Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Savona e Imperia scosse per Gianbattista Pizzimbone: diploma al Boselli, poi Aimeri e Biancamano (3300 dipendenti). Arresti per un appalto da 90 milioni in Puglia


I mass media, savonesi ed imperiesi in particolare, hanno dato notizia senza ‘sbattere il mostro in prima pagina’. L’ occasione ‘ghiotta‘. Giavanni Battista Pizzimbone, 48 anni il 4 maggio, cittadino di Montecarlo, residente a Ospedaletti, sposato, separato, senza figli, convivente, diploma da geometra al Boselli di Savona, presidente di  Biancamano Spa (3300 dipendenti), si è costituito lunedì mattina  dopo l’ordine di arresto (turbativa di gara d’appalto) del Gip di Trani. Coinvolti anche tre dipendenti. La madre abita a Bergeggi, il compianto papà era tecnico comunale a Savona, membro di commissione edilizia a Pietra Ligure (anni ’70). Il fratello, Pier Paolo, 45 anni il 4 marzo, vice presidente, assai meno schivo, è  spesso alla ribalta della cronaca, del gossip. E’ tra i fondatori dei Circoli del Buon Governo di Sanremo, Imperia, Albenga, Alassio, Acqui Terme.  Nella città del Muretto è stato abituale frequentatore del Palazzo, in ottimi rapporti con il popolare ex sindaco Marco Melgrati.  Con fedelissimi  e un paio di giornalisti in pool position.

Una foto d’archivio: i fratelli Pizzimbone con il presidente del consiglio (allora) Berlusconi

Le cronache raccontano che il primogenito Pizzimbone è coinvolto  nel reato (353 bis del codice penale) di ‘turbata libertà del procedimento di scelta del contraente’ (2011) nella gara di appalto per l’affidamento del servizio di raccolta rifiuti solidi urbani nel Comune di Andria. In ballo la capogruppo  Biancamano  Spa che da inizio anno ha guadagnato, in borsa a Milano, oltre il 63%, non per grazia ricevuta. Quotata dal 2007, è una holding di partecipazione totalmente dedicata all’igiene ambientale. 2500 automezzi industriali, il primo gruppo privato made in Italy, tra i maggiori operatori ambientali con un know-how ed una expertise di settore riconosciuti in tutta Italia. I Pizzimbone servono amministrazioni pubbliche e private in quasi tutte le regioni tramite la società operativa Aimeri Ambiente. Il fatturato si aggira sui 250 milioni di Euro.

Il Sole 24 Ore di martedì titolava: “ La corsa Biancamano si ferma in Procura”.  Il titolo rimarcava la costante ascesa in borsa da inizio anno “nonostante  la società abbia chiuso l’ultimo bilancio con ricavi in calo a 248 milioni – dai 271 del 2011…Le aspettative degli analisti sul bilancio 2013 non sono riosee: 186 milioni di ricavi e perdite per 21 milioni….Nel frattempo ad ‘arrestare’ la corsa del titolo a Piazza Affari ci ha pensato la magistratura….le azioni sono in calo dopo che il Gip di Trani ha disposto gli arresti domiciliari….“.

Nel gennaio dello scorso anno fece scalpore la notizia che la Procura della Repubblica di Catania aveva ipotizzato, al termine di indagini, che nella “Aimeri Spa emergevano infiltrazioni della criminalità organizzata, quale aggiudicatrice dell’appalto bandito dall’Ato CI1 Jonia Ambiente.  In carcere finirono 27 persone, altre 16 indagate, residenti in 14 Comuni Ionici“. Allora il vertice dell’Aimeri ammise che le “persone colpite  da provvedimenti giudiziari  sono dipendenti ed ex dipendenti con mansioni di secondo piano e che risponderanno personalmente dei reati per i quali sono accusati, alcuni reati addirittura estranei all’attività svolta dalla società ambientale“.

