A qualche centinaio di cittadini capita di ricevere l’inatteso buon onomastico. Un augurio praticamente caduto in disuso, contrariamente al compleanno. Un cittadino savonese, Carlo Scrivano, noto alle cronache per gli incarichi ricoperti – direttore dell’Unione Albergatori, consigliere della Fondazione Carisa, ex assessore in Provincia – da anni è uso ricordarsi del Santo protettore. Telefona agli amici, ai conoscenti, nella ricorrenza che tutti dimenticano. Gilberto Costanza, dopo la rubrica Buon Compleanno, complessa e a rischio errori, ha deciso di inaugurarne una seconda, inedita e meno diretta. Tra i tanti malanni della vita moderna, tra rose e spine, chissà non sia utile tornare all’antico per regalarci un augurio in più, contro il logorio…
BUON ONOMASTICO A …
Settimana dal 16 al 22 ottobre
La settimana dal 16 al 22 ottobre contempla la ricorrenza degli onomastici di Santa Edvige, di Sant’Ignazio di Antiochia, di San Luca, di Santa Laura di Cordova, di Sant’Irene del Portogallo, di Sant’Orsola e compagne e di San Donato di Fiesole.
Non trascorre giorno senza compleanni e onomastici. E’ l’occasione buona per fare gli auguri ai propri cari: i genitori, i figli, i parenti, gli amici e i conoscenti.
Spesso succede che, presi dai tanti problemi della vita (in fase crescente ai nostri giorni!), non si guarda il calendario che normalmente è appeso alla parete o posto su una scrivania, un mobile della cucina o della sala da pranzo.
Nulla di grave (per modo di dire!), però quale probabile delusione per chi si aspettava che – incontrando un parente, un amico o conoscente – gli facesse gli auguri. Viceversa: una grande gioia!
Ritenendo cosa utile agevolare chi naviga in internet e i sempre più numerosi lettori di www.trucioli.it diamo inizio alla rubrica settimanale “Buon onomastico a…”:
– Giovedì 16 ottobre ricorre l’onomastico di Santa Edvige – nata a Andescj in Baviera il 1174 nell’alta Baviera, fu duchessa della Slesia, sposa di Enrico I° detto il Barbuto. La sua condizione nobile non le vietò di vivere a fondo la propria fede, dando prova di profonda devozione ed esprimendo in diversi modi la carità verso gli ultimi e l’intenzione totale di porre tutta la sua persona a servizio degli altri.
Nel Martirologio Romano è riportato: “Santa Edvige, religiosa, di origine bavarese e duchessa di Polonia, si dedicò assiduamente nell’assistenza dei poveri, fondando per loro degli ospizi e dopo la morte del marito, il duca Enrico, trascorse operosamente i restanti anni della sua vita nel monastero delle monache Cistercensi da lei stessa fondato e di cui era badessa sua figlia Gertrude. Morì a Trebnitz in Polonia il 15 ottobre 1243.” (www.santiebeati.it)
– Venerdì 17 ottobre ricorre l’onomastico di Sant’Ignazio di Antiochia che fu il terzo vescovo di Antiochia, in Siria, terza metropoli del mondo antico dopo Roma e Alessandria d’Egitto e di cui San Pietro era stato il primo vescovo. Non era cittadino romano e quando l’Imperatore Traiano dette inizio alla sua persecuzione fu arrestato e condannato. Nel Martirologio Romano è riportato: “ Memoria di Sant’Ignazio, vescovo e martire, che discepolo di San Giovanni Apostolo, resse per secondo dopo San Pietro la Chiesa di Antiochia. Condannato alle fiere sotto l’Imperatore Traiano, fu portato a Roma e qui coronato da glorioso martirio: durante il viaggio, mentre sperimentava la ferocia delle guardie, simile a quella dei leopardi, scrisse sette lettere a Chiese diverse, nelle quali esortava i fratelli a servire Dio in comunione con i vescovi e a non impedire che egli fosse immolato come vittima per Cristo.” (www.santiebeati.it)
– Sabato 18 ottobre ricorre l’onomastico di San Luca evangelista, nato a Antiochia
di Siria e venerato il quale “Luca (che dal latino significa <nativo della Lucania>) non ha visto Gesù. Scrive il suo Vangelo basandosi sui testimoni diretti, tra cui probabilmente alcune donne. C’è un’ampia presenza femminile nel suo Vangelo, cominciando naturalmente dalla Madonna: Luca attento ai dettagli che la riguardano, alle sue parole, ai suoi gesti, ai suoi silenzi. Di Gesù invece sottolinea l’infinita misericordia, la mansuetudine unita all’onnipotenza, e quella forza che uscendo da lui <sanava tutti>. Gli Atti degli Apostoli raccontano il primo espandersi della Chiesa cristiana fuori di Palestina, con i problemi e i traumi di questa universalizzazione; nella seconda parte è dominante l’attività apostolica di Paolo, dall’Asia all’Europa.” (www.santiebeati.it)
