Hanno gli stessi cognomi ma non sono parenti. Il ten. col. Massimo Ferrari, comandante la Compagnia carabinieri di Alassio e il maresciallo in congedo Stefano Ferrari (che ad Alassio ha comandato nucleo operativo e radiomobile) insigniti di onorificenza del Presidente della Repubblica. Il sottufficiale era già ‘cavaliere’ e ora riconoscimento di ‘ufficiale’; a Loano, dopo il congedo, ha ricoperto la carica di presidente della Fondazione Simone Stella – Leone Grossi e candidato in una lista civica. Il suo nome figurava inoltre tra i potenziali candidati a sindaco della città.
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A Savona, il ten. Col. Massimo Ferrari, Comandante la Compagnia di Alassio e Stefano Ferrari, maresciallo Maggiore in congedo, già Comandante della Stazione dei Carabinieri di Andora, hanno ricevuto dalle mani del Prefetto Cananà, a nome del Presidente della Repubblica, il diploma di Cavaliere al Merito della Repubblica, insieme ad altri 3 esponenti dell’Arma: (il maggiore Daniele Quattrocchi, Comandante della Compagnia di Cairo Montenotte – il luogotenente Carica Speciale Marco Surano, Comandante del Nucleo Informativo del Reparto Operativo presso il Comando Provinciale di Savona – il maresciallo maggiore Fabio Accusani, Comandante del Nucleo Comando presso la Compagnia Carabinieri di Cairo Montenotte. La cerimonia si è svolta in occasione del 207.mo anniversario della fondazione dell’Arma.
Massimo Ferrari, coniugato con Stefania e padre di tre figli (Vincenzo, Ludovica Maria e Pierfrancesco) è di origini pugliesi, del Salento, Racale (prov. di Lecce), origini alle quali è molto legato. Si è arruolato nel 1991 e da quell’anno ha prestato servizio in diverse parti d’Italia, per giungere infine dal Veneto nell’agosto del 2017 ad Alassio con il grado di capitano, promosso l’anno successivo a maggiore e quest’anno a tenente colonnello. Ogni anno, quando prende le ferie, torna sempre al suo Salento. (Silvio Fasano)
LOANO / Il ‘maresciallo’ (nella vulgata degli amici) Stefano Ferrari era già insignito dell’onorificenza di ‘Cavaliere‘, ora se n’è aggiunta una seconda quella di ‘Ufficiale‘ dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Stefano Ferrari è tra i personaggi popolari di Loano. E’ stato giovanissimo sottufficiale (brigadiere) ai tempi di Giuseppe Panté (sarà insignito Cavaliere) professionale e stimato maresciallo comandante la stazione dei carabinieri di Loano quando aveva ancora competenza anche su Borghetto S. Spirito, Toirano e Balestrino (ora Loano è rimasta con Boissano).
Ferrari dopo la scelta volontaria del congedo (esperienze di comando a Badalucco, Andora, Alassio) è stato ‘chiamato’ dalla politica cittadina (con Angelo Vaccarezza sindaco) a un ruolo pubblico, come la presidenza della Fondazione Simone Stella – Leone Grossi raggiungendo traguardi e risultati importanti per l’ente e la comunità loanese. E che ha poi lasciato con una ‘pepata’ lettera di dimissioni, nel luglio 2014, per “ il mancato rispetto da parte dell’Amministrazione Comunale nell’anno 2011 degli accordi intrapresi riguardo all’aumento delle rette di frequenza del Nido d’Infanzia, che contro la volontà del C.d.A. dell’Ente hanno subito un incremento tale da determinare una repentina diminuzione delle presenze dei bambini, ed il mancato riscontro dei ripetuti solleciti per addivenire ad ulteriori accordi che potessero andare incontro alle necessità delle famiglie in periodi economici così difficili”.
Ferrari è stato tra i promotori del ‘Il Gruppo Mosaico. Idee e persone per una nuova Loano’ e del ‘Comitato per Loano’ “con fini propositivi per la città e svincolato dagli attuali partiti e schieramenti politici.”
Nel 1997, a 46 anni, candidato nella Lista Civica per Loano (Pier Luigi Pesce candidato sindaco, non eletto). Il motto ‘Il Domani‘ prometteva “i valori comuni del paese“: ‘Bello, pulito, ordinato, efficiente, qualificato, cortese’, “Se non si vuole semplicemente tirare avanti”.
