Fu come una benedizione marina, un momento intenso di desiderio tra il mare e la spiaggia… la sabbia radunò i suoi granelli al centro dell’immagine, il mare si spinse con la sua piccola onda verso riva dove un angel in cappotto e cravatta si mascherava sotto un feltro scuro e un paio d’occhiali opachi, chiari…
Quella mattina si preannunciava densa di sorprese… già l’uomo venuto dalla città si era sdoppiato e aveva lasciato il mare alle spalle… guardava verso la riva, gli occhi nascosti dietro le lenti opache… sulla spiaggia dietro di lui una figura romboidale, una grande lettera A era distesa sulla sabbia, allargava i suoi lati oscuri fino a toccare il doppio angel immobile, ritto come in attesa, nel suo cappotto scuro…
Allora le forze vitali si scambiarono di posto: da sinistra a destra e ancora da un lato all’altro, uno scambio di identità temporanea, forse perpetua: Pretolani di qua e Angelo di là, l’uno era il passato prossimo e remoto, l’altro il presente e certamente anche il futuro…
Sulla arena ligure come un palcoscenico dove solo un obiettivo fotografico ritraeva quell’uomo che aspettava fermo nell’equilibrio della cariatide… il suo doppio faceva pendant nell’immagine gentile…
Una mappa si fissava progressivamente nell’esposizione imponderabile dell’archetipo, fors’anche la schiuma salata come un pizzo ricamato simmetrico inumidiva la rosa rena… rosa dal mare, rosa dal vento…
Il vertice della grande A disegnata sulla sabbia puntava verso l’onda, tendeva al contatto… quando l’onda schiumosa avrebbe raggiunto la grande lettera A, tutta l’immagine si sarebbe offuscata e poi dissolta come sabbia lungo la sponda marina…
Da tempo si dice che questo Angel sia nato a Genova, un Ferragosto del ‘53… Io ci credo e si dice risieda a Genova, ma viva altrove…
Pare inoltre che la sua abituale attività artistica sia sempre stata caratterizzata da urgenze performative…
Le sue prime performance dicono che siano del ‘73, quando aveva solo vent’anni di vita vissuta (sempre il suo doppio angel faceva pendant, faceva pendin…)
Allora le forze vitali dei cavalli si scambiarono di posto: dalle spalle ai garretti, dalla groppa alle gambe, dal collo al petto, da uno all’altro… tiravano, camminavano, procedendo con sforzo… un nugolo di forze turbinava sul gruppo dei cavalli e sbandava rapida-mente in avanti…
Prima a sinistra poi ancora a destra e ancora da un lato all’altro, uno scambio di calore tra l’asciugacapelli e la sua testa umida…
Allora la sua mano sbandava da una parte e dall’altra mentre la testa si asciugava e la massa dei capelli si gonfiava, rapida-mente… mente rapida nel cogliere ogni minimo aspetto, ogni sbuffo d’aria calda, ogni ciuffo che si muove e si scompone…
Pretolani di qua e Angelo di là, l’uno era il passato prossimo e remoto, l’altro il presente e certamente anche il futuro…
Bruno Chiarlone