Il 3 giugno 2021, non essendo stato in città il 2, sono passato a vedere il monumento a Pertini e a onorarne in qualche modo la memoria.
Non voglio dare giudizi artistici di alcun genere anche perché le opere di arte contemporanea vanno sicuramente viste e analizzate nel tempo e devo dire che trovo l’idea in sè interessante.
di Danilo Bruno
Mi è sfuggita però una cosa o mi sono sbagliato: non ho letto sul monumento un sola volta la parola “Resistenza” oppure “Lotta di Liberazione”eppure Savona è città Medaglia d’oro della Lotta di Liberazione?
Forse verrà inserita dopo che Toti, che cita Pertini continuamente, se ne sarà andato dalla regione con tutti i suoi alleati? Forse ho letto male? Forse la Sindaca di Savona ha voluto evitare spiacevoli sofferenze ad alcuni suoi alleati di Giunta?
Dopo la pessima figura della lapide dei caduti della seconda guerra mondiale ove si onoravano i fascisti cosa ci dovremmo ancora aspettare?
Forse la ripetizione di alcune frasi sicuramente importanti ma senza scrivere o parlare della Lotta di Liberazione può giustificare una simile impresa?
Perché non si è voluto onorare degnamente la figura luminosa di Sandro Pertini come antifascista, partigiano, fiero delle sue scelte ,condannato dal Tribunale Fascista dopo aver rivendicato orgogliosamente la propria matrice ideologica socialista e dopo aver partecipato alla organizzazione della fuga di Turati in Francia ?
Perché con una frase non si è ricordata la figura di Pertini, esule antifascista all’estero?
Perché per una volta la Sindaca non si schiera in modo chiaro e senza distinzioni dalla parte della Resistenza e dell’antifascismo?
Alla fine poi ci spieghi: sono diventato cieco o la parola Resistenza sul monumento a Pertini proprio non c’è? E allora non c’é forse perché Pertini deve essere ricordato solo per le sue belle parole e per la sua pipa perché del museo è meglio tacere?
Non capisco poi in questi giorni l’appello corale, giunto anche dal Comune di Savona e da Toti, alla lotta unitaria contro la pandemia perchè io credo che le due cose (Resistenza e pandemia) non siano collegabili.
La Lotta di Liberazione vide un popolo di giovani e meno giovani,che insorse contro la dittatura nazifascista che ci aveva portato alla guerra e alla fame per riscattare la dignità d’Italia e portare la democrazia nel paese conquistando la pace,l’unità dell’Europa, la repubblica e la democrazia mentre la lotta alla pandemia,pur avendo dimostrato le migliori doti di generosità fino al sacrificio del nostro paese, ad oggi non ha ancora avviato una concreta riflessione sul mutamento degli stili di vita e sulla necessità di ricordare che noi abbiamo ricevuto il pianeta in eredità dai nostri figli.
Poi la Sindaca di Savona, insieme a tutti i suoi consiglieri e all‘assessore ai lavori Pubblici (sempre pronto a lezioni di buongoverno) , si ricordino che, se cinque anni fa sono stati eletti in libere elezioni lo devono anche a uomini e donne come Pertini, che tra il 1943-1945 salirono in montagna per riscattare la dignità dell’Italia e soprattutto conquistare quella libertà, che mai avevano conosciuto durante il Fascismo.
La Pandemia può tornare ad unirci ma la Lotta di Liberazione è qualcosa che ci unisce da tanto tempo e soprattutto ci ha dato la dignità di paese libero, democratico e repubblicano, come ci ha insegnato Mazzini, che proprio sul Priamar ideò la Giovine Italia.
Se poi vogliamo scriverlo la Lotta di Liberazione completò con la democrazia e la Repubblica quel processo rivoluzionario ideato da Mazzini sul Priamar tra il 1831 e il 1832.
Danilo Bruno