Attraverso questo blog amico, mi piace raccontare una sensazione che ho vissuto assieme a due miei nipotini. Una favola vera, guarda caso avvenuta in pieno clima natalizio, e che per questo, mi auspico sia condivisa nel suo concludersi a lieto fine, da coloro che avranno la pazienza di leggerla.
Domenica pomeriggio, mio nipote Lars che abita sopra di me, sale per prendere un libro e, mentre esce da casa sua, trova “Mindy” (la micetta di famiglia) con in bocca ancora vivo un uccellino di colore grigio dal becco fine, della famiglia delle “testa nera“, grosso come un pettirosso.
Mindy da sempre si “compiace” nel depositare senza vita davanti alla porta di casa i suoi trofei di gechi, lucertole, falene, farfalle ed anche uccellini. Domanda lecita: e topi? Per la verità ormai da tempo se n’è persa traccia…tutto intorno alla casa.
Lars si china e con la mano sfiora la bocca di “Mindy” che gli cede, gli trasferisce il suo “fiero pasto” senza nessuna resistenza.
Lars corre di sotto e mi racconta ciò che è successo. Vedo l’uccellino che “ansima” con il becco aperto; consapevole che il gatto possa averlo ferito nel tenerlo in bocca, lo faccio tenere vicino al calore del caminetto acceso nelle mani della sorella Giada, nel frattempo intervenuta. Tenendolo sul palmo della mano, si ha la sensazione di una mancanza di equilibrio, nessun sintomo di voler volare, accetta senza reazione le carezze sul capo. Logico pensare al peggio.
Dopo almeno dieci minuti di riscaldamento, aveva ancora alti i battiti del cuore senza però ansimare con il becchuccio aperto, lo depositiamo sul tavolinetto fuori sala e lo lasciamo solo.
Passa qualche secondo ed ecco che si muove, si raddrizza sulle zampette, due saltelli e spicca con sicurezza il volo verso il cespuglio d’edera nella fascia soprastante. Ancora un minuto ed ecco che riparte decisamente verso la collina!
Insieme ai miei nipoti ci siamo guardati stupiti, felicissimi. Da nonno è stato per me bello ritornare nel credere in un regalo del Bambin Gesù: una vita “miracolata”. Certo: grazie soprattutto a “Mindy“. E sfuggire per un attimo alle deplorevoli realtà quotidiane.
Carlo Gambetta