Una causa al Tar tenuta inspiegabilmente ‘nascosta’ dalla libera informazione locale. Tra i protagonisti personaggi conosciuti nel mondo commerciale, politico e professionale. Da una parte la giunta del sindaco Pignocca, dall’altra Alessandro Panizza che ha gestito per anni la distribuzione di giornali e riviste nel ponente savonese, ha sposato una Consavella (ex edicolanti) e il papà era stimato titolare di una rinomata macelleria, collaboratore della parrocchia. Il figlio è assistito dall’avvocato Alessandro Garassini, due volte presidente della Provincia, oggi alla ribalta per il ruolo di presidente dell’Ata Spa di Savona (tutela ambientale in decine di comuni savonesi ed imperiesi) in quota Lega Nord e nel Cda di Ligur Capital, braccio operativo di Filse, finanziaria della Regione che si occupa di prestiti e finanziamenti a imprese. Leggi anche: il sindaco di Savona, sabato 14, all’Unitre di Loano, nella sala consiliare, per parlare di bullismo e cyberbullismo.
Manco a dirlo l’avvocato Garassini, avviato studio legale a Loano, con la sorella a sua volta avvocato, ex consigliere comunale, ex candidata sindaco, svolge un ruolo prettamente professionale, anche se il suo coinvolgimento non può passare inosservato e si tratta di una delle tante cause che deve affrontare il Comune in attesa di sentenza del Tar. La posta in gioco è cospicua, alcuni milioni di euro. E si ‘immedesima’ con la soluzione di un’attesa ‘variante’ alla viabilità cittadina, sulla strada per Verzi, interessata da una brutta e pericolosa strettoia.
Il progetto edilizio bocciato riguarda la realizzazione di casette a schiera, bilocali e trilocali, che dovrebbero sorgere su un’area di rispetto della zona agricola, in località Vignasse, la stessa dove da oltre due decenni, su altri terreni, avrebbe dovuto sorgere la moderna ‘Loano alberghiera’, del rilancio turistico. Dagli alberghi tradizionali iniziali si era passati ai residence, al misto residenziale, ma neppure queste modifiche incontrano il benestare della maggioranza dei proprietarie di aree, dunque tutto fermo. In attesa che l’amministrazione comunale ceda e si passi al ‘dolce residenziale‘ a suon di ‘seconde case’. Altri palazzi o palazzine per la gioia degli stabilimenti balneari e degli sponsor delle agenzie immobiliari che ormai sono di gran lunga più numerosi degli albergatori. Non per merito loro ma per le scelte politico amministrative che si diradano nei decenni.
Oggi, a Loano, gli alberghi con vincolo a destinazione d’uso sono ridotti a 30 (è escluso dal vincolo Loano 2, il maggiore complesso alberghiero della provincia, è incluso invece Ai Pozzi), alcuni esercizi sono chiusi (San Carlo, Turistico, Konig) e più di uno attende speranzoso il nuovo Puc per trasformare.
Edilizia abitativa (seconde case soprattutto) che con il 2017 ha ripreso a correre, anche se a Loano, come dimostrano i cantieri ultimati, in via di ultimazione, il mercato immobiliare ‘nuovo’ non si è mai fermato; ha il suo zoccolo duro, interessando la riqualificazione e ristrutturazione di immobili esistenti. Insomma prima di aprire a nuove zone da costruire si satura, si amplia, il ‘vecchio’. Col vantaggio di tenere alti i prezzi, nel rapporto offerta – domanda. Ci sono almeno quattro nuovi palazzi sull’Aurelia ed altri in zone abbastanza centrali. Non si tratta di casette, insomma. Aumentano purtroppo gli insediamenti abitativi in aree già ingolfate dal traffico, da un carente sistema viario, interessate da un affollamento che mal si sposa con la qualità della vita, con un turismo qualificato. Ormai è vacanza di massa, da week end, da estate, ma non abbiamo gli spazi della Riviera Romagnola. Non abbiamo un’Aurelia bis senza la quale intasamento e smog (polveri sottili) è una costante lungo l’Aurelia (che ci regala anche l’apertura di nuove rivendite di frutta e verdura con esposizione esterne benchè un legge statale lo vieti a tutela della salute di ciò che mangiamo). Aurelia semiparalizzata che arreca gravi danni al tessuto economico, al cittadino che lavora e si deve spostare, ai servizi di linea.
