Pregiatissimi pesci stanziali o di passaggio stagionale del Mar Ligure e che prediligete la costa savonese. Ho letto con interesse ed un pizzico di stupore che all’Expo di Milano si è parlato di pesca, comunità di pescatori, della gloriosa cittadina di Noli. C’è scritto, credo per errore, che “anche la lampara non si può più usare” (sic!). Non è vero. Che in Liguria “ci rimane del pesce azzurro, abbondante ( Non è vero !) e di ottima qualità (verissimo), quali sugarelli, menole, naselli, boghe, saraghi, occhiate, rara palamita“. A Telenord ho ascoltato l’allarme di un ristoratore genovese (terza generazione): ” Ormai è difficile trovare anche le boghe, pesce povero ma ottimo come le acciughe, la gente va al ristorante e ignora. Il nostrano ligure quando si trova costa caro”.
Sapete chi sono gli Attila della notte che distruggono la risorsa del mare? Che nonostante il saggio divieto ai ‘nostri’ bianchetti, sperando nel ripopolamento, i rossetti in arrivo da Livorno o dalla Puglia erano in vendita, in poche pescherie, a non meno di 55 € il chilo? Che la pesca con la lampara, prima libera a tutti, ora è riservata ai pescatori professionisti ? Che le norme della Capitaneria sono un vero e proprio campo minato per la piccola pesca con obiettivo vantaggio per i pescherecci ? Ricordate le immagini ‘ storiche’ dei pescatori che tiravano la rete da riva? Proibito. E la pesca alla sciabica, in Liguria, creava danni ? Entro il limite dei 50 metri da riva non si può più pescare, dunque la sciabica è fattibile unicamente dalla barca. Rivelate per favore, magari con una ricerca su internet o archivi stampa, quanti parlamentari, senatori, consiglieri regionali, provinciali, comunali, sindaci, presidenti di Provincia, hanno difeso, con la dovuta tenacia ed informazione capillare, cosa accade nel mondo della piccola pesca, tanto sbandierata. Secondo voi , un attento lettore dei giornali, dei web, di audience in tv, ha avvertito che c’è stato una analogo interesse come è avvenuto (i dati certificano) per difendere la lobby dei Bagni Marini della provincia di Savona, di Imperia, del Tigullio ? Che cosa rappresentano ormai in termini elettorali 20 barche da pesca ! Non c’è solo del marcio, sostengono molti scrittori del Bel Paese, ci sono le confraternite clientelari che si tutelano.
Illustri pesci del nostro mare vi racconto qualche esperienza ascoltata nel mio infernale girovagare? L’unica insegna trovata nel peregrinare in Liguria, Piemonte e Lombardia, che annuncia la vendita di ‘Pesce Fresco della Riviera Ligure” la incontro settimanalmente in una piazzetta del centro storico di Ceva, dietro il palazzo del Municipio, vicino alla sede dei vigili urbani. Tutto alla luce del sole. Sono solito visitare la ‘storica’ pescheria Barone, nel centro storico di Albenga, dove esposto al pubblico c’è il cartello che indica, in base alla legge europea, la zona di pesca e provenienza del pescato, ovviamente fresco. Il Mar Ligure è stato sostituito con la dicitura ‘Mare Mediterraneo’.
Caro ‘abitante’ dell’acqua che prediligi la mia Liguria ti hanno ‘cancellato’. Ti hanno revocato il titolo ‘pescato nel Mari Ligure‘ e nessuno lo scrive, nè si ascolta in tv. Ma quante balle, ovvero bugie e qualche mezza verità raccontano sul tuo conto. La stragrande maggioranza di massaie, consumatori, clienti ai tavoli del ristoranti, sono disinformati. Non sanno chi ‘vive’ ancora nelle nostre acque, chi è quasi scomparso, chi ti cattura e chi non riesce più a praticare la storia gloriosa dei pescatori di Noli, Ceriale, Albenga, Alassio, Oneglia. In qualche porticciolo (Loano e Andora) hanno attrezzato il mercato ittico, a parte il prezzo, ogni tanto succedono cosucce non proprio onorevoli a danno dei consumatori.
