Le istorie del medio ponente: giovanili esultanze, ontologie esplodenti ,– il vacillante trono di sicula matrona scarroccia dalla guida del cacciator d’Olona-
Abbiamo letto alla pagina 19 de “Il Secolo XIX” di giovedì 25 ottobre scorso, prendendo fiato dopo l’ultimo bagno di mare di questa capricciosa fine ottobre, che uno dei gruppi per il sostegno del buon Bersani alle cosiddette primarie, di cui è referente la gentile Ileana Scarrone, si è autodenominato “Diversamente giovani” !
Che bellezza ! Aderiamo subito toto corde perché da oltre mezzo secolo, ad ogni nuova stagione, rilanciamo a noi stessi la scommessa: “Dài, si riprende con novello eqilibrio!”
Con questa storia dei nuovi equilibri nella scala delle età, ci siamo arrampicati fino a limiti insospettabili di sconfinamento temporale raccontandoci, nei disagi, quella dell’uva. Sarebbe come rilanciare sull’oggetto le difficoltà del soggetto.
Il vetero-compagno Pistarino ci ha redarguiti :
“ Sempre con ’ste parole strane. Ma cosse vuoi riequilibrare, manco tu fossi quello là. Almeno lui si fa rifare continuamente ô mürô. Te ci hai la tua zucca pelata da veggetto!”
“Eh no! Caro Pista, noi siamo diversamente giovani perché la gioventù ce l’abbiamo dentro il cuore, e te lo dice il fatto che siamo sempre lì a voler cambiare qualcosa, a voler ricominciare, a voler rifondare, a voler riformare questo e quello.”
“Scì. Scì. Intantô ô nô cangia ninte, chi ghe l’ha in tô streppô sôn sempre i maêximi: i lavoratôri e i zôveni. In ciü nô se pêu mancô cantâ: ‘Eh ohilì ohilì ohilà e la Lega la vincerà’, perché queli balôrdi se sôn piggiâe ô nômme Lega pe’ quela belinata dô nordpadan.”
Il solito Pista.
Però noi siamo ammirati delle pagine 18 e 19 del Secolo di giovedì 25 ottobre che hanno, con tanto di illustrazioni fotografiche, messo a fuoco la straordinaria temperie critica che attraversa, nella nostra plaga savonalbenganese, il berleghismo. Qui crisi, altrove invece …crollo totale.
Con animo lieto e leggero abbiamo percorso fatti, dati, nomi, passaggi, il tutto sotto la dominante colata lavica del nostro Vaccarezza. Perché è nostro, di Loano, pueblo inventato dall’amata-odiata Genova. Ci dispiace che i suoi moti non possano essere convenientemente apprezzati e si dica che stia “inseguendo non si sa quali obbiettivi (Europarlamento, Regione…?)”.
L’obbiettivo principale, caro Dario Freccero, è chiaro : egli è un accanito studioso di Martin Heidegger. Dal grande filosofo tedesco ha tratto il fulcro della dottrina dell’essere che, per la vita e per l’uomo, è l’esserci (Da- sein / In-der-Welt-sein). “L’esserci non è soltanto un ente che compare fra altri enti. Possiede anzi la caratteristica ontica che a questo ente, nel suo essere, importa di questo stesso essere”. (Essere e tempo: par.9,12 Mondadori 2001.)
Lui c’è, eccome se c’è. Sono gli obbiettivi che, quali mera nebbiosa fantasmagoria discorrente nel tempo e nello spazio, non hanno consistenza.
Quelle pagine illustrate del Secolo resteranno, ben piantate come pilastri, nelle istorie del medio ponente ligure, intendendolo tale con inizio a Varazze e termine ad Albenga: capolavoro grafico ed iconografico, dedicato in massima parte alla Giunta municipale ingauna in strappata disconnessione. Contemplansi, in sorridente serialità, i volti imberbi del famoso Ciangherotti , detto “Lo spedizioniere” a causa del coraggioso e generoso invio- a proprie spese- di pattume al comune di Napoli, per dimostrare come si elimina la spazzatura; di Bessone, detto “Il pacifico”, di Geddo, detto “Il sintonizzato”, di Vannucci, detto “Basette e Pandette”. E poi last but no least Reina Rosalia, assittata ntronu, bianca e russa comu la cirasa, che sembra la baronessa di Carini prima del dramma.
Ma se Atene piange Sparta non ride. Eccoci in quel di Varazze dal cupo orizzonte marino-maronico, ove ancora non ci è stata data risposta all’accorato quesito: ma Rolletti? Quid ne è di questo fiero esponente della “Lega Nord per l’indipendenza della Padania (ilarità)” ?
Ne ricordiamo una tosta replica alle nostre osservazioni, in margine al congresso segreto tenuto dalla compagine leghista in quel di Varazze, appunto, a porte chiuse. E chi c’era per la direzione leghistica a tener concione? Belsito e Rosi Mauro ! Tutti e due espulsi, per i noti fatti d’amorosi sensi e di Tanzania, dalla Lega stessa. Poi (o prima? vuoto mnemonico) è stato espulso anche Rolletti che con quei due non c’entrava affatto.
Ma insomma, egregio leader lumbard Ripamonti, detto, per le radici in quel di Rho, “Il cacciator d’Olona”, perché mentre già stava mal messa la potestas ingauna, avete cacciato Rolletti? E’ inutile occultare i motivi, intanto di lui non riusciamo a pensar male lo stesso e prima o poi … Fuori dalla “Paiada”, per piacere !
BELLAMIGO