Il contenzioso ‘Panizza – Comune’ scaturisce dal fatto che “in data 22 giugno è stato notificato al Comune il ricorso al Tar Liguria promosso dalla società Panizza Immobiliare Srl, nella persona del suo legale rappresentante Alessandro Panizza, rappresentato e difeso dall’avvocato Alessandro Garassini, contro il Comune per ottenere l’annullamento del provvedimento del Comune che ha negato le opere di sostituzione edilizia con delocalizzazione di fabbricato a destinazione non residenziale, in locali Orsolani, e sua ricostruzione alle Vignasse”. La giunta si è costituita in giudizio, ha interpellato quattro avvocati di ‘provata esperienza in materia’ ed ha accettato la proposta ‘più conveniente’ dell’avvocato Daniela Anselmi di Genova. Per un esborso complessivo di 2.188 euro. L’obiettivo, per il Comune, è ottenere un provvedimento che rigetti il ricorso al Tar nell’interessa della comunità.
Diciamo subito che non è semplice spiegare tutte le ragioni che avanzano le due parti in causa. Aggiungiamo che la Commissione edilizia si è espressa negativamente al ‘progetto Panizza‘ che si è fatto assistere da un urbanista della caratura dell’arch. Gianfranco Moras, tra i decani e ‘maestro’ in quel di Savona dove ha avuto un ruolo di assessore in giunta comunale di sinistra negli anni ’70. L’imprenditore loanese è pure cointeressato ad un capannone artigianale in zona Orsolani dove in predicato c’è una ‘bretella’ di 200 metri c.a per eliminare una strettoia. Variante molto attesa, ora è destinata a bloccarsi e forse potrà essere realizzata solo attraverso gli espropri e quando il Comune avrà soldi per passare dai propositi ai fatti. Il capannone ha per proprietari i fratelli Gianni e Giorgio Orso. Uno è stato consigliere comunale a Boissano, l’altro candidato sindaco. Con interessi nella Società Panizza Immobiliare Srl.
Cercando di semplificare possiamo dire che il ‘progetto Panizza’ prevede di trasferire la volumetria, con i benefici del Piano Casa (quello nazionale e quello regionale che, a detta, dei tecnici comunali in genere sta creando grosse problematiche attuative ed interpretative, dando adito a discrezionalità, cause, liti) dall’area artigianale a quella di rispetto agricola che si trova nella parte sottostante ed attigua al complesso dell’ex Ospizio Marino, ora di Arte (Regione), da decenni monumento all’abbandono dopo che l’informazione locale ha ripetuto annunci di questo o quel investitore, ora russo, ora straniero, ora degli Emirati, per un insediamento alberghiero da ‘favola’. Come sia andata a finire è sotto gli occhi dei cittadini, quelli almeno che hanno memoria di quanto hanno letto.
L’amministrazione Pignocca non condivide il progetto Panizza per una serie di motivazioni. Pare di capire che innanzi tutto non è condivisibile il principio che possa essere ‘intaccata’ l’area di salvaguardia – rispetto della ‘zona agricola’. Non condivide che si possa applicare il ‘piano casa’ di riqualificazione edilizia attraverso la delocalizzazione di fabbricato, da artigianale a residenziale. Il capannone, in passato, ospitava l’attività di ‘Distribuzione giornali‘, poi chiuso per trasferimento a Borghetto, da ultimo per un breve periodo utilizzato dalla società che ha il contratto della raccolta rifiuti urbani. Il volume attuale dell’edificio dovrebbe essere intorno ai 3500 metri cubi che, secondo una tesi, arriverebbero a raddoppiare con il trasferimento nelle Vignasse e la costruzione di ‘villette a schiera’. Il Comune dice di no e di conseguenza si blocca anche l’eliminazione della curva – strettoia sulla strada per la frazione Verzi.
