La Valle Arroscia mai avara di notizie di interesse sociale o risvolto economico. Da Moano trucioli.it pubblica le ‘immagini della vergogna’, il degrado a decoro zero del camposanto, il luogo più sacro per credenti e non. A Mendatica invece nuovo ‘abbonamento’ con interruzione di strada provinciale, questa volta nel centro del paese. Obbligatoria la lunga deviazione statale 28 e Cosio d’Arroscia. La settimana scorsa Trucioli.it notiziava la chiusura della provinciale tra Mendatica e frazione San Bernardo. Due interruzioni bagnate dalla ‘dea fortuna’ (siamo in piena estate e post crisi nera) e senza sia fissata (nei manifesti) la data di fine lavori. Vedi anche: 261esima edizione della Fiera del 2 luglio di Vessalico!
A Moano, panoramica frazione di Pieve di Teco, 119 abitanti e che fino al 1928 fu comune autonomo, si legge la sacrosanta protesta di Anna Ferrari che documenta con foto (non d’archivio) che non avrebbero bisogno di commenti, semmai di riflessione. Non c’entra solo rabbia e indignazione, è semmai il fondo sociale e culturale (oltre che della nostra fede, dei nostri cari defunti, di ciò che hanno rappresentato nella vita) in cui siamo precipitati, con il Comune capoluogo e capofila. Chi lo amministra, chi ha ottenuto la fiducia dei concittadini al di là del credo politico.
Questo è il cimitero di Moano assa poco dignitoso denuncia la signora Ferrari: Mi chiedo se dobbiamo aspettare il prossimo funerale per avere un po’ di ordine e di decoro nel nostro camposanto”.
MENDATICA STRADE CHIUSE STORY- NON C’E’ UNO SENZA IL DUE, SENZA IL TRE, IL QUATTRO E IL CINQUE.
BASTA FARCI L’ABITUDINE E UBBIDIRE TACENDO
COMUNE di Mendatica chiusura strada: ” Si comunica che dalle ore 8.00 del 05.07.2021 e sino a fine lavori verrà chiusa al transito la strada provinciale 3 in ingresso all’abitato di Mendatica. Per raggiungere il capoluogo occorrerà transitare dalla statale 28 e quindi tramite Cosio di Arroscia.”
E TUTTI INVITATI A PULIZIA E SISTEMAZIONE SENTIERI
POI TUTTI A PRANZO PER RICOMPENSA
Mendatica che può leggere titoli ed articoli sui media imperiesi proprio in questi giorni. “La Riviera imperiese sta uscendo dalla crisi, le imprese tornano ad assumere….Nella fascia costiera torna a tirare l’edilizia e l’assessore Marco Scajola loda il piano di ‘rigenerazione urbana’ della Regione che servirà anche a rilanciare l’entroterra (sic!). ….nell’imperiese riparte il mercato immobiliare dei bilocali e trilocali….Gli stabilimenti balneari dell’imperiese registrano un aumento di presenze tra il 15-20 per cento rispetto allo scorso anno. E molti stabilimenti hanno il cartello del tutto esaurito nei fine settimana…. Raggiungono l’incremento del 35-40 per cento le richieste di affitto alloggi per seconde case al mare. Per agosto disponibilità esaurita….
Dichiarazione di Marco Scajola nel comunicato stampa della Regione Liguria: “Il Piano Territoriale Regionale è uno strumento strategico – ha detto l’assessore Scajola – con cui viene delineata la Liguria dei prossimi vent’anni. Un lavoro intenso, che nasce dal confronto capillare con il territorio. L’obiettivo del PTR è quello di migliorare la qualità di vita dei cittadini, rilanciare l’entroterra, realizzare un piano servizi ed infrastrutture per le città, tutelare e rendere più resiliente la costa, rispettando l’ambiente.”
A quanto ammonta il patrimonio edilizio abbandonato, in gran parte senza valore, dell’entroterra montano imperiese ? Con l’80% di case vuote: vuoi per diminuzione di abitanti, vuoi per il crollo delle vacanze in montagna e case in affitto, chiusure di alberghi, negozi ed attività famigliari, vuoi perchè molte dimore sono ormai inabitabili e fatiscenti. E nessuno fa più caso che non si trova più a comprare neppure il giornale quotidiano. Gli anziani ascoltano solo la tv e le notizie che si diffondono tra i social.
