Capita di parlare con un esercente che ha avuto un’attività a Borghetto per anni e si è trasferito a Ceriale. Non lascia scampo: non c’è futuro, una città dove anche i cittadini sono ormai scoraggiati. Prosegue: la clientela turistica e commerciale è di basso livello (capacità di spesa, ovviamente). Eppure a Borghetto l’edilizia da segni di ripresa. Anche se laddove c’era un hotel chiuso da tempo, ora, al piano strada, quello prediletto da attività commerciali, hanno realizzato nuovi garage. E poi in città ancora aree di verde incolto, con ruderi. Aree comunali, ma anche di imprenditori savonesi.
Della sorte dell’ex hotel Majestic (ex Royal negli anni d’oro del turismo borghettino e prima che la città fosse tappezzata di seconde case e cemento) trucioli già ha scritto e fotografato. Ci era sfuggito un particolare, anzi non l’avremmo mai immaginato. La scorsa settimana la notizia della trasformazione di uno dei due palazzi, piano terra, che ospita la storica azienda Marino Oddone, gestita dall’erede Giuseppe Oddone; cambio di destinazione d’uso in garage per auto dove c’era l’esposizione di mobili ed attrezzature da casa, giardino e spiaggia. Riduzione degli spazi commerciali ad un solo palazzo; piano terra e garage tutti già venduti. Questa è la prima sorpresa.
Non sappiamo se abbiano seguito la stessa sorte i locali del ristrutturato Majestic. Dove
c’erano le camere sono stati realizzati bilocali, trilocali, seconde case. Non c’era alternativa se non lasciarlo andare in rovina. C’è stato l’acquirente, la società che arriva da fuori regione ed investe, vede forse anche da una ricerca di mercato un ritorno economico nell’investimento. Invece negli spazi del ristorante, hall, bar, sala lettura, sono stati ricavati garage. Perchè non negozi, attività, visto che siamo nel cuore della città, nella piazza simbolo per antonomasia della storia borghettina. E’ l’unica possibilità che offre il mercato, oggi, ma anche domani dice un agente immobiliare della zona. Il costruttore ha anche risparmiato in oneri di urbanizzazione che, come noto, impongono per ogni alloggio, spazio per un posto auto.
Trucioli, nelle precedenti puntate, aveva anche pubblicato un reportage su terreni comunali (aree date a scomputo di interventi edilizi) che sono letteralmente in stato di abbandono, non solo incolti. In qualche caso ci sono delle baracche, ricoveri per attrezzi, pollai, magazzini di tavole e lamiere. A Loano, ma non solo, c’è chi grazie al condono, da un pollaio è riuscito a ricavare un villa. Qui le aree sono comunali. E lasciarle in queste condizioni è davvero un delitto. Perché non metterle sul mercato, con destinazione agricola ? Perché non intervenire, se possibile, sul Puc sempre in attesa che torni dalla Regione ? Forse sarebbe utile se in questo contesto l’amministrazione Canepa riuscisse a dare un colpo d’ala. Invertire il destino dell’abbandono. Si chiudono i negozi, il centro storico è morto ed è un caso che non ha uguali nell’intera Liguria, nell’immediata periferia il patrimonio di verde pubblico è terra di nessuno.