Pensare che siano i giudici amministrativi a dirimere una questione che ha una valenza urbanistica, economica e sociale, lascia qualche interrogativo. Si aggiunga che non è escluso che la controversia finisca al Consiglio di Stato. La giunta comunale si è espressa, il sindaco Pignocca ha firmato un proprio decreto. Non sappiamo se l’argomento sia stato trattato, oltre che dalla Commissione edilizia (di cui si è detto con la pronuncia di un no motivato), anche dalla Terza commissione consiliare che si occupa di temi inerenti l’urbanistica; è presieduta dalla geologa Isella Luana (per la lista del sindaco Pignocca) vice presidente della Provincia e due rappresentanti della minoranza, Daniele Oliva e Giulia Tassara. Non pare sia tema da consiglio comunale.
Quel parlamentino dove avrebbe potuto essere eletto lo stesso Chicco Garassini nella sfida al centro destra vittorioso praticamente da sempre. Il legale loanese che di fatto ha portato all’auto-esclusione del candidato a sindaco della prima ora, il cav. Stefano Ferrari, ex presidente della Fondazione Stella, maresciallo dei carabinieri in pensione. Con qualche retroscena non proprio da pettegolezzo, se si pensa che a dar man forte alla candidatura di Garassini sindaco era sceso in campo anche il veterano socialista, poi Pd, quindi indipendente, Piero Pesce, accorso in aiuto dei cittadini boissanesi nel ruolo di assessore competente. Sta di fatto che l’ingegnosa ‘svolta’ politica Garassini – Pesce, sostenuta da menti pensanti, ha servito la vittoria al panzer Vaccarezza o meglio alla sua fedele squadra, che ancora una volta si sono fatti beffa delle divisioni e lacerazioni altrui, vedi le scelte del Pd locale, all’ombra dei Miceli and company.
Col senno dei poi, meglio così. Loano pare non sia ancora matura per l’alternanza. Chi avrebbe potuto governare il rinnovamento (Garassini) ha rinunciato per ‘motivi famigliari’ (la famiglia prima di tutto), per poi assumere il gravoso e delicato impegno di presidente dell’Ata nella città capoluogo e ogni giorno alle prese tra debiti del passato e ‘città sporca’. Un ‘esperto’ chiamato a curare un malato grave, con debiti che escono da ogni angolo. Creditori che in tribunale intraprendono la strada dei ‘precetti’. (L.Cor.)
LA PARCELLA PER L’INGEGNERE COMUNALE FINITO SOTTO PROCEDIME NTO PENALE
Se suoi media più amati e letti dai loanesi non si è letto della causa al Tar (Panizza contro Comune), lo stesso silenzio è stato riservato al patrocinio legale per un procedimento penale che ha coinvolto un ingegnere dell’ufficio tecnico, ora settore Lavori Pubblici. Si tratta di L.V. (evitiamo il nome per esteso visto l’epilogo positivo dell’inchiesta) che nel gennaio 2014, come recita una delibera di giunta, era stato indagato dalla Procura della Repubblica di Savona per gli articoli 110 e 113 del Codice penale: pena per coloro che concorrono nel reato e cooperazione nel delitto colposo. Dunque non c’entrano reati diciamo infamanti. Il dipendente comunicava per vie brevi di essersi rivolto all’avv. Paolo Gaggero di Genova che assumeva l’incarico unitamente al collega Marco Altamura di Savona. C’è da dire che il Comune ha una polizza d’assicurazione con le Generali.