La Aimeri si dichiarava vittima e parte lesa e “come sempre, pronta alla massima collaborazione con le autorità competenti per fare luce  sulle gravi vicende…”. Per l’accusa “si attuava la falsificazione dei formulari di raccolta e conferimento in discarica della differenziata…con il ricorso a procedure di somma urgenza per favorire ditte riconducibili all’organizzazione mafiosa”. Il gruppo, con nota stampa, rese noto: …Giovanni Battista non si è mai occupato direttamente della gestione operativa della controllata Aimeri e, a maggior ragione, non ha mai interferito sulle scelte delle singole gare d’appalto cui la stessa partecipa”.  La holding “si occupa esclusivamente di coordinamento, controllo, definizione delle linee strategiche del Gruppo e delle società controllate”.

La Biancamano controllava la società Ponticell Srl, finita sotto inchiesta dell’allora sostituto procuratore della Repubblica, Filippo Maffeo, per l’impianto di smaltimento di San Lorenzo al Mare, nell’omonima località. Impianto che venne sequestrato, con la  conferma (maggio 2010) dal presidente del tribunale (per altre vicende finirà in carcere e condannato) Gianfranco Boccalatte, affiancato dai giudici Marina Aicardi e Massimiliano Botti.

Il tribunale del riesame ribaltò tuttavia la tesi di Maffeo: l’accusa di ‘instabilità’ fu mutata in  ‘abusiva’. Con un curioso antefatto. Nel novembre 2009 quando i giornali pubblicarono le prime indiscrezioni sull’inchiesta, Pier Paolo Pizzimbone fece una conferenza stampa al vetriolo. Parlò di gravissimo danno di immagine al Gruppo Biancamano,  di ‘criminosa fuga di notizie ‘ e disse di sapere  chi fosse l’autore, pare grazie alle confidenze-registrate di un giornalista amico. Sta di fatto che fu scontro aperto con il dr. Maffeo che per altra storia (caso Marrali) finirà nel ‘tritacarne‘ mediatico e della giustizia, prima penale e poi del Consiglio superiore della Magistratura. Il definitivo trasferimento in Toscana. Un magistrato onesto che, pur con gli umani limiti professionali, non si era mai macchiato di conflitti di interessi diretti o indiretti; non frequentava salotti e lobby associative; non faceva parte di squadre in cui scatta la ‘protezione’ in caso di bisogno. Una pagliuzza venne trasformata in trave. Ma i misteri del tribunale di Imperia, nonostante la energica ventata d’aria pulita e di rinnovamento, di prestigio riconquistato, racchiudono l’ombra di quel ‘fallito’ attentato, messo in soffitta e che avrebbe dovuto causare forse una strage. A quale scopo?

Torniamo a Gianbattista Pizzimbone e  a Biancamano Spa- Aimeri. Lascia perplessi il coinvolgimento della figura più riservata, apprezzata, stimata dai principali collaboratori, dallo staff che ogni anno partecipa alla cena degli auguri di Natale. Si ritrovano i responsabili di tutti i cantieri sparsi nella Penisola.  Incontro in un locale del capoluogo lombardo dove il presidente stringe la mano, ascolta, “non ti guarda mai dall’alto in basso‘, ‘sempre attento e sensibile di  fronte a difficoltà e problematiche”. Quando gli organi di stampa iniziarono a riferire di ritardi  nel pagamento di mensilità, il primo ad anticiparlo fu proprio il presidente che spiegò le motivazioni (ritardi nei versamenti dei Comuni), chiese pazienza, diede assicurazioni che mantenne. Non a caso,  la situazione di crisi è rientrata nella normalità e lo stipendio arriva puntuale.

Gli stessi più diretti collaboratori confidano: “Siamo rimasti impressionati, provenendo da altre esperienze,  del modo famigliare in cui avvengono gli incontri di lavoro. Una grande azienda  dove non ti senti un numero ed il merito, la responsabilità vengono riconosciuti, premiati.  Nessuno può sentirsi protetto da raccomandazioni. Il presidente, sempre garbato, sobrio. Prima guidava la Maserati, sempre auto aziendali, in leasing”.

