C’era una volta una fatina curiosa, che voleva vedere di persona tutto quello che succedeva quando le aziende incaricate dai comuni raccoglievano i rifiuti differenziati in Liguria. Pensò di fare la 1° tappa a Paperopoli, dove sapeva che il Comune aveva deciso di passare al metodo di raccolta “porta a porta” dal 2016 e aveva vinto la gara la società Paperone.
Pubblichiamo le osservazioni provenienti da un incontro a Pietra Ligure di varie persone aderenti al Coordinamento ligure Gestione Corretta Rifiuti (rete di volontari appartenenti a varie Associazioni e Comitati, che si attivano dal 2013 con gli abitanti e con le Amministrazioni pubbliche per migliorare la sostenibilità della gestione degli scarti nell’interesse della collettività).
“La prima sera vide molte persone depositare sacchi, spesso con incuria, senza chiuderli o ancorarli, per cui dopo poco il vento li faceva volare e la plastica si riversava in strada. La sera dopo le persone portavano piccoli mastelli con l’organico, ma alcuni non chiudevano bene il coperchio con la maniglia e arrivavano gatti e topi a rovistare. In alcune zone osservò che l’organico dentro sacchetti di plastica veniva buttato in cassonetti aperti di un’isola ecologica.
La fatina pensò che queste persone avevano bisogno urgente di un corso di recupero e si chiese se ci fosse stata adeguata comunicazione ambientale e se ci fosse un controllo dei conferimenti: la collaborazione si guadagna conquistando la fiducia.
Poi andò la mattina presto per vedere come funzionava la raccolta della carta: osservò che gli operatori faticavano nel sollevare i bidoncini per svuotarli oltre le pareti del mezzo, a più di 2 metri di altezza; non potevano usare lo sportello laterale perché troppo in basso e la carta sarebbe caduta fuori; e dopo tanta fatica, poiché anche quel giorno c’era vento, la carta volava via.
Si chiese stupita come mai i mezzi non fossero stati progettati per lavorare meglio e impedire la dispersione del materiale. Eppure quando era stata in Lombardia i mezzi le erano sembrati migliori.
Vide in altre mattine che gli operatori avevano difficoltà a fermarsi e ripartire quando c’era molto traffico, perché alcuni punti di raccolta erano troppo vicini a incroci, attraversamenti pedonali, rotonde; in altri punti abbandonare il mezzo in condizioni di eccessiva pendenza stradale sembrava un azzardo.
La fatina si chiese se i punti fossero stati scelti al meglio e se c’erano state occasioni di verifica delle scelte e incontri per accogliere proposte da utenti e operatori. C’era un tavolo tecnico in Comune per discutere soluzioni? Era stata fatta l’indagine di soddisfazione dopo 6 mesi dall’inizio del porta a porta?
Ci furono la settimana successiva giornate di pioggia intensa con allerta meteo, ma la raccolta non venne sospesa, fu eseguita come sempre da un unico operatore, che saliva e scendeva dal mezzo, trovandosi nella strada trasformata in torrente e nell’abitacolo che pareva una vasca, il sedile come una spugna e volante e comandi scivolosi come una lumaca.
La fatina pensò se non sarebbe stato meglio sospendere il servizio in caso di allerta; e anche per quale motivo i mezzi non avessero il pianale ribassato, come aveva visto in Emilia; forse per risparmiare? Ma aveva saputo che la TARI era aumentata di circa il 10% in un anno, mentre in Emilia nei comuni con l’adozione del porta a porta la TARI diminuiva.
Molto scoraggiata, un’altra mattina osservò che un operatore ecologico aveva un mazzo di chiavi come San Pietro: gli servivano per entrare in aree private. Pensò sconcertata “ma non sono gli utenti che hanno l’obbligo di esporre fuori sulla strada? Perché tutto questo lavoro in più con responsabilità e con costi a carico di tutti?” Alcuni condomini tenevano invece perennemente in strada i recipienti aperti e quindi a disposizione di tutti; anche in molte isole ecologiche i cassonetti non erano stati dotati di chiusura magnetica.
Quel giorno non aveva la bacchetta magica e molto triste rifletteva se e come si poteva raddrizzare una situazione tanto penosa; un’idea: si sarebbe rivolta al suo amico Gastone del coordinamento GCR.
A Finale Ligure è nata per iniziativa della Proloco di Gorra e Olle, ma quante sono le sagre nei nostri comuni che potrebbero diventare eco?
L’ECOSAGRA DELLE MELANZANE RIPIENE DI GORRA
HA SUPERATO LA SOGLIA DEL 90% DI DIFFERENZIATA
Finale Ambiente spa ha comunicato che su 9414 KG di rifiuti ritirati è risultato il 90,06% correttamente differenziato. Dal 2013 anno nel quale la Pro Loco di Gorra e Olle , per una scelta etica ha deciso di promuovere la raccolta differenziata , cercando di ottimizzare il sistema di raccolta ogni anno, ì risultati sono continuamente migliorati, grazie all’impegno del direttivo della Pro Loco di Gorra e Olle e del suo gruppo giovanile:
Anno 2013 RD 57%
Anno 2014 RD 86%
Anno 2015 RD 87%
Anno 2016 RD 89%
Anno 2017 RD 90%
Questo sta a dimostrare la possibilità di raggiungere grandi risultati nella raccolta differenziata, quando si vuole proteggere l’ambiente e ridurre il materiale smaltito in discarica.