ERA STATO ACCUSATO DI CONCORSO IN ABUSO D’UFFICIO. Assoluzione di Nichi Vendola, la procura impugna la sentenza. Un esposto dei pm inquirenti aveva fatto rilevare l’amicizia tra il giudice e la sorella del governatore.
CORRIERE DELLA SERA : Assoluzione di Nichi Vendola, la procura impugna la sentenza.
BARI – Il procuratore aggiunto di Bari, Lino Giorgio Bruno, ha impugnato la sentenza con la quale il gup del tribunale Susanna De Felice, il 31 ottobre scorso, ha assolto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e l’ex direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino, dall’accusa di concorso in abuso d’ufficio per la nomina di un primario.
ESPOSTO DEI PM INQUIRENTI – L’assoluzione aveva suscitato polemiche dopo la presentazione di un esposto dei due pm inquirenti, Francesco Bretone e Desireè Digeronimo, nel quale si rilevava l’amicizia tra la sorella del governatore Vendola, Patrizia, e il gup che aveva disposto l’assoluzione
Questa è stata la scarna informazione ripetuta su tutta la stampa nazionale nella settimana scorsa. Nessun commento anche se la questione appare indiscutibilmente assai delicata e, vorrei dire, abbastanza curiosa poiché si riferisce non solo alla amicizia del gup con la sorella di Vendola, ma anche ad una cena tra amici – avvenuto poco tempo prima della sentenza di assoluzione- in cui erano presenti sia il magistrato e sia l’imputato a processo, ovvero il Nichi Vendola. Evento inizialmente negato ma poi ammesso dopo la pubblicazione di moltissime foto che li ritraevano assieme alla cena. Mi immagino il putiferio sui giornali ed anche i commenti sarcastici dei giornalisti perbenisti di Repubblica se la stessa cosa fosse capitata ad altri personaggi di altra fede politica.
Ricordo che il presidente della Regione Puglia, Vendola, era stato indagato nel 2009 per concorso in abuso d’ufficio per aver favorito illecitamente la nomina di un primario all’ospedale San Paolo. Ad accusarlo fu Lea Cosentino, ex dirigente dell’Asl Puglia che risulta essere indagata nello stesso procedimento per lo stesso capo di imputazione.
Ma per capire la questione è bene riprendere le notizie sulle inchieste sulla sanità pugliese ( che strano nessuno ne parla più !) . Infatti la vicenda Vendola si intreccia con l’inchiesta del suo braccio destro allora assessore regionale alla sanità Tedesco che, nel 2009, dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia, ha presentato le dimissioni per poi candidarsi al Parlamento.
Una delle tante magagne di Tedesco riguarda un appalto di smaltimento rifiuti, nel quale per la procura l’assessore avrebbe “sponsorizzato” la ditta Tradeco. A margine, emergono molti rumors. Per esempio, in una telefonata di novembre 2008 con l’assessore, il perito Antonio Coscia, che a verbale si definisce “vicino al centrosinistra”, e “accreditato come persona di fiducia di forze dell’ordine e di alcuni magistrati”, rassicura Tedesco che un’acquisizione atti avvenuta nella Asl barese riguardava la Tradeco e non “quella cosa”. Gli inquirenti chiedono a Coscia cos’era “quella cosa”, e il testimone replica: “Quello che lo poteva preoccupare… allora si parlava sempre delle indagini”.
L’AVVISO DI GARANZIA “POLITICO”
Il consigliere regionale Pd De Caro a maggio 2008 chiama Tedesco: “Albe’ mi è arrivata una telefonata di Possin, che dice che si è diffusa una notizia politica, non giudiziaria, relativa a un avviso di garanzia che avresti presto tu”.
LE “CARTE” DI NICHI CONTRO TEDESCO
Il 10 giugno 2008, Tedesco chiama il sindaco di Bari, all’epoca segretario regionale del Pd, Emiliano ( ex sostituto procuratore della Repubblica di Bari). Che gli rivela l’intenzione di Vendola di farlo fuori o di tenerlo “sotto scacco” con “carte”. Tedesco: “Me lo ha detto il capo di gabinetto (…) mi ha fatto capire che le carte gli erano state date dagli ambienti del Pd”. Emiliano: “(…) io invece temo un’altra cosa (…) sostanzialmente voglia tenerci in scacco su alcune cose”. Il 21 giugno, stessi interlocutori, Tedesco aggiunge che Vendola gli ha detto di aver saputo da Zazzera (Idv) “che a settembre riprenderà un’offensiva nei miei confronti che sarà anche di carattere giudiziario”.
