Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Monesi: chiude baracca e burattinai. Lacrime da coccodrillo e chi non depone le armi. Siate fiduciosi nella misericordia ‘Scajola dynasty’


L’incontro con amministratori e tecnici provinciali è andato come trucioli.it prevedeva. Monesi ha chiuso ‘baracca e burattinai’. Se ne riparlerà, se tutto va bene, parliamo di interventi risolutivi, con il ritorno della primavera 2018. Terra di nessuno. Speriamo a dopo le elezioni, così i fedelissimi dell’Italia che non cambia continueranno a votare per chi li ha sempre accontentati e a leggere quei giornali e quelle cronache che non disturbano più di tanto. Danno voce ai soliti noti anzichè all’uomo della strada. Chi conserva la rassegna stampa, anche quella di Imperia Tv, la beniamina delle valli, potrà rendersi conto che politici e loro compari occupano il 90 per cento degli spazi, fanno meglio se sono sulla plancia di comando. Ora non si potrà neppure più imprecare a quel ‘testone’ di Terenzio Toscano, comproprietario col fratello Enrico delle montagne di Monesi e che come trucioli.it aveva anticipato hanno scelto di mettere in vendita. L’interrogativo: se Terenzio, funerale a Pieve di Teco, sepolto nel tomba del padre a Piaggia, ha fatto testamento e disposto che l’erede non sia il fratello ? Che succederà ? Gli imperiesi della provincia (spesso) più azzurra d’Italia, insieme alla ‘casta’ Sicilia, abbiano fiducia. I media hanno dato risalto alle manovre della ‘Scajola dynasty.’ I lor signori potranno finalmente dare una mano vera ai sudditi delle valli e ‘forestieri’ delle seconde case.

Claudio Scajola con l’allora vescovo di Ventimiglia, la signora Cozzi Parodi  che a Monesi ha acquistato col padre immobili della vecchia proprietà alberghiera oggi ridotti a ruderi e abbandonati

Un giorno titolano e leggiamo con sommo gaudio che zio Claudio sta pensando alla candidatura a sindaco di Imperia (un ritorno) per ‘rilanciare la città, la sua economia, i posti di lavoro per i giovani laureati e diplomati, una vecchiaia serena per gli anziani’. Il giorno dopo che Sciaboletta che pare abbia fatto pace, almeno giudiziaria con il nemico numero uno della Casa della Legalità (col versamento di mille euro a scopo benefico per diffamazione al presidente Cristian Abbondanza),  starebbe facendo un pensierino al parlamento di Strasburgo, togliendo castagne dal fuoco all’ormai potente e riverito dal popolo, nipote Marco, pure lui grande amico di Monesi e tifoso del suo rilancio. Per via della nonna, quando lui era bambino. Soltanto che gli Scajola hanno venduto negli anni buoni e se ne sono andati da Monesi e i loro ammiratori, opportunamente tenuti a bada dai battaglieri leghisti di governo e di potere, non devono scoraggiarsi, sentirsi soli.

Del resto sfogliate la rassegna stampa ingiallita e l’unico che ha sempre detto pane al pane e vino al vino è quel  vecchio montanaro di trucioli.it. e di Mendatica. Lui non ha debiti di riconoscenza, non deve preoccuparsi delle provvidenze per l’editoria, raccogliere pubblicità istituzionale dalla Regione e via dicendo. Non ha ricoperto cariche pubbliche, né sottocariche magari in enti a Diano Marina o Sanremo, non ha moglie, marito, figli, cugina, nipoti negli uffici stampa di aziende o enti pubblici, non deve promuovere libri o società d’affari amiche, ha vissuto da cittadino comune, libero delle sue idee e di scriverle, senza condanne per diffamazione o risarcimenti in sede civile a carico dell’editore. Senza dover ricorrere alla parolina giusta per una raccomandazione. Siamo passati di moda, anzi non lo siamo mai stati.

Monesi non doveva essere merce di scambio, era semmai un locomotiva e per nessuna ragione al mondo essere lasciata sola. Monesi doveva rappresentare una priorità per tutti, a destra e a sinistra, cristiani e atei, poveri e ricchi, sindacati ed imprenditori. Tutta la comunità imperiese, savonese, genovese e ligure doveva farsene carico anche quando in queste valli si sbagliava,  si cementificava scopiazzando la riviera del benessere, quando comandavano i signori del cemento e dei progetti, i fratelli massoni andavano a braccetto con giudici e funzionari della Provincia. Ci si accaniva contro una magistrato che voleva solo fare il suo dovere, magari sbagliando. Monesi doveva essere una priorità quantomeno quanto e come è stata, per l’imperiese Marco Scajola, la lotta a favore dei ‘poveri’  Bagni Marini liguri.

