Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Nuove autostrade avanti tutta. L’ingegnere che dal Piemonte progettava sbocchi ferroviari a Savona e Oneglia, via Ormea, Garessio, Albenga


Sono comparsi due articoli dove, ad onta del gran parlare a riguardo dell’insostenibile inquinamento derivante dal traffico stradale quanto mai spropositato, specie per quanto riguarda le merci e di una pressoché non somministrata cura del ferro, si seguita a ribadire proposte quanto mai inaccettabili di ulteriore sviluppo delle infrastrutture stradali ordinarie. Leggi anche la lettera di Giorgio Ajassa da Savona e iniziative di lotta proposte.

di Roberto Borri

COMMENTO AD ARTICOLI.

Nel numero del 29 luglio, all’indirizzo:

https://trucioli.it/2021/07/29/parco-alpi-liguri-presidente-alessandri-ora-filosofo-del-saper-fare-coniugando-aspetti-scientifici-e-culturali-un-settore-strategico-e-lentroterra-riparte/

e:

https://trucioli.it/2021/07/29/albenga-predosa-fallimento-a-nord-ovest-un-triste-flop-annunciato/

Il soggetto più gettonato sotto le pendici del Colle di Nava riguarda l’incremento prestazionale della Strada Statale numero 28, con raddoppi e trafori vari, mentre, a pochi kilometri in direzione Nord – Est, per i politicanti dalle vedute non di certo large, non vi sarebbe soluzione migliore che costruire una nuova autostrada da Albenga a Predosa, via Carcare. Purtroppo, molte persone, a cominciare dagli anni Cinquanta del secolo scorso, si sono fatte ottenebrare le facoltà mentali in nome di un presunto progresso rappresentato da un abuso dei mezzi su gomma, a discapito delle ferrovie.
Si dimostra di almeno parzialmente diverso avviso un altro articolo comparso nel numero del 5 agosto, all’indirizzo:

https://trucioli.it/2021/08/05/i-verdi-da-anni-chiediamo-la-linea-san-giuseppe-di-cairo-ferrania-savona-anello-con-la-torino-savona/

Articolo dove viene vaticinato lo sviluppo della ferrovia del Colle di Cadibona, ma con la distorsione di trasportare sui treni anche i semirimorchi stradali, se non anche le motrici, secondo il fuorviante criterio dell’autostrada viaggiante, sistema quest’ultimo che non è affatto scevro da macchie d’irrazionalità.
Già nel lontano 1909, l’Ing. Regis affermava che la ferrovia occidentale del Piemonte dovesse avere i due sbocchi a Savona e ad Oneglia: il primo itinerario fu completato nella sua forma attuale, peraltro ancora monco, solo nel 1954, peraltro ancora monco, poiché le opere d’arte della via Altare furono, già dal terzo decennio del Novecento, realizzate per il doppio binario; il secondo, invece, si è fermato ad Ormea, senza benché minimamente sfruttare la possibliltà di collegare Ormea e Garessio con Imperia, nonché la stessa Garessio con Albenga, naturalmente, senza che le ipotesi ora elencate siano mutuamente escludentisi, anzi, con il non trascurabile vantaggio di portare il treno dove non è mai arrivato, specie per quelle vallate impervie delle Alpi Marittime, per alcuni, da mettere in comunicazione solamente tramite il solito inquinante nastro d’asfalto.
Per quanto concerne, invece, l’autostrada viaggiante, essa rappresenta null’altro che un asservimento totale nei confronti della gomma, serbatoio elettorale di moltissimi politici, fin dalla loro candidatura nelle liste ed è, verosimilmente, proprio per questo motivo che si trasporta, quanto mai inutilmente, tara occupante spazio e non pagante, il che si colloca ben lungi dal corretto operare.

Roberto Borri

E TRUCIOLI.IT DEL 18 APRILE 2019 PUBBLICAVA…

La proposta di collegamento della ferrovia Ceva – Ormea col Raddoppio Ligure di Ponente sostenuta dal Comitato Treno Alpi Liguri unisce l’aspirazione valtanarina di rendere sostenibile a medio-lungo termine la linea ferroviaria con opportunità di progresso nella Riviera (riduzione della congestione stradale e del consumo di suolo) e l’esigenza di ridurne la dicotomia col cosiddetto “entroterra” (agevolare le esportazioni oltralpe dalla Piana ingauna e offrire a Erli, Zuccarello e Cisano sul Neva un binario che può giungere – in modalità tramviaria – fin lungo il litorale).

Sul versante ligure registriamo già una sorta di arretratezza, poiché l’obiettivo di caricare sui vagoni “sino al 40%” i container della nuova piattaforma di Vado Ligure disattende già le aspirazioni europee di porre su ferro per tragitti oltre i 300 km il 30% del traffico merci terrestre al 2030 e poi il 50% al 2050.