Mio caro pesce, affollavi all’inverosimile le nostre acque, eri uno degli alimenti privilegiati, preferiti, più commercializzati, con gli ortaggi e le primizie della terra, dell’agricoltura ligure. Accadeva fino a qualche decennio fa, quando il ‘signor cemento e C.’ non aveva steso tappeti di palazzi, casoni, mostri (tanti e troppi) lungo la nostra bellissima costa, schiacciata tra la spiaggia e la prima collina. Lastricato d’asfalto milioni di ettari. E si sono pure dimenticati, quasi ovunque, l’Aurelia bis. Non sono stati lungimiranti nel prevedere che l’Autofiori si sarebbe trasformata in imbuto. Con i mattoni, il progresso civile, la globalizzazione, ci pure ‘donato’ tanti pescherecci, sempre più grandi, mostruosi, tecnologigi, radano e solcano i fondali. Purtroppo, caro amico pesce del Mar Ligure, non ti hanno lasciato scampo. I mitici branzini? al 98 per cento vengono serviti quelli di allevamento, con mangimi poco biologici ed antivirali: Sono spariti i nostrani perchè l’uomo (ovvero i miei sudditi indiavolati) ha distrutto perbene l’habitat,i branzini non trovano più prede, pesce mangia pesce. Si pesca qualche oratina, ma il pescoso, Capo Noli, i suoi fondali, testimonia il ‘protetto’ Carlo Gambetta, ha un fondale ricoperto da strati fangosi, frutto dell’arricchimento dei litorale. Si scaricano, col denaro pubblico e privato, milioni di mc. di materiale di scavo e chi lo pulisce ? Chi rispetta il mondo sottomarino con le sue regole multimillenarie ?
Prevalgono interessi commerciali del diavolo, cattiva o parziale informazione, diseducazione, difese corporative, costruzioni a mare a discapito di madre natura. L’inquinamento è di ogni sorta, i depuratori latitano ancora in barba a divieti di edificare per chi ne è sprovvisto. Ci sono sempre le proroghe del diavolo. La gallina delle uova d’oro (sfruttamento del bene – risorsa spiaggia) è dimagrita, si è attrezzata alla crisi trasformando gli ‘stabilimenti balneari’. Si sono moltiplicati a macchia d’olio nuove strutture di chioschi bar, ristoranti – pizzeria, tavole fredde e calde, locali per attrazioni musicali, nelle zone demaniali va di moda rubare spazio alla sabbia e al mare. Una conquista degli angeli, miei rivali in cielo ?
Eppure, carissimi pesci del Mar Ligure, siete sempre all’attenzione dei mass media, delle sagre, delle Expo di provincia e nazionali. Fanno bene a non invitare mai il comandante – patriarca Gambetta- racconterebbe testimonianze da far tremare i polsi. Il mio simpatito cicciarello si rifugiava nei fondali di Capo Noli, con l’avanzare del fango ci ha lasciato per altri lidi. Ora i cicciarelli arrivano in casse frigo dalla Francia, dalla Spagna. Ogni tanto ascoltiamo qualche bla bla, importante che non se ne parli con eccessiva intensità e durata.
Mi ha fatto piacere si siano ricordati di un cittadino valoroso, giovane. Marcos Lochtl, nato alle Canarie da padre austriaco (ha fatto per molti anni il cameriere, l’esercente) e madre di Noli. Due sorelle (Garzoglio) nipoti di Gian Battista Garzoglio, tra gli ultimi sopravvissuti che parteciparono al salvataggio dei naufraghi del Transilvania. Marcos fa parte del presidio Slow Food della pesca artigianale di Noli. Dedica, hanno narrato, dalle due alle tre ore al giorno alla riparazione delle reti. Usa strumenti semplici, che in alcuni casi fabbrica da solo, come gli aghi che prepara con il legno dell’erica arborea, la ‘bruga’ che si trova sul paradisiaco altopiano delle Manie. All’Expo di Milano, nello spazio Liguria, Marcos ha mostrato attrezzi che non vengono più usati come la cintura rudimentale che serviva per tirare da terra la schiabica. Tecnica molto antica, ingiustamente equiparata alle tecniche di pesca da traino.
Per onore di verità, Belfagor utilizza la consulenza del comandante Gambetta nonostante si goda una meritata vecchia, dopo anni da volontario in Croce Bianca. Chissà se tra i suoi nove nipotini (caso raro nel savonese) qualcuno ha la vocazione del pescatore. Il nonno è stato comandante di mercantile, ha girato il mondo, ha avuto pure tempo e passione, eletto dai concittadini, di essere sindaco per tre mandati. Bisogna ammettere che si distingue da libero pensatore e sferzante scrittore. Un tempo scriveva lettere e lo intervistava Il Secolo XIX, poi è passato di moda e lui ha scritto per il diocesano Letimbro. Un ex corrispondente di provincia, cronista di strada e del palazzo, l’aveva coinvolto su trucioli savonesi. Da tre anni è passato a trucioli.it. Gambetta che oltre al buon senso e all’esperienza, sa menare fendenti, sempre documentato. Nè smentite e ancora meno querele. Gli ‘orchestrali’ preferiscono fingere ed ignorare.
Signori pesci, la sciabica si pratica ancora, i zerli sono una prelibatezza ed una specialità di Noli. Per le acciughe accontentatevi delle ‘straniere’, anche i nostri tonnetti si sono fatti rari, come la palamita o i boniti. sugarelli, menole, naselli non sono stanziali, vanno a stagione. Buon pranzo e spassosa estate con i pesci nostrani e per favore fate sapere che le sagre ‘con pesce Ligure‘ sono una presa per i fondelli. Parola di…
Belfagor