E come nulla fosse è trascorsa la stagione di crisi per Monesi con qualche ‘abbaio alla luna’, per i Bagni Marini oberati dal lavoro e dalla fortuna (meglio così) si è continuato ad emettere comunicati stampa dalla Regione Liguria, con spazi e titoloni allarmati sui giornali, alle televisioni, interviste ai lottatori del bene comune, ovvero spiagge ai privati. A Trucioli.it eravamo troppo soli, troppo liberi, per essere ascoltati, per fare notizia. E si perchè in Liguria, a spese nostre, conosciamo anche la ‘mafia bianca’ dell’informazione. Quella per cui una  notizia viene ripresa da tutto il coro, citata, rivisitata; se arriva da una certa sponda è  invece ‘terra bruciata’. Per avere visibilità bisogna far parte del sodalizio e così ecco i nostri illustri colleghi adeguarsi, adagiarsi, stendere il tappeto.

Nessuno può gioire per il lungo letargo a cui è  condannato Monesi, con tante e troppe complicità politiche e morali, ma per favore almeno chiamiamole lacrime da coccodrillo. Noi che ricordiamo, solo per colpa dell’età, gli anni di cronaca giudiziaria con quel nuovo ponte del Bavera finito nel mirino dei magistrati per presunte tangenti e mazzette. Non vogliamo sbagliare, ma l’inchiesta si concluse senza una perizia di congruità dei lavori fatti e della spesa sostenuta. Si indagò nel filone delle bustarelle, lasciando al tempo la sorte del nuovo ponte che è diventato vecchio e pericoloso.  O forse non ha resistito alla furia delle acque, non di un terremoto. E al collaudo questo particolare magari è sfuggito. Acqua passata, continueremo a lottare, anche in perfetta solitudine, per un futuro migliore e meno fariseo.

(luc.cor.)

IL PARCO ALPI LIGURI COMUNICA

L’amministrazione provinciale di Imperia ha disposto, a partire dal 5 settembre, la chiusura al transito veicolare e pedonale del tratto della SP 100 fra Monesi e Piaggia, in coincidenza del ponte Rio Bavera (Km 14+900 – confine Provincia Cuneo Km 0+557 variante SP 154 Piaggia-Monesi). A seguito degli eventi alluvionali dello scorso novembre, la SP 100 risultava già interrotta nell’abitato di Monesi di Mendatica (accesso lato Liguria), ma le ultime verifiche tecniche sul ponte Rio Bavera hanno reso necessario procedere anche all’interdizione totale del transito sull’accesso lato Piemonte”. (La foto del ponte pubblicata dal sito del Parco è quella scattata da trucioli.it  il 10 giugno 2017 alle 17,30, con data ed ora, ma senza citarci, grazie lo stesso ci siamo abituati ai ringraziamenti)

L’INCONTRO IN PROVINCIA – Il presidente della provincia di Imperia Fabio Natta ha ricevuto mercoledì 6 settembre 2017, alle 9,30, una delegazione di residenti e frequentatori di Monesi e Piaggia allo scopo di fare chiarezza, sull’immediato futuro, con particolare riferimento alla viabilità. La delegazione è uscita dall’incontro tra rabbia e amarezza, bastonata più di quanto si credeva. Che dire ? Loro non fanno paura. Non bloccano l’autostrada o la ferrovia. Non fanno lo sciopero della sete e della fame. A che pro ? Li lascerebbero perire.

Ha scritto, prima dell’appuntamento in Provincia, il battagliero e solitario Rinaldo Sartore: “Dall’alluvione alla palude. Sia gli amministratori regionali, sia quelli provinciali e comunali di Mendatica, hanno fatto seguire, agli annunci di quasi un anno, poco più di nulla.

