A Rialto (Comune “Amico delle Api”) un interessante incontro di apicoltori per esaminare il problema della riduzione degli insetti impollinatori. Il “Museo dell’Apicoltura” di Vezzi Portio.
di Gabriello Castellazzi*
E’ passato quasi un mese dalla “Giornata mondiale delle Api” (ricorrenza celebrata in tutto il mondo in sottotono a causa della pandemia) istituita dalle Nazioni Unite nel 2017 che scelse come data proprio il 20 maggio di ogni anno in onore di Anton Jansa, sloveno, pioniere delle tecniche moderne di apicoltura (nato il 20 maggio del 1734).
Domenica scorsa in Rialto (Comune “Amico delle Api”) grazie al progetto “Sfuso Diffuso” – che ha vinto il bando “Giovani per i Giovani” della Fondazione Compagnia di San Paolo “per la valorizzazione di attività eco-sostenibili” – si è riunito nello spazio aperto adiacente alla Sala Consiliare un gruppo di apicoltori del Finalese per riprendere proprio il tema riguardante la difesa degli insetti impollinatori i quali, per effetto combinato di cambiamenti climatici, pesticidi, perdita di biodiversità e inquinamento, si stanno drammaticamente riducendo in tutto il mondo.
L’argomento vitale riguarda la sicurezza alimentare nostra e quella delle future generazioni perchè il 75% delle colture alimentari dipendono dalle impollinazioni di specie vegetali indispensabili. Ovviamente gli argomenti della serata hanno riguardato anche l’organizzazione locale del settore e il coordinamento necessario tra gli apicoltori del territorio e tutti gli altri operatori agricoli.
Un dato interessante: la penuria di insetti impollinatori richiede a volte lo spostamento di arnie vicino a frutteti per sostenerne produzioni che manifestano segni di crisi. E’ emerso inoltre come la salute delle api si mantenga con cure veramente efficaci grazie al coordinamento di tutti gli operatori del comparto: simultaneità nei trattamenti contro il parassita “acaro varroa”e lotta contro la vespa velutina.
Come è noto l’utilizzo esteso di antiparassitari chimici in agricoltura è il grande problema: una loro elevata tossicità provoca prima di tutto la moria degli insetti impollinatori e successivamente i danni si estendono ai consumatori di prodotti agricoli (cioè tutti noi). La lotta biologica, con diffusione di specie antagoniste ai parassiti, è un metodo auspicabile capace di mantenere gli equilibri naturali, ma il loro utilizzo è ancora ben lontano dall’obiettivo di sostituire i fitofarmaci tossici.
Le coltivazioni biologiche si stanno diffondendo, e questo è un grande vantaggio per gli ecosistemi, per la biodiversità e la salute degli insetti impollinatori, oltre che per la nostra. Grande merito va a tutti coloro che piantano alberi ricchi di fiori, difendono i boschi (castagno e acacia) e partecipano a campagne di rimboschimento. Obiettivo della serata di Rialto è stato anche quello di individuare metodi per difendere le produzioni locali di miele a garanzia della qualità di un alimento che possiede virtù terapeutiche.
Nel 2019 l’Italia ha purtroppo importato addirittura 25 milioni di Kg. di miele – 40% dall’Ungheria e 10% dalla Cina (dati Coldiretti) – di qualità spesso scadente: il mercato italiano è invaso da miele cinese contraffatto (miele senza api), a costo bassissimo, che rischia di mettere in ginocchio le produzioni locali (dati Cia-Agricoltori italiani).
Quindi è importante il dialogo con i consumatori del savonese (cittadini residenti e turisti) organizzando incontri per illustrare i metodi utilizzati dagli apicoltori locali per ottenere un prodotto sano e garantito con un prezzo, comunque contenuto, ma che non può essere quello del finto miele di importazione. Per un conoscenza più approfondita degli argomenti esposti nella serata è emersa l’opportunità di valorizzare un’istituzione di grande valore naturalistico e storico presente nella nostra provincia: a Vezzi Portio, in frazione S.Giorgio, si trova il “Museo dell’Apicoltura” che dal 2009 custodisce circa 2000 reperti di grande interesse, provenienti da ogni parte del mondo, collezionati da Angelo Cappelletti nel corso di una vita. Alcuni pezzi sono rarissimi, quali un blocco di propoli trovato in una millenaria tomba peruviana, alcuni attrezzi del 1600, poi arnie, smielatori, ecc…un vero tesoro che merita visite organizzate per capire l’importanza storica degli insetti impollinatori.
L’ ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha fatto stampare una pubblicazione con il titolo “Il declino delle api e degli impollinatori. Le risposte alle domande più frequenti”. Legambiente ha lanciato la campagna “Save the queen”, per tutelare le api, informare i cittadini, fare rete con i territori e sensibilizzare le istituzioni pubbliche al fine di mettere in campo interventi concreti.
L’“Unione Europea” finalmente ha recentemente messo al bando tre tipi di pesticidi neonicotinoidi letali per le api. Ma la strada è ancora lunga perchè la stessa UE ha come obiettivo quello di giungere ad una riduzione del 50% nell’uso di pesticidi in agricoltura entro il 2030. Grande merito va a quei coltivatori liguri e savonesi che grazie ad una “agricoltura biologica” non solo aiutano la vita delle api ma portano ai consumatori frutta e ortaggi di qualità, senza quei veleni che sono purtroppo responsabili di gravi malattie.
Il Portavoce della “Federazione dei Verdi” della provincia di Savona,
*Gabriello Castellazzi