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Bombe di Savona/ Per la Cia informazioni top secret


La CIA non intende fornire informazioni in suo possesso riguardanti le bombe di Savona, perchè le notizie sono protette (“currently and properly classified”) e poiché potrebbero riguardare la sicurezza nazionale. E’ quanto emerge dalla risposta che la Central Intelligence Agency ha fornito ad una serie di quesiti sollevati sulla base del Freedom of Information Act, la legge che consente ad ogni soggetto, cittadino USA o straniero che sia, di richiedere l’accesso ai documenti dell’amministrazione americana.

Dopo un approfondito esame della richiesta (avanzata a gennaio del 2012) l’agenzia ha concluso di non poter fornire informazioni neppure sull’esistenza di documenti riguardanti le dodici misteriose esplosioni avvenute a Savona tra il ’74 e il ’75, poiché i documenti sono classificati sulla base dell’Executive Order 13526 (“Informazioni classificate di sicurezza nazionale”): questo accade, in sostanza, quando la CIA non vuole divulgare le proprie fonti di intelligence e i metodi di investigazione.

Il fatto stesso di ammettere l’esistenza di notizie riguardanti le “bombe di Savona”, insomma, svelerebbe informazioni estremamente riservate e che potrebbero coinvolgere in via diretta o indiretta l’amministrazione americana: una replica che ricorda il “Glomar Response”, la risposta alla richiesta di divulgazione di documenti inediti riguardanti gli abusi compiuti dai soldati americani sui prigionieri rinchiusi nella prigione di Abu Ghraib o, per giungere a fatti più vicini a casa nostra, l’Operazione Gladio.

La CIA solleva due ulteriori eccezioni che impedirebbero la diffusione dei documenti (FOIA Exemptions (b)(1) e (b)(3). La prima coinvolge direttamente la sicurezza degli Stati Uniti: l‘amministrazione americana, infatti, può negare l’accesso a determinati documenti ritenendoli “classificati” (e, quindi, riservati) nell’interesse della sicurezza nazionale o se essi hanno attinenza con la politica estera.

Le regole per la classificazione dei documenti vengono stabilite dal Presidente degli Stati Uniti in prima persona tramite gli Executive Order; la CIA può utilizzare questa eccezione anche quando il fatto dell’esistenza o meno di un documento può da solo rivelare un’informazione classificata, o quando l’unione di informazioni, che prese singolarmente sono declassificate, può dare un quadro d’insieme tale da portare a un’informazione classificata (è la cosiddetta “teoria del mosaico”). In aggiunta, le notizie richieste potrebbero essere custodite dall’FBI (si spiegherebbe, in questo caso, quale altro “federal statute” protegge le informazioni savonesi) che ne vieta la diffusione quando si riferiscono ai servizi segreti stranieri, al controspionaggio o al terrorismo internazionale.

In ogni caso, quello che sembrava una banale storia di paese si complica e si allarga a dismisura: quale enorme segreto si nasconde dietro le bombe scoppiate in una tranquilla città di provincia quasi quaranta anni fa? Forse, la stessa risposta della CIA inizia a fornire qualche indizio in materia.

Massimo Macciò

Le due lettere inviate dalla Cia



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Massimo Macciò

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