Si é svolta, domenica 5 Novembre, a Monastero Bormida, la manifestazione intitolata “Il valore di un Ricordo” in omaggio ai Caduti della Divisione “Acqui” e dei Caduti di tutte le guerre. Organizzata dall’Amministrazione comunale e promossa dal “Centro XXV Aprile”, con sedi a Savona, Albisola, Bubbio, caratterizzata da una serie di eventi.Con la partecipazione di parlamentari piemontesi, e liguri, autorità religiose, politiche e militari, a livello apicale, amministratori di Comuni dell’Acquese e di quello di Albisola Superiore, rappresentanti di numerose associazioni combattentistiche, d’Arma e di servizio civile, con i propri gonfaloni e bandiere, associazioni culturali piemontesi e liguri, rappresentanti della stampa piemontese e ligure, cittadini di Monastero Bormida e di altre località dell’Astigiano.
Al mattino, nel salone del castello medievale, sede del Comune, é stato inaugurato il monumento ai Caduti della Divisione “Acqui”, costituito da un grande tondo in ceramica, intitolato appunto “Il valore di un Ricordo”, opera degli artisti-ceramisti albisolesi Paolo Giallombardo e Cinzia Astaldi, ispirato al disegno “Ai Caduti della Divisione “Acqui” dell’artista piemontese Claudio Zunino. Il sindaco di Monastero Bormida, Ambrogio Spiota, ha introdotto l’incontro illustrandone le ragioni ed il significato. Riferendosi ad esso, il presidente del “Centro XXV Aprile”, Antonio Rossello, ha, a sua volta, ricordato l’antico rapporto esistente tra la Valbormida e la riviera ligure, filo conduttore dell’iniziativa, ricordandone un grande propugnatore: il compianto Vicepresidente Nazionale della FIVL Lelio Speranza, scomparso ad inizio 2017; di volta in volta v’é stata la presenza nelle valli di partigiani liguri, di artisti e di eventi culturali, tra cui, dal 2013, il progetto culturale “Dal mare alle Langhe”, organizzati dal “Centro XXV Aprile”, con mostre anche di opere in ceramica da Albisola.
Successivamente la signora Isolina Mosca, di Monastero Bormida, in qualità di madrina, ha tolto il velo che ricopriva il monumento in ceramica. A quel punto della cerimonia, davanti al monumento, i nomi dei Caduti soldato Ottavio Ferraris, classe 1923, di Monastero Bormida, e soldato Enrico Saettone, classe 1924, di Albisola Superiore, entrambi appartenenti al 18° Reggimento Fanteria della Divisione “Acqui”, allora dislocato a Corfù, sono stati evocati alla presenza dei loro nipoti Giovanni Ferraris e Clara Saettone. Furono 23 i Caduti della “Acqui” nati in provincia di Asti e 13 quelli nati in provincia di Savona. Con rifermento all’opera “Il valore di un Ricordo” ed al suo significato, il Prefetto di Asti, Paolo Formicola, che ha onorato della sua presenza la manifestazione, ha esortato i presenti a coltivare la memoria dei Caduti, “esempio di adempimento del dovere”.
E’ seguita la chiamata davanti all’opera degli artisti Astaldi, Giallombardo e Zunino. Il critico d’arte e studioso della Resistenza Federico Marzinot ha proposto cenni sulla loro attività ed illustrato gli aspetti tecnici e contenutistici dell’opera “Il valore di un Ricordo”, pervasa d’una aspra poesia, raffigurante un Caduto in divisa sorretto da una donna (la Madre, la Patria) ed un ufficiale con lo sguardo rivolto verso l’alto, a significare la speranza d’una riscossa dell’Italia attraverso la Resistenza, che, ad opera dei militari, ebbe appunto uno dei suoi primi episodi a Cefalonia ed a Corfù. Infatti, il 13 settembre 1943 fu proprio il colonnello Luigi Lusignani, comandante il presidio dell’isola di Corfù Dopo l’ascolto della Santa Messa, nella chiesa parrocchiale di Santa Giulia, l’incontro é ripreso, ancora nel salone del castello.