C’è uno spaccato di storia politico amministrativa loanese di cui anche trucioli.it non ha mai rivelato i particolari. Ed ora che siamo quasi alla vigilia della nuova consultazione elettorale (a metà ottobre), con le prime indiscrezioni, le prime mosse nei vari schieramenti in gioco, nel balletto di probabili o improbabile alleanze, nel toto sindaco (in realtà già deciso secondo le mire dei potenziali vincenti), possiamo raccontare cosa era accaduto dietro le quinte alle ultime comunali.
Con l’ex maresciallo Ferrari vittima del ‘sistema Loano’. I preparativi, gli incontri con alcuni dei maggiori attivisti promotori (ci sono nomi e cognomi, messaggi, mail), in particolare il ruolo avuto dal dr. Paolo Gervasi, commercialista affermato, che verrà candidato sindaco e alla sua seconda esperienza nel parlamentino locale. Ferrari entrato nelle ‘conventicole’ iniziali candidato sindaco, uscito senza che nessuno gli dicesse “abbiamo cambiato idea”. Non sei tu il candidato ideale per vincere la corazzata dei soliti noti. Finito, con sua libera scelta, in disparte e rapporti troncati.
Sull’altro fronte, la sinistra, ovvero il Pd loanese da anni dimagrito, dove le ‘menti pensanti’ e allenate alle sconfitte, anzichè puntare ad una coalizione eterogenea, non hanno voluto a loro dire ‘piegarsi’. E neppure l’intervento, assai poco autorevole, dell’allora consigliere regionale Luigi De Vincenzi, aveva portato buoni consigli per una lista unitaria da contrapporre al centro destra che candidava per la seconda volta Luigi Pignocca. Era la seconda o la terza volta in realtà che ‘menti raffinate‘ spaccavano la sinistra, tre legislature prima il compito divisivo era toccato ad un artigiano fulminato da apparizione celeste e poi sparito come la veggente di Balestrino della Madonna.
Il ‘maresciallo Ferrari’ non sarebbe stato il candidato vincente ? Non offriva garanzie di preparazione, esperienza e indipendenza per il ruolo di sindaco ? Aveva bisogno di ‘tutore’ ? Era una persona scomoda che non avrebbe ubbidito ? Nessuno dei suoi iniziali alleati l’ha mai palesato. E perchè il gruppo Gervasi e C. , grillini inclusi, non si è sentito in dovere di spiegare le ragioni del ‘voltafaccia’ consumato nella riservatezza e umana noncuranza ? E’ finita che Ferrari ha preferito ‘metterci una pietra sopra’: non vivo di politica, né di l’indennità, posso sempre guardare tutti negli occhi e mai abbassare il capo.
La sua è stata una sorte di bis, seppure con protagonisti in parte diversi, quando il centro sinistra (nella tornata ancora precedente) doveva scegliere il candidato. Bruciando ‘goffamente’, per non dire altro, una certa disponibilità del giudice loanese Filippo Maffeo che avrebbe lasciato (in aspettativa ?), nel caso di candidatura, il ruolo di sostituto procuratore della Repubblica che ricopriva ad Imperia. Una locandina del Secolo XIX Savona, maturata a tarda sera grazie ad un esponente di peso (allora) del Pd locale e non (Miceli) che si trovava riunito nello studio legale dei fratelli Garassini, come avevamo già rivelato, senza smentite. Semplice e bieca manovra: mettere in contrapposizione Maffeo con un altro gentiluomo, persona preparata per competenze ricoperte, Pier Luigi Revetria. Abbiamo scritto e ricordato per la storia locale, anche nel gennaio 2019:”…Pier Luigi Revetria, esperienza in cooperative e da ultimo apprezzato risanatore del disastrato bilancio – buco dell’Ortofrutticola di Albenga. Revetria che non aveva concordato un bel nulla, si ritrovò, sui media, contrapposto al concittadino Maffeo. Con tanto di locandine davanti alle edicole”. Un bellissimo ed inatteso ‘omaggio’ alla vittoria di Pignocca 1.
Ferrari e Maffeo, due personalità di ‘legge’, senza obblighi di riconoscenza, troppo indipendenti, poco reverenti al ‘potere locale’ con il suo gremito seguito clientelare. C’è pure chi può vantare una lunga rosa di adesioni a partiti, schieramenti, movimenti, gruppi di pensiero.