– Domenica 19 ottobre ricorre l’onomastico di Santa Laura di Cordova che: “Sarebbe stata una monaca del monastero di Santa Maria di Cutedara, vicino Cordova in Spagna, di cui nel 856 divenne badessa. Nel <Martyrologium hispanicum>> si narra che durante l’occupazione musulmana rifiutò di abiurare la propria fede cristiana: “condotta davanti ad un giudice islamico, fu processata e condannata a morire in un bagno di pece bollente. Dopo tre ore di atroci dolori, diede la sua anima a Dio.” Era l’anno 864. A dispetto delle scarne notizie che si sanno, il culto per la martire Laura ebbe grande espansione e il suo nome è molto diffuso in tutta Europa. Molti studiosi fanno derivare Laura dal latino <<laurus>>, cioè alloro, pianta sacra ad Apollo e simbolo di sapienza e gloria. Ai tempi dei romani comunque era più facile trovare Laurentia che Laura. Il significato lo si fa risalire al serto di alloro con cui venivano incoronati i vincitori di varie gare. Nei secoli successivi, con il serto sulla testa, si sono raffigurati i poeti e i sapienti. Ancora oggi chi completa il ciclo studi è detto <laureato>. (Avvenire)
– Lunedì 20 ottobre ricorre l’onomastico di Santa Irene del Portogallo che: “Nome bello nel suono e nel significato,perché deriva dalla parola greca che significa “pace”. Nata nel Portogallo nella metà del VI secolo, religiosa in un monastero di vergini consacrate a Dio. Si innamorò di lei un giovane signore che più volte la chiese in sposa. Irene gli fece capire come ciò fosse impossibile e non per sprezzo o antipatia, ma per restare fedele ad un impegno più alto. Al rifiuto, il giovane, sinceramente innamorato, si afflisse tanto da ridursi gravemente ammalato. Spronata dalla carità, Irene si recò a visitarlo e lo consolò con parole così ispirate da far presto guarire l’innamorato giovane. Benché modesta e pudica, ella spiccava tra le consorelle per la sua eccezionale bellezza di lineamenti.
Un religioso indegno, turbato dalla bellezza di Irene, tentò di corrompere la giovane, sua penitente. Non riuscendovi, egli si vendicò atrocemente. Offrì alla fanciulla una misteriosa bevanda e poco dopo Irene mostrò i segni di una prossima maternità. Lo scandalo dilagò e lo seppe anche il primo contendente il quale, giustamente, si ritenne odiosamente beffato. Mandò perciò un sicario per punire la donna, da lui ritenuta menzognera e impudica. Il sicario recise con la spada la testa di Irene, poi ne gettò il corpo nelle acque di un fiume. La corrente portò il corpo di Irene fino al Tago, poi lo fece arenare presso la città di Scallabis; dove viveva un Abate, zio della fanciulla. Avvertito in visione dell’accaduto, l’Abate si recò in processione a raccogliere le spoglie dell’uccisa. Non fu difficile comprovare l’innocenza della fanciulla, Martire senza colpa. La sua vicenda commosse l’intera città, tanto che da allora venne chiamata, non più Scallabis, ma Santarèm, cioè “Sant’Irene”. …”. Fonte(www.santiebeati.it)
– Martedì 21 ottobre ricorre l’onomastico di Santa Orsola e compagne che: “Vissero probabilmente nel IV° secolo e non nel V° come vuole la leggenda.
Una Passio del X° secolo, infatti, narra di una giovane bellissima, Orsola, figlia di un re bretone, che accettò di sposare il figlio di un re pagano con la promessa che si sarebbe convertito alla fede cristiana. Partì con 11,000 vergini per raggiungere lo sposo, ma l’incontro con gli Unni di Attila provocò il loro martirio.
Orsola fu trafitta da una freccia perché non aveva voluto sposare lo stesso Attila. Questa leggenda, comunque, ha una base storica, come ha dimostrato il ritrovamento di una iscrizione presso una chiesa di Colonia. L’iscrizione parla del martirio di Orsola e di altre dieci vergini (divenute 11.000 per un piccolo segno sul numero romano XI), martirio avvenuto probabilmente sotto Diocleziano.
In Martirologio Romano è scritto: “Presso Colonia in Germania, commemorazione delle sante vergini, che terminarono la loro vita con il martirio per Cristo nel luogo in cui fu poi costruita la basilica della città dedicata in onore della piccola Orsola, vergine innocente, ritenuta di tutte la capofila. Fonte:(www.santiebeati.it)
– Mercoledì 22 ottobre ricorre l’onomastico di San Donato di Fiesole che “ Nacque in Irlanda negli ultimi anni del secolo VIII° da nobili genitori cristiani. Spinto da un desiderio di perfezione cristiana nel 816 abbandonò la famiglia e la patria e si mise a peregrinare per varie regioni giungendo fino a Roma. Sulla strada del ritorno verso casa arrivò a Fiesole proprio mentre il clero ed il popolo trattavano dell’elezione del nuovo vescovo. Fu così che i fiesolani scelsero proprio lo sconosciuto pellegrino.
Era l’anno 829. Il suo governo pastorale a Fiesole durò oltre 40 anni. Fu uomo di lettere e, se non vi insegnò, certo esercitò molta influenza sulla scuola eretta a Firenze da Lotario in seguito ai deliberati dell’assemblea di Olona del 825. Scrisse diverse opere delle quali rimangono soltanto un epitafio dettato per la sua tomba, prezioso per le notizie autobiografiche; un Credo, poetico, recitato fra gli amici e discepoli prima di morire, e le Lodi di Santa Brigida, patrona dell’Irlanda. Morì a Fiesole tra l’874 e l’877 “. (Avvenire)
G. C.