Nel marzo 2016 il dipendente comunicava di aver ricevuto la notifica dell’atto di conclusione delle indagini preliminari e contestualmente rinviato a giudizio chiedendo di attivare la polizza per l’assistenza legale, peraltro già attivata. Con nota del 22 giugnoi 2017 il dipendente comunicava di essere stato assolto per insussistenza del fatto con sentenza del tribunale di Savona e richiedeva di essere ammesso al rimborso delle spese legali sinora sostenute personalmente pari a 2.759,64 €, preannunciando che il proprio legale avrebbe dovuto ancora emettere fattura a saldo. Con mail dell’11 luglio l’avv. Paolo Gaggero inviava preavviso di parcella per un importo complessivo di 9.0001,57 € a saldo delle competenze per l’attività prestata.
La giunta Pignocca da atto che “il procedimento penale si riferisce a dei fatti connessi all’espletamento della funzione pubblica esercitata dal dipendente e nell’esercizio delle attribuzioni affidategli”. Tra l’altro, un professionista che è stato votato dai colleghi nel direttivo provinciale dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Savona. La delibera da atto che il procedimento si è concluso con l'”assoluzione con formula piena”.
E ancora, un altro passaggio della delibera:”Preso atto che la sentenza è passata in giudicato, che nonostante il dipendente abbia omesso di concordare con l’amministrazione la nomina del proprio legale, secondo recenti pronunce della Corte dei Conti, si ritiene ammissibile il rimborso delle spese sostenute dal dipendente prosciolto, di conseguenza esprimere il proprio gradimento riguardo l’avvenuta nomina quali difensori di fiducia dal dipendente, Paolo Gaggero e Carlo Altamura e di accogliere la richiesta di rimborso spese legali sostenute dal dipendente….”. Complessivamente 12 mila Euro.
Infine c’è da citare, questa volta siamo nella sfera personale, anche se c’è la presenza di un tecnico comunale (non si tratta della stessa persona, ma di un funzionario in rosa), un curioso parapiglia, accaduto in centro storico, tra due signore. L’una si sentiva ‘offesa’ ed indignata perchè si sarebbe vista ‘sottrarre’ il marito che, tra l’altro, è un noto e riverito personaggio pubblico di primo piano. Per farla in breve, pare che l’incidente si sia chiuso col riconoscimento alla dipendente comunale di una discreta somma, col ritiro della querela, spese legali e ‘danni’.
Non è la prima volta che il centro di Loano, tra Corso Europa, via Garibaldi e dintorni, zone molto frequentate e commerciali, sia teatro di ‘scontri’ tra mogli, mariti, amanti, con protagonisti personaggi che hanno ruoli pubblici. ‘Love story’ e corna che non farebbero notizia senza le rivelazioni di faceboock, foto incluse, dove finisce spesso spazzatura, pettegolezzi, sputtanamenti ingenerosi e non sconfinasse persino nel dileggio, a secondo da che pulpito arriva. Certamente sarebbe un ottima cosa se chi riveste ruoli pubblici evitasse di scivolare in pubblico, sapendo che non è il ‘signor nessuno’. Insomma, onori ed oneri per chi sceglie di farsi eleggere o riveste una carica pubblica. I divorzi e separazioni sono un a cosa, le beghe e le ‘botte’ in piazza da ‘giustizia fai da te’ è ben altro. A prescindere da torti e ragioni.
ILARIA CAPRIOGLIO OSPITE DELL’UNITRE DI LOANO
Sabato 14 ottobre alle 15.30, nella Sala Consiliare del Comune
Ilaria Caprioglio ospite dell’Unitre di Loano per parlare di bullismo e cyberbullismo. L’autrice, saggista e Sindaco di Savona si troverà sabato 14 ottobre 2017 alle 15.30 nella Sala Consiliare (g.c.) del Comune di Loano, per presentare il libro “Cyberbullismo. La complicata vita sociale dei nostri figli iperconnessi” (2017, ed. Leone Verde), per un’iniziativa organizzata dall’Università delle Tre Età – Sede di Loano, con il patrocinio di Provincia di Savona, Regione Liguria, Comune di Loano. Introduzione a cura di Umberta Bolognesi, presidente Unitre Loano. Presenta il giornalista Cristiano Bosco.