I giovani alunni della scuola primaria “A. Monti”, di Monastero Bormida, hanno inneggiato con i loro canti alla pace e alla speranza. E’ stato quindi letto l’indirizzo di saluto inviato ai partecipanti all’incontro del presidente della Federazione Italiana Volontari della Libertà-FIVL, Francesco Tessarolo. Sono stati pure letti gli indirizzi di saluto di Elisa Gallo, presidente della Sezione di Bubbio del “Centro XV Aprile”, tra gli artefici di ”Dal mare alle Langhe”, e di Marco Albarello, presidente della Sezione dell’ANPI della Valbormida. Hanno dunque parlato Elisabetta Favetta, Presidente dell’Associazione “Pertini” e il Consigliere delegato di Albisola Superiore Marino Baccino. Il bolognese Orazio Pavignani ha portato il saluto della Associazione Nazionale Divisione “Acqui”. Dopo essersi compiaciuto per l’ampia partecipazione all’evento, egli ha ricordato il grande sacrificio, a Cefalonia ed a Corfù, dei nostro soldati, che, “per non piegarsi alle pretese tedesche si difesero strenuamente da quello imposizioni e soprattutto difesero la loro dignità di essere italiani ed il giuramento”. La donna, protagonista del monumento in ceramica e del disegno di Zunino dedicati entrambi ai Caduti della “Acqui”, testimonia pure – ha detto Pavignani – la solidarietà del popolo greco e l’umano amore mostrato dalle persone semplici, che aiutarono come meglio si poteva i nostri soldati fuggiaschi dalle stragi dei tedeschi; lo fecero a rischio della propria vita e di quella dei loro familiari” . Compiacendosi per l’ampia partecipazione all’evento. Il senatore Adriano Icardi ha, a sua volta, rievocato con commozione la sua visita alle isole di Cefalonia e Corfù, luoghi dell’eccidio della Divisione “Acqui”, nel settembre del ’43, ad opera dei tedeschi. L’on. Anna Giacobbe, parlamentare ligure, ha evidenziato, poi, che l’impari lotta della “Acqui” contro i tedeschi, uno dei primi episodi della Resistenza, ha costituito un momento fondante della nostra democrazia.
E’ avvenuta quindi la cerimonia, nella piazza del Mercato, degli onori ai Caduti e della benedizione del loro monumento da parte del diacono (ed ex-generale dell’Arma dei Carabinieri) Giambattista Giacchero, in bella vista il gonfalone principale e numerosi vessilli tra cui quelli delle Associazioni: Divisione Acqui, Alpini (Sezioni di Acqui Terme, Asti e Savona), Carabinieri, FIVL e quelli della Croce Rossa e della Protezione civile locali.
Successivamente, ha avuto luogo, nel foyer del Teatro comunale, un momento conviviale, con ottime specialità locali preparate dalle cuoche del Gruppo Alpini di Monastero Bormida. Nel pomeriggio, ancora nel salone del castello, il sen. Icardi ha presentato il libro del giornalista ligure Daniele La Corte, “Il coraggio di Cion. La vera storia del partigiano Silvio Bonfante”, di Oneglia, operaio, soldato nella Marina militare italiana, nella Resistenza subito dopo l’8 settembre ’43, in seguito vice comandante della seconda Divisone “Garibaldi” intitolata a Felice Cascione “U’ megu”, attiva nell’Imperiese, morto suicida il 17 ottobre 1943, durante l’attacco dei nazifascisti all’ospedale partigiano di Briga Alta, nel Cuneese, per favorire la fuga dei suoi compagni di lotta e salvarne così la vita; in seguito gli venne attribuita la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Il libro di La Corte – ha ricordato Icardi – é stato presentato recentemente alla “Buchmesse” di Francoforte. Il sen. Federico Fornaro ha, dal canto suo, sottolineato come il libro di La Corte metta in evidenza il carattere variegato della Resistenza italiana, combattuta anche da ragazzi esponenti di una generazione nata e cresciuta sotto il fascismo animati da un bisogno di verità, per una lotta contro la menzogna, contro la negazione della giustizia. Su invito di Icardi, La Corte ha poi letto avvincenti pagine dedicate alla tragica fine di “Cion”.
E’ ancora intervenuto Luigi Viglione, Presidente della Federazione provinciale dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci (ANCR) e Presidente onorario del Centro XXV Aprile. La giornata si é conclusa con l’introduzione da parte del sindaco Spiota dell’importante mostra, allestita nei sotterranei dal castello, di oltre quaranta opere di Claudio Zunino, autore del disegno “Ai Caduti della Divisione “Acqui” – caratterizzato da con un segno dalle linee classiche e con l’opera pervasa da un forte ritmo – che ha ispirato “Il valore di un Ricordo”. Federico Marzinot ne ha proposto la chiave di lettura ed illustrato la figura e la poetica artistica di Zunino. Assieme alle opere evocanti – ne “Il treno” – la vicenda dei profughi giuliano-dalmati e ne “L’Accoglienza” quella dei migranti – stigmatizzati talora come nemici in un contesto d’una molteplicità di Stato che si fronteggiano oppure si affiancano – Zunino propone opere di analogo spessore tematico. Il loro soggetto trae origine, di volta in volta, dalla quotidianità dell’anima dell’artista, dal caso o dalla cronaca, dalla lettura di brani di Cesare Pavese o dall’ascolto delle note e dei versi dei cantautori, tanto cari a Zunino. Altra chiave di lettura delle opere in mostra a Monastero Bormida é pure quella dell’attenzione alla natura, e, in particolare, al paesaggio, come quello toscano di Capalbio. Presenti in numerose tele sono anche brani di opere di Caravaggio e di Vermeer, tanto studiati da Zunino “per gli effetti d’un raggio di luce nella loro opera e la loro capacità di rendere la drammaticità che c’é in ogni cosa”. Con questa mostra, d’un evidente intento comunicativo, Zunino evidenzia, dunque, di possedere una propria riconoscibilità, la continuità d’un segno forte e perciò aderente al nostro tempo.
Federico Marzinot