“L’87 per cento delle famiglie albenganesi sono imparentate con meridionali, noi di sangue ingauno siamo il 3 per cento; eppure dobbiamo essere orgogliosi dell’integrazione. Era uno dei pilastri delle filosofia politica di Angioletto Viveri, nonostante le tre comunità sudiste più numerose non abbiano mai avuto grande feeling. La crisi in un Comune è spesso sempre un errore, un danno. Ai miei tempi, con Viveri, ce ne furono tre in circostanze curiose. Due di fonte meridionale (Di Giuseppe e Pollio), una dall’albenganese Vio. Se la causa è quella del forno crematorio e della sua collocazione siamo di fronte ad un assurdo. Già negli anni ’80 eravamo impegnati a progettare un impianto, doveva sorgere nel camposanto di San Giorgio, sotto il suolo. Era anche previsto un ampliamento”. Parla il geometra Danilo Sandigliano tra le memorie storiche e i ‘navigatori’ di lungo corso della vita politico-amministrativa ingauna.
Geometra, spesso ascoltiamo dai ‘vecchi albenganesi’ – coloro che in passato si sono occupati dell’amministrazione cittadina, hanno ricoperto incarichi, hanno avuto ruoli anche importanti – ripetere : “Molti errori si continuano a fare perché troppa gente ha la memoria corta“. Chi più di Sandigliano, con una spiccata passione storico-culturale, un lungo impegno civile, potrebbe raccontare-testimoniare proprio e far tesoro dell’esperienza ? Incontriamo il professionista per caso, ha appena lasciato il suo studio, davanti a Santa Maria in Fontibus. Ha premura, deve recarsi in banca.
Geometra Sandigliano, ha letto trucioli.it ? Abbiamo attribuito la crisi comunale ad una lotta di potere, per interposte persone, sul business delle cremazioni e la gestione pare trentennale dei 5 camposanti. Si è costituita ad Albenga una società di 24 soci, a fine aprile; obiettivo un project financing per “realizzare un’ara crematoria…e gestire i cimiteri comunali.” La giunta Pdl-Legas Nord del sindaco Guarnieri ha deliberato la vigilia di Ferragosto…, un assessore assente, Guido Lugani.
Risposta: “ Uso poco il computer per tenermi aggiornato al di fuori dei lavori d’ufficio; non ho letto, ma conosco abbastanza bene i personaggi e il tema….Sicuramente, anche se non sta scritto nei codici, un’operazione di questa portata meritava quantomeno un’informazione a certi livelli; mi riferisco al presidente della Provincia Vaccarezza, se non è stato coinvolto è un errore….E’ lui che ha il potere e comanda….E mi stupisce che proprio la Guarnieri…”.
Alcune nostre fonti sussurrano che in realtà la resa dei conti arriva da lontano. Dal blocco di un ex cantiere navale a Vadino…le vicende del palazzo della Geo…, le varianti al piano regolatore. Qualcuno ha voluto togliersi qualche sassolone dalle scarpe, per interessi diretti e di amici. Sandigliano: ” Di certi personaggi non ho nulla da dire, non mi interessano, non fanno parte di quella comunità culturale a cui mi onore appartenere…”.
Il geometra Sandigliano si appassiona quando cita tutti i tentativi, le progettazioni, per dare la possibilità ad Albenga, al suo vasto comprensorio, di realizzare un forno crematorio con tutte le garanzie tecniche ed ambientali. Un dato di fatto. I cittadini del ponente ligure che vogliono farsi cremare, se non sono iscritti all’Associazione di Savona, dovrebbero sapere cosa accade oggi. Le imprese di pompe funebri trasferiscono il feretro a Bra, con tutti i costi conseguenti. Le cremazioni, come abbiamo già citato, sono in costante aumento. Non solo, è difficile credere che si possa continuare a realizzare manufatti, altre barriere di cemento nelle necropoli delle nostre città. A questo si aggiunga che nei maggiori centri urbani si è di fatto creato un business pubblico-privato fiorente. I Comuni hanno continuato ad aumentare – anche per far cassa – tutte le tariffe ed i costi cimiteriali. E tutti, o quasi, dovremmo sapere come vanno queste cose in Italia. Non sono rose e fiori, semmai salassi per le famiglie.
Ebbene è accaduto per i forni inceneritori, lo smaltimento dei rifiuti urbani. Chi ha memoria storica sa quanti convegni, quante polemiche, discussioni, proposte, fiumi di parole e di inchiostro sono stati profusi sul tema. Le conseguenze? Non si è fatto nulla, sempre al palo. In provincia di Savona solo grazie ad un’iniziativa privata (diventata fiorente) si possono smaltire rifiuti urbani e speciali. A Vado Ligure dove per molti mesi ha dovuto far capo anche l’ancora più disastrata, sul fronte pubblico, provincia di Imperia. Tutto quest0 ritardo, di decenni, finisce per pesare sui Comuni, o meglio sui bilanci delle famiglie, non per pochi spiccioli. Sui bilanci delle attività commerciali ed artigianali, sulle poche industrie rimaste. Costi sempre più insopportabili e fioccano i cori di protesta. Con ragione? All’estero, nei paesi europei più floridi e bene amministrati, smaltire i rifiuti è stata una priorità assoluta: i bilanci non sono in rosso, semmai creano utili, sono fonte di reddito e riciclo a misura d’uomo.
C’è il problema delle resistenze, del possibile inquinamento ambientale. Lo temono in particolare gli agricoltori della piana. Pure ad Albenga abbiamo assistito ad una levata di scudi, con questo o quel comitat0. ‘No forno crematorio a Leca, no a Lusignano’ ed anni prima, scopriamo, no a San Giorgio. “E’ vero – sostiene un ‘altro storico locale, Gerry Delfino, fu assessore nella giunta del sindaco Mauro Zunino – io ero tra gli oppositori dell’impianto crematorio a San Giorgio, anche se si dice che alcuni miei avi abbiano fatto fortuna in America proprio grazie a questi impianti…. Non avevo dubbi sul fatto che il camposanto di San Giorgio semmai era da trasferire. E poi, che senso aveva scavare sotto, tra l’altro, in un’area storica…?”.
Il geometra Sandigliano dopo essere stato uno dei fautori del ‘progetto San Giorgio‘, naufragato in toto, ritiene che la proposta di Leca sia rispettabilissima e dovrebbe trovare sbocco positivo. “La gente va informata e non disinformata – insiste -, con le moderne tecnologie vengono neutralizzati scientificamente i fumi. Non lo dico io, ma altre realtà esistenti di impianti di cremazione. Credo che il mondo dell’agricoltura si dovrebbe battere per tutelare davvero la tipicità, incrementare i prodotti locali con una giusta remunerazione , non essere in balia dei grossisti dei mercati generali e di merce importata e spacciata per nostrana. Credo che quanti abbiano preso parte all’idea di creare una società tra imprenditori privati per un forno crematorio e le attività collaterali abbiano fatto bene; sta ora al Comune fare in modo che siano tutelati gli interessi della comunità. Ricordo che tra i più impegnati c’era proprio il sindaco Zunino e tra i progettisti, anche in previsione di ampliamenti, si era scelto l’architetto Pier Luigi Bovio. Forse ci dimentichiamo che in nostro Bel Paese ha subito enormi danni soprattutto per la presenza massimalista ed estremista di verdi ed ambientalisti. Gli agricoltori di Albenga sbagliano a cavalcare certe bestialità“.
L. Cor.