E’ su questo battistrada  che il Gruppo Biancamano aveva adottato il Codice di Comportamento interno con principi guida dei soggetti che operano presso tutte le aziende, nella conduzione degli affari, delle attività aziendali, sia nella veste di Amministratori, sia dipendenti. Si aggiunga che nel 2001 la Ponticelli aveva ottenuto la certificazione Iso 14001 e Iso 9001 dal Rina, rinnovate nel 2008 dalla Ignet internazionale.  Nei controlli si erano alternati Provincia, Arpal, Guardia Forestale,  Polizia Giudiziaria, Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri, Vigili del Fuoco.

Pier Paolo Pizzimbone, loquace e combattente,  amicizie importanti nel centro destra, soprattutto tra un paio di parlamentari-giornalisti. Denunciò a Riviera 24 che la Procura di Imperia aveva aperto nei confronti “dei nostri amministratori 20 procedimenti penali; ci siamo dovuti difendere da un’accusa di peculato grave quanto fantasiosa, talmente stravagante da averci fatto dubitare  della preparazione giuridica di base di chi accanitamente ci accusa.  Poi due sentenze di completa assoluzione ci avevano fatto pensare che eravamo nel giusto. Non solo, nessuno dei procedimenti penali, nel corso degli ultimi dieci anni, ha portato all’accertamento di una responsabilità penale a nostro carico”.

Infine il secondogenito Pizzimbone ribadiva che mai alla Ponticelli erano stati smaltiti rifiuti tossici e la gestione avveniva nella massima trasparenza, nel pieno rispetto delle leggi vigenti.  Si aggiunga che tra Pier Paolo ed il giudice Maffeo c’era stato uno scambio di denunce finito al vaglio della Procura della Repubblica di Torino (non conosciamo l’esito finale).  Lo stesso Pizzimbone aveva iniziato la carriera nel campo dell’igiene  ambientale quale responsabile del Settore Ambiente e Rifiuti, oltre che socio, della cooperativa ‘L’Arciere’ di Vercelli rimanendovi fino al 1996 per  entrare nel consiglio di Amministrazione della Eco Imperia Spa, capitale misto, costituita con il Comune di Imperia, nella quale ha ricoperto la carica di vice presidente ed amministratore delegato per due anni.  Tra gli amici si sono fatti i nomi dell”avvocato Gianni Giuliano, già presidente della Provincia, poi dell’Autofiori, ora nella Fondazione Carige, di Alberto Bellotti assessore nella prima giunta Sappa.

Quasi in fotocopia il percorso del fratello. Figli di uno ‘sconosciuto’ geometra del Comune della Città della Torretta – la famiglia allora abitava  sul lungomare Vittorio Veneto -,  diploma al Boselli, esordio nella cooperativa Arciere fino al 1996,  la presidenza della Ponticelli Srl mantenuta fino al 2002.  Chi fu il ‘padre putativo’ dell’operazione non è stato rivelato; nell’informatissimo ‘intelligence’ massonico di Imperia si fanno un paio di nomi ‘eccellenti’.   Nel 2004 Giovanbattista è artefice dell’acquisizione della Aimeri Ambiente sotto la ‘guida’ di un altro pool che vede attivi un paio di maestri venerabili. L’Aimeri era reduce da un periodo glorioso a cui seguirono ampie zone d’ombra, difficoltà finanziarie, indagini penale che fecero rumore essendo ben introdotta nel savonese, in Val Bormida in particolare.

Oggi un savonese (Cerrato) è responsabile del cantiere – lavoro Aimeri a Ceriale. La speranza è che torni presto a ‘splendere il sole’ con il ritorno del ‘gran capo‘ in libertà e  venga confermata l’ estraneità all’inchiesta di Trani. A Ceriale si ascoltano commenti di questo tenore “I Pizzimbone non sono i Nucera, hanno una società e consiglio di amministrazione della Biancamano Luxemburg S.A.,  non saranno  latitanti in Patria, né nei paradisi fiscali o nei dorati Emirati Arabi perché sono allergici al mattone selvaggio e divoratore”.

Luciano Corrado  

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