Col Premio Albingaunum riprende la tradizione di assegnare il riconoscimento “Ingauno dell’anno “. L’edizione 2017 vede vincitore il Prof. Nicola Nante, illustre cittadino ingauno, i cui meriti abbracciano l’attività professionale, accademica, scientifica ed umana.
LA PREMIAZIONE NEL FOTOSERVIZIO DI SILVIO FASANO
Il D.L.F. di Albenga vuole sottolineare, con questo Premio , i meriti umani del Prof. Nante legati in modo indissolubile alla Clinica S. Michele, punto di riferimento, anche affettivo, per tutti gli Albenganesi.
In questa occasione il Dopo Lavoro Ferroviario si unisce al Comune di Albenga, al Centro “Pannunzio”, all’Associazione ” Vecchia Albenga” , alla Croce Bianca ingauna nella commemorazione di Romano Strizioli, giornalista pubblicista e scrittore, a cinque anni dalla sua scomparsa, ricordando “il suo costante impegno professionale e culturale , volto soprattutto alla rivalutazione e conservazione del patrimonio storico, artistico e ambientale di Albenga e il suo profondo amore per la Città”.
E ancora si legge nella motivazione: “Strizioli è stato un protagonista del giornalismo ligure, oltre che il creatore di tanti eventi e realtà associative tra cui spicca “Fischia il vento” nel solco della Resistenza”.
Pier Franco Quaglieni aggiunge: “Albenga città delle torri” fu una sua idea vincente. Romano aveva capito appieno, seguendo il magistero di Nino Lamboglia, di cui fu sempre un convinto estimatore anche quando fu vicesindaco della Città, il valore di Albenga città romana e medievale. Ricordo che fu anche Vice Presidente del Premio letterario Albingaunum”.
I due eventi si svolgeranno venerdì 15 Dicembre alle ore 17,30 presso il Palazzo Peloso Cepolla, sede dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri. Con l’intervento di Sandro Chiaramonti, ex capo redattore de La Stampa Liguria, Pier Franco Quaglieni, Gianni Ballabio, avvocato. L’attrice Milli Conte leggerà dei passi dell’autobiografia “Romano- Un uomo e la sua terra “con introduzione di Antonio Ricci. Coordinerà la presidente del DLF Vittoria Barroero.
SEI ANNI FA CI LASCIAVA ALDO GHIDETTI: dall’archivio di Gianni Donaudi
IL RICORDO DI ALDO GHIDETTI IL GIORNO DELLA SCOMPARSA
Albenga- Ci ha lasciato anche lui che della morte e della malattia aveva un ‘sacro terrore’, una sfida impari. Aldo Ghidetti non amava la retorica e non è facile immaginare come vorrebbe essere ricordato. A quali apprezzamenti teneva di più.
Un volto noto agli albenganesi.
Non solo per le sue camminate solitarie lungo il viale e sul lungomare, l’inseparabile bicicletta, la capigliatura ricciuta, disordinata. Il suo vociare tonante, il saper essere estroverso, la sua personalità da filosofo.
Un albenganese stimato, soprattutto colto, rimasto lontano dalla politica attiva, ma vicinissimo e lucidissimo alla realtà che ha vissuto, anche da protagonista. Come nel periodo in cui nacque il settimanale “La Settimana Ligure”, con redazione in via Don Isola, stampato dalla tipografia Stalla.
Come riporta la riproduzione il direttore era Romano Strizioli (oggi decano dei pubblicisti ponentini), redattore capo Nico Sgarlato, Aldo Ghidettiredattore letterario e Giampiero Mentil (avvocato), coordinatore dei servizi sportivi. Gilberto Costanza e Aldo Dompè (entrambi di Loano) figuravano tra i fondatori e nella società editrice “Cidiesse” che poi lasciò il posto a La Nuova Liguria e.all’esordio di chi ne prese le redini, Luciano Corrado. Un’esperienza che si chiuse nei primo anni ’70 ed iniziò con “Risveglio” (tra i coofondatori Finocchio e Moraca).
E ancora: “I meno giovani ricordano le dispute filosofiche tra Aldo ed il suo ‘competitore-rivale’, Ferdinando Volpato, altro grande filosofo ingauno, l’aristotelico ed il plutoniano”.
Aldo Ghidetti, per anni protagonista della vita culturale ingauna, con le sue simpatie politiche e sociali mai nascoste o travisate; il suo distacco, il rifiuto dalle beghe di pollaio. Ma anche quella sua modestia praticata che non l’ha mai visto entrare in competizione con gli esibizionisti, i cultori del palco e delle passerelle-spettacolo. Bisogna ammettere che la città di Albenga non si è distinta per onorarlo da vivo, come avrebbe meritato. Ma lui non apparteneva a consorterie e fratellanze più o meno benemerite.
Non stava dalla parte dei più forti o dei potenti di turno, non apprezzava l’arroganza, l’egoismo sociale, l’intimidazione del potere, delle lobby, delle caste. Non ha mai tradito le sue idee, le sue credenze. Coerente e distaccato dalle miserie dell’essere umano. Ripeteva che senza solidarietà non c’è senso di comunità.
L’ultimo addio, il funerale civile, nei locali dell’ex asilo Ester Siccardi. Lascia due fratelli, i nipoti.
Resta scolpito l’affetto, il ricordo sincero di chi l’ha sempre apprezzato ed ammirato. Ciao Aldo, grazie perciò che mi hai insegnato. Io non ho ‘prestigiosi riconoscimenti’ da elargire ai postumi. Luciano Corrado
Aldo ha abbandonato la vita terrena a 77 anni, vissuti intensamente. Abitava in via dei Mille. Adorava le belle donne e le ammiratrici non mancavano. Non amava invece viaggiare. Si lasciava convincere solo in rare circostanze e negli ultimi anni era facile incontrarlo, a pranzo, con un amico in qualche agriturismo dell’immediato entroterra ingauno.
Era laureato in filosofia, un primo della classe in materia umanistica. E’ stato direttore della biblioteca civica, nel centro storico di via Roma. Sempre presente agli appuntamenti e eventi culturali.
La Stampa -cronache della Liguria ha ricordato che “Non c’era mostra, inaugurazione, premio letterario, proiezione di film d’autore che non le vedesse presente. Scriveva di poesia, di arte figurativa, ed è stato il mentore di moltissimi giovani concittadini che si inoltravano sulla strada della creatività artistica ed intellettuale”.
DA ARNASCO FOTOSERVIZIO DI SILVIO FASANO