VENDOLA E LE INTERCETTAZIONI
Il 6 febbraio 2009, tramite l’agenzia Ansa, Tedesco scopre di essere indagato e si dimette. Tre giorni dopo, al telefono con Vendola, scopre qualcosa di più. Vendola: “Ci sono molte intercettazioni, molte tue in cui parli male di Lea“. Ma se sui giornali non c’era traccia di indiscrezioni sulle intercettazioni, come faceva a saperlo? Ma già il 9 settembre 2008 il direttore dell’Asl , Polemio, dice al braccio destro di Tedesco, Mario Malcangi: “Un amico mi ha detto che mercoledì Alberto si dimetterebbe per anticipare la procura…”. E quando Malcangi chiede al fratello oculista di Vendola, Enzo, se è vero che Nichi voglia sostituire l’assessore, si sente rispondere: “Mario, no comment. Quattr’occhi”. Lo stesso Enzo Vendola, il 7 ottobre, è ancora più esplicito con Malcangi: “Non possiamo parlare più per telefono di questi fatti (…) perché l’aria si è fatta proprio irrespirabile, capito?”.
Primo Sospetto maligno : c’era mica qualche “talpa” ?
I magistrati baresi hanno chiesto per la prima volta al Senato l’autorizzazione a procedere all’arresto del senatore Tedesco il 23 febbraio 2011, ma l’istanza è stata rigettata da Palazzo Madama il 20 luglio 2011. In quell’ordinanza cautelare venivano contestati i reati di concussione, corruzione, turbativa d’asta e falso. Quando, l’8 agosto 2011, Tribunale del Riesame di Bari accolse l’appello dei pm riconoscendo a carico del senatore anche il reato di associazione per delinquere (non contestato nella prima ordinanza) e la Cassazione confermò la misura cautelare, gli atti furono inviati nuovamente al Senato con una nuova richiesta di arresto.
Nel febbraio 2012 arrivò il secondo «no» all’arresto del senatore. Corriere del Mezzogiorno il 15 marzo : “ Scaduto il mandato parlamentare, i carabinieri hanno arrestato Alberto Tedesco (gruppo Misto, ex Pd ). L’ex senatore è stato rinviato a giudizio il 4 febbraio scorso insieme ad altre 18 persone, tra cui l’ex direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino. Il processo comincerà il 6 maggio prossimo. L’interrogatorio di garanzia dell’ex senatore si terrà entro dieci giorni dinanzi al gip di Bari Antonio Diella. Secondo la Procura di Bari, Tedesco, assieme ad altre 19 persone, avrebbe costituito un’associazione per delinquere al fine di “commettere un numero indeterminato di reati contro la pubblica amministrazione”. Dal 2005 al 2009 – secondo l’accusa – avrebbe fatto parte di «una rete che era in grado di controllare forniture e gare di appalto che venivano illecitamente pilotate verso imprese facenti capo ad imprenditori collegati da interessi familiari e economici con i referenti politici e che erano in grado di controllare rilevanti pacchetti di voti elettorali da dirottare verso il Tedesco in occasione delle competizioni elettorali” ( ed il reato di voto di scambio ? In questo caso non parrebbe sussistere! ).
Riassumiamo : Fatti incriminati dal 2005 al 2008; febbraio 2009 avviso di garanzia; agosto 2011 e febbraio 2012 richiesta autorizzazione all’arresto ; febbraio 2013 rinvio a giudizio. Appare evidente che il rinvio a giudizio è avvenuto dopo un anno e mezzo dalla decisone del Senato e dopo quattro anni ( mica poco ! ) dall’informazione di garanzia per cui, continuando di questo passo, è presumibile pensare, se non avverrà una accelerazione delle procedure, che, arrivati a sentenza, i reati potrebbero essere tutti prescritti.
Premesso che con la riforma del 1993 è stata eliminata la necessità dell’autorizzazione a procedere per sottoporre un eletto alle Camere a procedimento penale, è lecito chiedersi come mai gli inquirenti invece di perdere tempo e chiederne l’arresto non abbiano semplicemente portato a processo il Senatore Tedesco in tutti questi anni ? Magari senza usare il metodo Woodcock del processo immediato, ma aspettare quattro anni per processarlo mi pare troppo.
A Vendola, seppur con una accusa meno rilevante, invece il processo è stato fatto ( con assoluzione !!!) nel 2012 dopo essere stato indagato nel 2009. Come mai questa disparità di trattamento da parte della stessa Procura? Ma con la clamorosa iniziativa ora assunta i tempi per un nuovo processo inevitabilmente slitteranno e si potrebbe prospettare – anche in questo caso – il rischio di prescrizione del reato.
Secondo sospetto maligno : a Bari ancora prescrizioni a sinistra per l’ex braccio destro di Vendola come quelle clamorose già avvenute recentemente per tanti compagni a Sesto S. Giovanni sul caso Penati ex braccio destro di Bersani?
Luciano Locci