Nessuno può ragionevolmente sostenere che un ‘maresciallo dei carabinieri in congedo’ o un magistrato in aspettativa (già giovanissimo consigliere Dc indipendente negli anni ’70) avrebbero interrotto un lungo filotto del centro destra. Loano unica città della Riviera dove proprio la destra, affarista o clientelare o meno che sia, non ha mai perso fiducia tra i suoi elettori. Ha sempre vinto almeno nella competizione locale, provinciale e regionale. Neppure nelle regionali ‘rosse’ del 1975. Solo alle politiche del 2018, M5S è stato il partito più votato. L’assenza di alternanza è un bene per la società civile loanese ?
Certamente avrebbe segnato una discontinuità, aria nuova, rinnovamento di uomini e di sistema di potere. Si sarebbe forse concretizzata quella ‘democrazia dell’alternanza’ che aveva fatto del ‘martire della Dc‘, Aldo Moro, la sua azione ispiratrice, al punto da costargli la vita secondo tesi autorevoli. Lui voleva l’accordo nazionale con il Pci, forze oscure ma non troppo (Cia e P 2 incluse) lo ostacolavano, boicottavano. In buona fede ?
Loano da tempo con qualche massone di troppo e non è un’eccezione, mai però con pubblici amministratori in manette o condannati per reati contro la pubblica amministrazione. Loano dove la destra non ha rivali elettorali per la debolezza e l’incapacità di chi la dovrebbe contrastare. “Loano che legge” ma ignora la presenza, il lavoro di controllo e proposte dell’opposizione consiliare. A ottobre un sondaggio senza pretesa di trucioli.it, tra 100 intervistati scelti a caso sulla strada, indicava che meno di una decina sapevano il nome di un consigliere di minoranza e solo tre seguivano l’attività consiliare dell’opposizione leggendo su Ivg.it, Savona News, Il Secolo XIX e La Stampa. 3-4 su cento seguivano saltuariamente trucioli.it confuso peraltro con trucioli savonesi con il quale abbiamo collaborato da volontari giornalisti per 7 anni.
Si dirà, a Loano l’alternanza c’è. L’invicibile Angelo Vaccarezza ha pedissequamente ‘scelto’ per il bene e lo sviluppo di Loano i suoi successori. Prima Francesco Cenere,con l’intermezzo di un divorzio tra i due, poi rientrato (anche via social), quindi Luigi Pignocca. E ora toccherà, come trucioli.it scommette, ad un candidato rosa ‘presentabile e di qualità’: la geologa Luana Isella, vice presidente della Provincia, esperienza in consiglio comunale e nelle commissioni consiliari. E mai chiacchierata.
Il ‘buon’ Luca Lettieri, convertito alla Lega di Salvini, con il suo tutore sponsor Brunello Brunetto (a Loano il più votato alle regionali), avrà altri ‘premi di consolazione’. Si metta l’anima in pace. E il centro sinistra ? Le voci indicano un ‘candidato forte’, capace, con esperienza. Sarà l’avv. Chicco Garassini ? Dalla Dc, all’Ulivo, al Pd, a uomo di fiducia (a Savona ex presidente di Ata Spa ) della Lega, a tanto altro nelle aspirazioni e militanze.
L’elettorato loanese che in alcune consultazioni (provinciali in particolare, quando ancora si votava) si era distinto per un diffusa astensione dal voto (votarono solo il 37%), è oggi ‘maturo’ alla svolta storica ? Non la ritiene necessaria, anzi teme un ‘salto nel buio’ ? I partiti (Pd e Lega presenti con una sezione,) di fatto quasi inesistenti. Siamo lontani dall’attivismo, dibattito e confronto interno che caratterizzava gli schieramenti durante la prima Repubblica e che in parte, almeno a Loano, avevano distinto Forza Italia -Pdl. In precedenza la Dc, Pci, Psi, Psdi, Pri, Msi, Pli, Lega di Bossi che fece il suo esordio in consiglio comunale con il dr. Maurizio Strada.
E ora sotto le stelle si sta insediando ‘Cambiamo di Toti’, con l’ultimo nato a livello nazionale (Toti e Brugnaro sindaco di Venezia) ‘Coraggio Italia’. E ‘Coraggio Loano’ !? Senza fretta. Auguri da un cronista della terza età testimone di cose locali e che si è cercato invano di addomesticare. (L.Cor.)
DAL SITO COMUNE DI NOLI UFFICIO TURISMO –
Approfittiamo di questa giornata di festa per la celebrazione del 207° Anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri, per salutare e ringraziare pubblicamente il nostro Comandante di Stazione Federico FERRARI, che dopo più di sette anni a Noli, torna a Villanova d’Albenga sugli elicotteri dell’Arma.