Chi ha raggiunto i traguardi della terza età. O ricorda i racconti dei nonni avrà ascoltato che i cenoni di San Silvestro fino agli anni ’90 erano all’insegna di una ‘gara’ a chi offriva un menù con più portate. Con gli anni 2000 è iniziata la discesa sempre più drastica. Ora bisogna raggiungere l’alta Valle Arroscia e scoprire il ristoratore controcorrente: menù di 20 portate, tutto compreso a 50 €.
COSIO D’ARROSCIA TRE RISTORANTI, TRE CENONI DI SAN SILVESTRO!
Un buon auspicio per un futuro di dinamismo ed intraprendenza, dedizione, per il paese dell’Alta Valle Arroscia che si fa onore anche grazie all’iniziativa privata. Oltre che all’impegno di chi amministra il Municipio. L’obiettivo della sinergia, fare squadra. Nella speranza che la Regione non consideri la montagna alla stregua della opulenta riviera e primo entroterra. Servono investimenti nei servizi, nella sanità e anche da parte dello Stato una fiscalità a favore delle aree ‘depresse’ e per arrestare lo spopolamento, valorizzare il fatiscente (purtroppo) patrimonio immobiliare. Ognuno insomma deve fare la sua parte, ma non solo a promesse o a rimpallo di responsabilità verso chi ha amministrato la cosa pubblica in precedenza. Le polemiche sono una manna quotidiana per la politica mediocre ed illusionista.
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Cosio d’Arroscia – Nel menù le lumache “per la felicità di tutti”! E l’agnello nostrano è della casa.
E AL RISTORANTE-ALBERGO CADO’
NON MANCA IL COTECHINO E LENTICCHIE AUGURALI