Per quanto riguarda il versante piemontese, l’eventuale prevalere dell’opzione Garessio – Bastia d’Albenga sulla Ormea – Imperia (sulla cui gloriosa storia abbiamo ricevuto un gradito richiamo dall’egr. Dott. Berio) dovrebbe essere visto come opportuno compromesso per l’efficienza e la conseguente sostenibilità della modalità ferroviaria in virtù della minore quota di valico.

E’ proprio assicurando il servizio ferroviario in Garessio che la tratta Garessio – Ormea potrà tornare a svolgere un ruolo prezioso per il pendolarismo in valle e per l’accessibilità turistica (interscambio coi bus diretti ad Imperia), in ogni mese dell’anno.

Al recupero dell’attività ferroviaria si può associare la razionalizzazione e lo sviluppo di una filiera forestale con siti di raccolta assortimenti legnosi e lavorazioni posti nelle varie stazioni, a partire da Ormea: l’Alta Val Tanaro potrebbe giovarsi della ferrovia come un unico “stabilimento a cielo aperto”, in cui i trasferimenti degli assortimenti legnosi e i relativi semilavorati da un centro di lavoro all’altro possono avvenire con ridottissimi costi e impatto ambientale, creando posti di lavoro duraturi, con buona pace degli importatori di legname dai paesi del Terzo Mondo.

A Garessio, per esempio, un centro di lavorazione del legno potrà destinare gli scarti ad una centrale di co-generazione che recuperi il calore per teleriscaldare gli edifici più vicini, tra cui una piscina coperta, che offra un’alternativa alle serate invernali al bar…

Continuando a declinare le opportunità suggerite dalla ferrovia in Garessio, la stazione potrebbe essere avvicinata all’asse del paese, cogliendo l’occasione per riqualificare Largo Roma ed un piazzale adiacente così squallido che risultava più gradevole quando ospitava i trasformatori dell’ENEL: la bellezza, oltre che l’efficienza, dovrebbero essere costantemente perseguite da una buona amministrazione.

In Garessio si è festeggiata giustamente la prima riapertura di un hotel, ma ci si potrebbe preoccupare del pessimo biglietto da visita offerto dalle rovine dell’ Hotel Miramonti e della piana infestata da vasti capannoni sottoutilizzati in attività manifatturiere eseguibili ovunque (quindi traslocabili in ogni momento), e cercare invece di valorizzare innanzitutto le risorse inalienabili dal territorio: oltre all’acqua, i boschi, le vigne e le cascine, l’aria salubre, gli edifici storici, le competenze e la voglia di fare dei pochi abitanti rimasti, magari con l’aiuto dei molti villeggianti ancora affezionati.

Ing. Stefano Sibilla

LETTERA COMUNICATO DI GIORGIO AJASSA DA SAVONA – Voglio mettere a conoscenza tutti gli amici che su questa ennesima boutade demenziale di “nuova autostrada” del costo di 5M senza alcun beneficio e rimedio alla questione ambientale e del traffico sto tentando di organizzare una iniziativa con i sindaci della Valbormida prima di fine mese. L’attuale situazione drammatica del traffico sulle strade liguri/piemontesi é dovuto in maniera pesante dalla sparizione della cinquantina di treni merci del nodo di Savona.

Le migliaia di Tir in ingresso da XXm provenienti da P.- E- F. sono aumentati in maniera esponenziale dalla fine anni 90 quando la “nuova gestione” ha lasciato mano libera alla gomma di appropriarsi totalmente del trasporto merci. Credo sia alla portata di chiunque che sulla XXm-Sv un solo treno elimina 40 Tir. I treni erano 27 fatevi i conti. Lo stesso é successo sulla Sv-Cn-To e S.Gius.- Al.

Ecco cos’è il disastro di quest’area. La proposta che è stata presentata a Sv anziché prendere atto del fallimento delle scelte scellerate e diminuire la gomma vogliono “spostarne un po” di qualche Km (Carcare anziché Sv)sventrando nuovamente le colline e viadotti da 50/60 m. Spendendo 5 M €. Io a quell’ iniziativa dei sindaci farò una Pubblica Denuncia (assumendomene la responsabilità) che tornando SOLAMENTE a ripristinare i treni esistenti anni 90 senza spendere NULLA è possibile da oggi a domani trasportare Quelle merci dirette in Piemonte-Lombardia. Es. Sv-S.Gius.-Al potenzialità 80 tr/g ce ne sono 20.

Lo stesso dicasi sulla Sv-Cn -To in grado di assorbire 25 Tr/g. Questo da Subito successivamente richiedendo le risorse ( modeste) del R P Concludere la To-Sv e allora si avrà un sistema infr. Decente. Se qualche Amico Ormeasco legge quanto ho scritto e ha occasione di sentire Mercalli dica pure queste cose perché non sono idee della mia mente ma FATTI dimostrabili dai Documenti del mio lavoro dal 62 al 98.


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Roberto Borri

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