Lo scorso giovedì 24 agosto, a nove mesi esatti dalla disastrosa frana, hanno deciso di interdire completamente la circolazione sul ponte Rio Bavera. Incuranti di provocare, con tale decisione, il tracollo definitivo della già tanto provata economia di Monesi, Piaggia, San Bernardo di Mendatica e tutto il resto della Valle Arroscia, e consapevoli dei ritardi ingiustificabili nei quali oggettivamente giacciono tutti i provvedimenti più volte annunciati, hanno emanato, con distacco, un glaciale comunicato stampa.

Quanto ai ritardi, mi riferisco in particolare al ripristino della viabilità sulla s.p. 100 che da San Bernardo di Mendatica consentiva di raggiungere Monesi di Triora e Piaggia, ma anche Valcona e Salse, senza dover allungare il percorso di una trentina di km attraverso Viozene ed Upega.

A residenti e turisti non resta che sperare che la relativa ordinanza di interdizione, prevista dal prossimo 5 settembre, resti solo un annuncio come è stato per tutti gli altri provvedimenti. Diversamente sarebbe il colpo di grazia anche per la fiducia che gli elettori hanno riservato, finora, agli amministratori regionali, provinciali e comunali.

Nello schema seguente l’impietoso confronto tra alcuni Annunci e Fatti.

Rinaldo Sartore

Egregio Presidente Giovanni Toti, Le trasmetto la sintesi degli annunci relativi a interventi volti a superare la drammatica situazione post frana a Monesi. Purtroppo ai molti annunci sono seguite pochissime azioni. Se sarà attuata la chiusura totale del transito sul ponte Rio Bavera, prima che sia realizzato il ripristino della s.p. 100, assisteremo ad un secondo disastro; questo certamente evitabile.

Le sono grato per l’attenzione e Le porgo i mie ossequi.

Rinaldo Sartore  

P. S. Le trasmetto, in allegato, alcuni articoli apparsi sui giornali locali.

Provincia decisionista solo per chiudere le strade – “L’eventualità di veder chiusa, nei due sensi di marcia, la strada provinciale per Monesi e Piaggia a inizio della sempre più breve stagione estiva è un fatto inaudito”. Era il 21/6/2016 e il tratto che la polizia provinciale aveva deciso di chiudere, senza preavviso, era quello relativo ai lavori di consolidamento per piccola frana a circa metà strada tra San Bernardo e Monesi di Mendatica. In seguito alle lamentele e agli articoli prontamente apparsi sui giornali, gli stessi uffici provinciali scoprirono che si poteva ricorrere al senso unico alternato. Oggi dopo la catastrofe che ha messo in ginocchio Monesi e in serie difficoltà tutta l’economia della Valle Arroscia, la stessa provincia di Imperia ha condiviso, con la provincia di Cuneo, Regione Liguria e Piemonte, Sindaci di Mendatica e Triora, la decisione di chiudere la sola strada rimasta, vietando il traffico sul ponte Rio Bavera. Non discuto i pareri tecnici e la prudenza dei professionisti che hanno suggerito la chiusura totale del ponte, ma provo a mettere in discussione il buon senso; fino a fine giugno su quel ponte sono transitati autocarri fino a 7,5 t. poi il traffico è stato limitato agli automezzi fino alle 3,5 t. a pieno carico. Dal 5 settembre sul ponte non potrà più transitare neppure una bicicletta. Se il ponte sul Rio Bavera fosse a rischio crollo, la prudenza avrebbe imposto la chiusura immediata. Inoltre tutte le promesse sono, ad oggi, rimaste solo annunci, almeno quattro dei quali per lo stanziamento di 500.000 euro per tracciare la pista di cantiere atta a ricollegare la s.p. 100  nel tratto franato a Monesi di Mendatica. I lavori non sono ancora iniziati e l’autunno è alle porte; i carotaggi sono ancora in corso; L’ordinanza di inagibilità degli immobili di Monesi, impedisce a tutti i proprietari di entrare nelle loro case, anche in quelle palesemente intatte; chi ha avuto danni ai tetti non può procedere alle urgenti riparazioni; però in un battito di ciglia si è deciso, questo non è un annuncio, di chiudere l’unica speranza di salvezza per i pochi, eroici gestori delle superstiti attività turistiche del luogo. La comunicazione dell’ordinanza ai residenti e ai proprietari di seconde case dovrebbero darla, di persona e sul posto, gli stessi amministratori regionali che hanno dato speranze e formulando precise promesse. Se venissero saremmo in molti ad accoglierli. Sanremo 25/08/2017                                      Rinaldo Sartore 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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