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Savona/ ‘Nuovi palazzi a sinistra’ con Sel e Rifondazione


A leggere le ultime sui ” nuovi palazzi” pare opportuno ricordare che quando la giunta comunale di Savona era di sinistra, ( ne ho fatto parte dal 1975 al 1985 con sindaci del livello di Zanelli e Scardaoni) il tema in questione aveva una linea politica ben diversa. C’erano autorevoli assessori come Pastore, la Roncallo, la Rosati, Ceroni, Luciano, Svetoni, Rebufello – per citarne alcuni – e Moras con delega all’urbanistica che fece il piano regolatore e , nel decennio, se non ricordo male “lottizzazioni” e ” nuovi palazzi” non ci furono, fatta eccezione per quelli delle c.d. Ammiraglie di corso Ricci.

 

La nostra giunta di sinistra si occupò di edilizia economico-popolare e di quella convenzionata costruendo un migliaio di alloggi a Legino ed a Lavagnola. Tantissime furono le cooperative che realizzarono “palazzi” per cittadini che rientravano nella categorie previste dalla normativa dell’edilizia convenzionata.

Da quel periodo storico invece od oggi cosa è successo ? Di tutto . La più evidente è quella delle ambitissime aree ex Italsider ove la classe politica, nel solo interesse dei suoi amministrati, ha permesso di togliere tutte le brutture ex industriali per far costruire tante belle casette . Per il “palazzo di cristallo” ( e sue appendici ) e per il Crescent è intervenuto un progettista molto famoso, però i risultati – a detta dei vecchi savonesi come me – non sono gran che e forse persino bruttini. Si dirà che sono stati realizzati utilizzando tutte le nuove tecnologie ad alta efficienza energetica ed ecosostenibile. No , non pare. Le hanno progettate – e poi costruite – come facevano gli antichi . Ma che bravi !

La nuova classe politica di sinistra ( senza offesa agli amministratori sopra citati ) ha inventato nuovi strumenti urbanistici per cui, nell’interesse della collettività, concedono varianti per volumi di edilizia ricettiva per poi trasformarla, con un colpo di penna, ma in pieno rispetto delle norme s’intende, in licenze abitative. Cioè si prevede in un primo tempo che in quel volume concesso dovrà nascere un albergo e poi, passati alcuni anni, poiché l’albergo non è ritenuto più conveniente economicamente, si autorizza la costruzione di unità abitative, sempre nell’interesse della collettività e del libero mercato ( ! ), s’intende.

Ciò è avvenuto col Crescent due . Ed ora così non sia anche per il restauro del S. Giacomo perché gli amministratori che ci governano stanno prevedendo, sempre nell’interesse della nostra città, su una parte dell’area, una destinazione alberghiera……………!

In Via Stalingrado alle c.d. Officine hanno costruito anche un albergo, ma vedete che primo o poi……..!

Per i cantieri Solimano, i proprietari dell’area hanno atteso tantissimi anni, ed ora finalmente hanno ricevuto l’ aumento di volumetria sperato.

Per il vecchio ospedale S. Paolo gli aumenti di volumetria, rispetto al progetto originario del 1992 approvato dalla Sovraintendenza Belle Arti, sono talmente elevati che mi stupisco che nessuno si stupisca.

Negli ultimi trenta anni nel Comune di Savona le giunte di sinistra cosa hanno fatto per l’edilizia a favore delle classi più deboli ? Promesse fatte nei programmi elettorali per poi disattenderle ogni volta senza vergogna !

Voglio concludere mutuando una parte di un commento sentito oggi : mentre perfino in Turchia per difendere un parco dalla cementificazione gli ambientalisti lottano e muoiono, Sel e Rifondazione a Savona, seppur in maggioranza, alzano un po’ la voce, per cercare di salvare la faccia, ma approvano la linea del Sindaco e del suo vice.

E l’opposizione ?

Così è se vi pare, scriveva Pirandello.


Luciano Locci

 

 

 


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L. Locci

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