comuni. Basti pensare al numero impressionante di casi condonati, agli introiti – manna nelle casse comunali, l’ambiente in Italia non fa consenso anche per colpa dei nostri talebani ambientalisti di ieri, non paga. Per far clamore nazionale ci devono essere le catastrofi, le vittime (vedi Rigopiano senza però chiederci se ce ne sono anche in Liguria), passato il frastuono, si dimentica. A volte sono in ballo piccole difformità al progetto, sanabili senza arrecare danno alla comunità; altre volte o spesso per aver trasformato locali, mutato destinazione d’uso, aumentato volumi, creato altezze capziose e soprattutto il numero di vani che incidono sull’insediamento abitativo, sugli standard urbanistici, a partire dai parcheggi e verde pubblico.
Fa un po’ sorridere quando si legge che ora, grazie agli ‘occhi spia aerei’ è possibile dare la caccia all’abusivismo edilizio. I giornali già una decina d’anni fa titolavano: La guerra all’abusivismo arriva dal cielo, monitorata al centimetro la Liguria. C’è sempre un ricorso al Tar, al Consiglio di Stato, il vigile del Comune che solo soletto non controlla i cantieri se non è mandato, se non c’è un esposto, spesso non ha neppure la competenza tecnica, professionale. E se c’è uno troppo bravo magari viene ‘promosso’ e spostato d’ufficio. Ci sono le cause dormienti che durano decenni tra profumate parcelle ed ora si estinguono secondo le nuove norme. Una ramazza per l’arretrato.
Certo per un sottotetto in corso di demolizione, difficile dire quanti, anche a Noli, l’abbiano fatta franca, sfidando magari i vincoli di immobili dichiarati edifici monumentali. C’è chi ha recuperato e ristrutturato, reso abitabile e moltiplicato locali interni, senza passare per le forche caudine della Soprintendenza. Almeno in questi casi l’esterno è rimasto immutato.
A Noli il palazzo da primato è denominato Rusticoni dal nome del suo costruttore. (l.cor.)