Il prof. Gino Rapa, sangue da insegnante ed erudito, molto seguito nelle sintetiche ‘lezioni’, con chiaro linguaggio, sulla sua pagina Facebook; in particolare etimologia delle parole, dialettali incluse. Questa volta approfondisce un popolarissimo sostantivo (scaramantico) per la nostra redenza popolare dialettale: Beccamortu. Ma con una sorpresa forse ai più sconosciuta.
Facciamo tutti gli scongiuri del caso prima di leggere perché la parola di oggi è … BECCAMORTO (o BECCHINO che ne è una sorta di diminutivo). Del resto non siamo … immortali. L’etimologia è davvero curiosa e persino … divertente! Facciamo un salto a ritroso fino al Medio Evo quando questa figura un po’ particolare cominciò ad affermarsi. Non esistevano allora modi per assicurarsi con certezza del decesso e pare che fossero abbastanza frequenti i casi di morte apparente.
Non solo. Capitava che molti si fingessero morti per sfuggire ai creditori e così nacque, sembra per iniziativa delle banche di allora (!), il BECCAMORTO, una sorta di medico-ispettore che aveva il compito, ben retribuito, di mordere con forza l’alluce del piede del defunto. Il dolore provocato avrebbe fatto urlare o almeno muovere un finto … morto! Col tempo il BECCAMORTO divenne una vera e propria figura professionale, dedita ad occuparsi della preparazione del cadavere e della sua sepoltura.
E ai nostri giorni sono sorte vere e proprie agenzie di POMPE FUNEBRI, anche in questo caso dal latino POMPA e dal greco POMPE’, che significa CERIMONIA, CORTEO. Da cui anche il nostro IN POMPA MAGNA per indicare “con grandi onori, in modo cerimonioso, con sfarzo”. Latino e greco ovunque nella nostra vita … e anche oltre! Buon martedì dal vecchio insegnante di latino e greco. (Gino Rapa)