Loano 23 giugno 2016- Intervistato da IVG il forzista Angelo Vaccarezza, nostro emerito concittadino, capogruppo regionale di F.I. , riferendosi all’esito elettorale per il Comune di Savona, ha detto: «Un altro straccio del PD ammainato, di stracci del PD stiamo riempiendo i robi vecchi» !
di Bellamigo
Il corrivo cronista ha definito la penosa sparlata «caustico commento». Ora, noi abbiamo la massima comprensione per il volontariato giornalistico dell’informatica, ma ci resta oscuro comprendere perché mai una pesante «INGIURIA» rivolta, impoliticamente, ad una forza concorrente debba essere considerata un « caustico commento ».
Ragazzi, mettiamoci d’accordo sul valore delle parole, «le parole sono pietre» : definire la bandiera di un movimento politico uno «straccio è ingiuria , gratuita e, checché ne pensi lo sprezzante capogruppo FI, ad effetto boomerang. Non occorre infatti molto acume per constatare l’ammainamento o addirittura la sosta a terra di altre bandiere, di ben altro colore, compreso il forzista, in altre città . Ma non è questo il punto. La questione riguarda il linguaggio . Noi ci chiediamo perché mai un personaggio che agisce professionalmente in politica da anni, abbia disimparato o non abbia mai appreso, forse, quel senso di pudore – non vogliamo neppure dire di fair play- che deve accompagnare atti, dichiarazioni e anche aspre polemiche nel dibattito democratico, se non altro per l’acquisita consapevolezza del fatto che, come diceva un nostro Maestro avvocato, commentando le scorrettezze tra professionisti, «oggi a me, domani a te».
Anche perché non c’è nulla di più inelegante,facilone e semplicistico, oltre che rivoltante e riprovevole, moralmente e penalmente, dell’ingiuria.
Una bandiera, sulla quale fiammeggiano simboli ideali, sigle, a volte immagini e colori richiamanti storia, memorie, identità e distinzione, per uno Stato, un gruppo, un partito, un sindacato,un’associazione, una squadra di calcio (es. La Sampdoria), una unione insomma di donne e uomini liberi, che non significhi volontà di sopraffazione e sia stimolo di riscatto, una bandiera, dicevamo, rappresenta distingue e unisce al medesimo tempo, e la necessità di rispetto è tale che la nostra Costituzione repubblicana pone la descrizione della bandiera italiana tra i principi fondamentali, all’art. 12.
In un grande film di Charlie Chaplin «Tempi Moderni», il povero reietto raccoglie un cencio rosso caduto da un automezzo e lo sventola per richiamare l’attenzione del conducente e restituirglielo, ma, essendo in atto una protesta operaia, una massa di lavoratori sopraggiunge improvvisamente alle sue spalle e lo segue proprio perché egli sta svontolando, inconsapevole, una banderuola rossa .
DUNQUE UNO STRACCIO PUO’ DIVENTARE BANDIERA, UNA BANDIERA NON PUO’ MAI DIVENTARE UNO STRACCIO.
Se la riveda Vaccarezza la lezione di Charlot.
Noi non sappiamo come se la caveranno le DONNE che hanno conquistato i seggi da Sindaco in questa ultima tornata elettorale. Non vogliamo neppure guardare alla parte politica che le ha sostenute per non turbare la gioia che ci pervade nel contemplare (a Roma, a Torino, a Savona in particolare) questa ascesa al femminile di una carica politica che riteniamo di grandissimo rilievo nella nostra Italia, dove le Città e i Comuni hanno sempre avuto una sovrana storica centralità. Ci auguriamo che l’esercizio di questa sovrana funzione sia potenziata , che gli apparati burocratici e le incancrenite camarille locali siano sconfitti e che l’apporto delle Donne segni un vero cambiamento nella gestione della cosa pubblica, là dove è e deve essere, senza retorica, più vicina al popolo.
Al nostro ingiuriante forzista ricordiamo che un vecchio proverbio ligure, apposto nel sottotitolo di questo pezzo, rivaluta anche gli stracci e lo invitiamo perciò a cancellare dal suo linguaggio l’accento offensivo per gli avversari, ne trarrà sicuramente grandi vantaggi di immagine e di maturazione espressiva.
Raggiunta ormai la cinquantina etate,
convien tentar di ragionar sui venti
che mutano d’inverno e anche d’estate.
Bellamigo
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