E dire che da una giunta regionale all’altra (sinistra, destra, Lega) hanno sempre suonato le trombe del ‘rilancio’, della ripresa, della ‘cura da cavallo‘ per far ripartire l’economia montana con parametri di crescita da terzo mondo. Con le trombette ‘prezzolate’ di giornalisti ed editori . Pare non sia servita la sorte subita dalla beniamina Imperia TV che gli amici degli amici, politici per tutte le stagioni, imprenditori, hanno usato e poi abbandonata a se stessa. E dire che all’anziano editore non servivano milioni e milioni di ‘investitori’. I politici di professione (o di convenienza) hanno imparato anche l’arte ‘usa e getta’, supportati dal giornalista servizievole di turno. E meglio ancora al popolino viene riservata un’informazione con le briglie e veicolata a certi interessi, anche di bassa lega. Meno si approfondisce, si documenta, si confronta con altre realtà europee, meglio è per la prateria elettorale peraltro ridotta al lumicino rispetto alle città, ai quartieri urbani.
E ‘la grande opera’ pluri- strombazzata dai beniamini ed ossequiosi media, ovvero il traforo Acquetico – Cantarana ? 50 anni di attesa. Testimone l’archivio stampa e chi ha firmato gli articoli. Sparito dalle cronache bla bla dei soliti padrini del gregge ? La notizia fresca è che la Regione Liguria, si legge in un comunicato, chiede “con forza al governo Draghi‘ di inserire due opere ‘strategiche’ ferroviarie nel Piano Nazionale di ripresa: la Pontremolese e trasferimento binari a monte tra Andora – Finale che comporterà l’abolizione delle stazioni di Laigueglia, Ceriale, Loano e Borgio.
Si pensi ai disagi dei pendolari, degli studenti, di persone anziane. In assenza, come accade nell’imperiese, di adeguati servizi di linea in grado di coprire l’arco della giornata e ore serali. E del crollo dei passeggeri sui treni. Solo a Sanremo – 35 %.
Una stazione unica nel comprensorio di Borghetto S. Spirito, situata all’uscita del casello autostradale in un’ampia zona agricola oggi in gran parte coltivata. E 5 km distante dal centro storico di Loano. La stazione di Pietra diventerà solo fermata, a 4 km dalla cittadella del S. Corona, ai confini con Tovo San Giacomo e posta su un’area rialzata (viadotto) di 35 metri. Albenga perde la sua storica e centrale stazione per trasferirsi a ridosso dell’abitato storico (con demolizioni di case) a Bastia d’Albenga; la ‘distruzione di oltre 250 mila mq di terreno fertile e coltivato. E ancora nulla si è deciso, se non in ipotesi, della sorte dei 7,5 milioni di mc di detriti da scavi in galleria. Dove finiranno ? Chi li accetterà ?
Certo non mancano i benefici dei binari a monte. Il doppio binario è già presente da Albenga a Loano. Non hanno realizzato nel tempo i sottopassi per eliminare i passaggi a livello. Hanno permesso di realizzare lungo la ferrovia, nelle aree urbane, decine e decine di palazzoni che assorbono il ‘rumore’ del transito dei treni e ‘disturbano’, deprezzano il valore, anche quando si affitta. Il trasferimento a monte si trasformerebbe in una manna (non certo illecita) per il mercato immobiliare. Almeno 10 mila alloggi lungo i binari che raddoppierebbero il valore. Piccolo particolare: si tratta di costruzioni sorte dopo la realizzazione del vecchio tracciato lungo la fascia costiera. Nel ponente molti tifano per i benefici del trasferimento, nel levante ligure si tengono stretti (Cinque Terre soprattutto e non solo) l’attuale tracciato sul mare che ha subito, tra l’altro, importanti miglioramenti.
Nel Levante Ligure il turismo di qualità (e straniero) non solo ha tenuto, è migliorato, compresi i benefici per le strutture alberghiere e l’occupazione, i posti di lavoro. Nel ponente ligure in 25 anni sono stati chiusi 875 strutture alberghiere, una quarantina finite nella procedura fallimentare. E dove il Comune si oppone allo svincolo, per la trasformazione in alloggi, gli immobili sono abbandonati a loro stessi. I proprietari preferiscono pagare l’Imu piuttosto che gestirlo o darlo in affitto. E parliamo di strutture sia sul mare, sia sulla prima fascia costiera.
(L.Cor.)
DA VESSALICO – 2 LUGLIO-