Vendite in edicola: anni difficili per i quotidiani della carta stampata sempre meno letti e venduti. Non si arresta la discesa, perdita di copie, nonostante le strategie editoriali: più pagine, qualità e rivoluzione grafica. Ma anche alle prese di costanti cure ‘dimagranti’ nelle redazioni centrali e periferiche, ricorso crescente a collaboratori a notizia. C’è chi azzarda: “Così muore un giornale”. Naufragio annunciato anche per chi ha una solida tradizione nelle edizioni locali?
Un giornale agonizza quando non ha un’anima. Perde credibilità e autorevolezza. Finisce per essere abbandonato dai lettori, dopo che spesso l’editore ha scelto l’innovazione a suon di tagli sempre più drastici negli organici redazionali; per far quadrare i bilanci in rosso, magari dopo aver usufruito di generosi e ripetuti ‘stati di crisi’ aziendali. Una sorte di ‘supplenza’ alla perdita di sovvenzioni statali a sostegno dell’editoria.
Di pari passo il sindacato (a cominciare dal Cdr) perde forza, i giornalisti, la redazione finiscono per ritrovarsi succubi ed impotenti, rinunciatari, si adeguano a ‘tacere’. La crisi colpisce pure il Decimonono che aveva raggiunto ‘tirature’ di 200 mila copie. Fino ad arrivare a 210 mila il 25 febbraio 1996. Gli anni della direzione Rizzuto-Angelini. La cronaca di Genova e ‘delegazioni’ , sempre nel ’96, si attestava a 67.796 copie. La cronaca di Savona si piazzava al secondo o terzo posto (23 mila copie, con punte da 32.750), gareggiava con il Levante. Seguivano Imperia-Sanremo e La Spezia. Il giornale che sta reagendo offrendo più pagine (fino a 72), inserti speciali, riscoperta con servizi (due pagine) dei paesi dell’entroterra rimaste senza edicole. Si finisce, di fatto, per spremere come limoni le ‘forze redazionali disponibili’ avvolte nel più tenace silenzio oltre le mura.
Il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, in Tv, ha sostenuto con l’abituale verve che “tanti giornali si reggono su precari e ricattabili, giornalisti servi; il giornalista serio deve distinguere la notizia vera dalla falsa e sono tempi duri per i giornalisti che vogliono essere autonomi e indipendenti….la nostra categoria è screditata e la gente se ne accorge. La stampa è il luogo della critica e certi editori hanno determinati interessi da difendere”. E Carlo Rossella giornalista e dirigente d’azienda in Tv: “Sta morendo la carta stampata che da patenti di legittimità e come giornalisti siamo una categoria ormai screditata…soprattutto tra i moralisti”.
“Non credo che la colpa sia solo del web o dei social – scriveva Filippo Garganese nella pagina Cultura e Spettacoli del Secolo XIX l’8 luglio 2018-. Ma sono convinto che la colpa sia dei tempi che sono cambiati. Noi giovani abbiamo nuovi interessi, nuovi linguaggi, nuove velocità, un modo diverso in cui viviamo…..Tutti questi giornali sono scritti da adulti per adulti…ma siete sicuri che titoli scandalistici o drammatici o comici colpiscano la nostra attenzione e siano da noi condivisi ? Anche in questo caso sono i contenuti a fare la differenza. E nella maggior parte dei casi questi contenuti, strillati per ottenere semplici clic, non ci appartengono”.
E IL DIRETTORE MASSIMO RIGHI…..Cari ragazzi ci impegniamo ad ascoltarvi.
Righi dal 1989 a «Il Secolo XIX». Ha iniziato la sua carriera professionale come corrispondente da Santa Margherita Ligure e Portofino; diviene, poi, responsabile della redazione di Chiavari.È stato caposervizio, capocronista a Genova, caporedattore centrale e dal gennaio 2015 vicedirettore. Dal 1º giugno 2016 al 1 dicembre 2018, dopo Alessandro Cassinis, è stato direttore del quotidiano «Il Secolo XIX» e gli subentra nella direzione Luca Ubaldeschi e lui assume l’incarico di vicedirettore.
IL SECOLO XIX 8 LUGLIO 2018
REPORTAGE DE L’ESPRESSO (NUOVO EDITORE CON L’USCITA DI GEDI) DEL 17 LUGLIO 2022: “CARTA L’INCHIOSTRO GIOVANE. IN CONTROTENDENZA, SFIDANDO GLI STEREOTIPI, GLI UNDER 30 RISCOPRONO LA STAMPA. E NASCONO REALTA’ INDIPENDENTI DA MIGLIAIA DI COPIE”.
DA IL SECOLO XIX DEL 7 LUGLIO 2022: Gedi primo gruppo di informazione in Italia. L’editore controllato da Exor della famiglia Agnelli- primo gruppo di informazione quotidiana in Italia, leader nella carta stampata e nel digitale con testate quali La repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX e altri 9 giornali locali, oltre ai periodici- vuole ampliare il suo portafoglio di prodotti e servizi digitali conquistando nuove audience. Entra nella start-up social Stardust….
DAL SECOLO XIX DEL 10 AGOSTO 2022: “Riabbonati ! 2 anni a soli 24 euro. Poi altri 2 anni a soli 90 euro.”
LOANO DOVE RESISTE LA STORICA ‘GAZZETTA DI LOANO’: mensile di informazione della Riviera delle palme fondato nel 1928 e successivamente iscritto al registro del Tribunale di Savona al n. 304 del 8-5-1984.
L’Amministrazione comunale di Loano ha sempre sostenuto la ‘Gazzetta’ che è curata dall’Associazione W Loano che, leggendo una determina di finanziamento pubblico, da atto che sono “le spese dichiarate ammontano a 12,578,28 € (a fronte di spese rendicontate pari a 8.964,68), mentre le entrate dichiarate ammontano a 4.570,00 ( a fronte di entrate giustificate pari a 1.885,64).” Approvazione rendiconto e liquidazione acconto compartecipazione pari a 4 mila euro. La ‘Gazzetta‘ riserva tre pagine alle informazioni date direttamente dal Comune.
Nota: non è dato a sapere il numero di copie stampate, quante siano vendute nelle edicole e quante in abbonamento postale. E’ quanto si legge sul web a commento della determina comunale.