Doriana Della Volta, curatrice d’arte vissuta, ha ideato un format destinato a sbloccare uno dei processi più importanti della vita e civiltà del Belpaese, il rapporto tra arte e territorio: questo evento si chiama “Il Tocco dell’Arte” e si svolgerà a Taggia il 29 e 30 aprile 2023.
di Sergio Bevilacqua
Doriana Della Volta, curatrice d’arte vissuta, ha ideato un format destinato a sbloccare uno dei processi più importanti della vita e civiltà del Belpaese, il rapporto tra arte e territorio: questo evento si chiama “Il Tocco dell’Arte” e si svolgerà a Taggia il 29 e 30 aprile 2023.
È sempre utile ricordare come il patrimonio artistico italiano non sia solo storico e che, se esiste, così vigoroso e intenso, ciò è dovuto alla vivezza dell’Arte lungo lo Stivale.
Come disse Vittorio Sgarbi agli albori della 54^ Biennale di cui fu curatore del Padiglione Italia “L’arte è sempre contemporanea”. L’affermazione, che suona curiosa all’orecchio comune (Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Caravaggio non sono contemporanei…), non va intesa nel senso che le forme estetiche del contemporaneo sono quelle dell’arte di sempre (affermazione non insostenibile ma complessa…), bensì che c’è qualcosa di perenne nel concetto di Arte: la sua catarsi, la condizione cioè di fascinazione che noi subiamo di fronte alle forme estetiche dei tempi moderni e antichi. Nike di Samotracia, Amore e Psiche di Canova, il taglio sulla tela di Lucio Fontana, Venere di Botticelli, gli affreschi pompeiani della Casa dei Vetti, i grandi dipinti di Anselm Kiefer, Giotto alla Cappella degli Scrovegni, Michelangelo alla Cappella Sistina, gli scenari metafisici di Giorgio de Chirico, i Girasoli di Van Gogh, Guernica di Picasso, Giuditta e Oloferne di Caravaggio, le ninfee di Manet, la Gioconda di Leonardo da Vinci sono solo parti della punta di un iceberg di enormi proporzioni, che scuote la natura umana per elevarla verso un empireo di pace e di gioia, di bellezza umanissima e non di ostilità. Ecco il vero significato della catarsi artistica: pace indotta dal piacere dell’estasi dovuta alla bellezza.
E non dimentichiamo che la prima delle arti è l’architettura. E l’Italia ne è ancora una volta la patria principale. Tanto che possiamo contare, tra i suoi 8000 comuni almeno 5000 centri abitati di importanza artistico-architettonica. Quale arte dona di più all’umano dell’arte della casa? Ed ecco i borghi storici e, tra essi, casa dei taggiaschi, il borgo di Taggia.
Il suo sindaco, Mario Conio, è un architetto. E ha compreso che la bellezza dello spazio architettonico e urbanistico del suo paese è fatto di arte, della bellezza che le arti visive, il teatro e tutto il Parnaso donano al grande capitale dell’arte nell’abitare: un’arte evidente a Taggia e nei bellissimi borghi dell’entroterra ligure, come in 5000 paesi d’Italia.
E allora ha deciso, insieme all’assessore Chiara Cerri, di seminare: seminare lungo tutto il paese delle olive migliori del mondo, le olive taggiasche appunto, i semi delle arti; e di farlo senza spocchia. Le arti dell’abitare sono quotidiane e popolari, incontrano cuori e cervelli anche senza missioni paludate di mostri sacri globali o appariscenti e prepotenti profeti, magari dialettali…: l’arte in mostra a Taggia con “Il Tocco dell’Arte” è arte onesta, biologica, sani semi di creazioni studiate, assistite con l’amore per l’Uomo di oggi, globale, figlio dell’antropocene con la sua umanità moltiplicata, connesso a tutti nel mondo grazie alle tecnologie della comunicazione/internet, e ginecoforico, cioè felice promotore di un ruolo più proattivo e nuovo delle donne dentro la società. L’uomo che sa dell’invasione del Globale, con i suoi enormi valori ma anche i suoi disturbi, e che conosce i propri sensi e la vita che gli scorre tra le mani mentre guarda, e poi dipinge e scolpisce…
Arte Umana, quella del Tocco, arte che tocca il Borgo e lo feconda. Seme per una comunità che può fungere da esempio per tutta Italia.
Ma anche una proposta estetica. Una nuova prospettiva, quella de “I Percorsi dell’Arte” che si espone in kermesse organica anche ne “Il Tocco dell’Arte” di Taggia. La nuova prospettiva dell’arte parte dalla immensa ricchezza del Locale italiano e ricostruisce il fascino e una prospettiva di creazione, nutrendo l’ansioso organismo poietico (l’artista) di suggestioni Globali che lo fanno di nuovo protagonista. Ecco dunque l’ottica LO-BAL (il Locale che usa il Globale) che è la vera alternativa soprattutto italiana, patrimoniale, all’invasione avveduta ma violenta del GLO-CAL (il Globale che invade e uniforma, colonizzandolo, il Locale).
Sono molte decine gli artisti da tutta Italia e anche dall’estero che hanno deciso quest’anno di entrare in dialogo con Taggia. Le loro opere saranno esposte per due giorni per le vie e gli angoli coloriti del borgo storico. E non è tutto: il weekend del Tocco dell’arte prevede una conferenza sull’arte al femminile e uno spettacolo sulla ormai famosa “pittora” del XVII secolo Artemisia Gentileschi, scritto e interpretato da Maria Antonietta Centoducati.
Doriana della Volta come curatrice, io come critico d’arte, il sindaco di Taggia come intelligente ospite della manifestazione e un illustre collezionista come notaio della generosità degli artisti, firmeranno attestati di partecipazione a coloro che esporranno le loro opere per le suggestive vie di uno dei borghi più belli d’Italia. In attesa che Taggia e la sua arte benefica che tocca, guida e feconda sia d’esempio per ogni altro borgo del Belpaese.
Sergio Bevilacqua