Spettabile trucioli.it, a proposito degli ultimi articoli che ho leggo sul vostro blog. Finale – Andora, binari a monte, favorevoli e contrari, critiche e proposte. Io direi soprattutto la disillusione ci prende la mano. Non essendo né politico, né tecnico, né proprietario terriero in qualche modo interessato alla vicenda e solitamente neppure granché utente delle FFSS, mi esprimo come semplice cittadino che osserva e, se volete, anche un po’ come esteta.
di Alfredo Garbarino
Erano gli anni ’70, o giù di lì, quando si prospettava di demolire la vecchia ferrovia per costruire la nuova. Ricordo che già allora, logicamente, le opinioni si confrontavano ed anche in modo acceso: chi era per un nuovo tracciato e chi no. Per lo più le preoccupazioni erano di tre aspetti.
Una era quella dei proprietari delle aree interessate dal nuovo tracciato, aree per un verso o per un’altro sempre pregiate, vuoi per qualche coltura, vuoi per via della loro edificabilità.
Poi vi era chi si preoccupava di sottrarre finalmente le abitazioni, sorte o già esistenti, a ridosso della vecchia linea ferroviaria allo sferragliare dei treni.
Infine c’era chi temeva problemi connessi con il collegamento con le nuove stazioni onde raggiungere il posto di lavoro o, per converso, delle difficoltà di raggiungere il mare da parte degli abituali vacanzieri. Non mi risulta che in questo vero e proprio “campo di battaglia” qualcuno si preoccupasse più di tanto né di rendere la cosa armoniosa con l’ambiente e neppure, se vogliamo, dei costi gravanti sul pubblico bilancio vista l’enormità dei costi poi fatti sopportare e del tira e molla fra progettazioni e riprogettazioni durato ormai più di cinquant’anni.
Ed è proprio questo procrastinarsi per decenni che come cittadino mi risulta incomprensibile e inaccettabile.
A questo punto non mi importa proprio nulla come cittadino qualsiasi che si continui a discutere ancora, mi interessa che la questione si concluda, tracciato vecchio ammodernato o tracciato nuovo realizzato non mi può importare. Mi importa che si dica basta, che si faccia, che ci si dimostri per una volta efficienti in questa Liguria negletta. Non è pensabile che ancora ci siano progettazioni discutibili, opinabili, criticabili e che in tanti anni invece non sia stato ancora studiato, assodato, accettato, confermato, istituito un progetto definitivo e certo nel quale si sia tenuto conto d’ogni aspetto, da quello funzionale a quello ambientale, da quello estetico a quello dei costi, da quello dei tempi realizzo alla fissazione delle aree interessate ai lavori e di cui la cittadinanza sia stata pienamente resa edotta.
Nel frattempo qua e là sono sorte case, si sono avviate e fatte opere stradali, si sono sviluppate colture agricole. Tutto da rivedere, tutto da distruggere, tutto da riconsiderare? Come cittadino questo modo di operare nel nostro Paese mi sembra davvero di infima qualità.
Per quanto riguarda Noli (vantaggi e svantaggi dall’abolizione della stazione ferroviaria) non mi esprimo, o meglio dico soltanto che lo spostamento della ferrovia ha aperto per il Paese delle grandi opportunità. Se queste sono state utilizzate malamente è un’altro discorso.
La disillusione ci prende la mano. Attendere per quasi sessant’anni una decisione definitiva (in qualsiasi senso essa sia e ovviamente si è sempre sperato in quello migliore) riguardo l’adeguamento di una infrastruttura sorta verso circa il 1870 a me e sembrato davvero troppo. Discutere va bene, è un bene della Democrazia, ma si vuole anche la capacità di concludere, di venire al dunque, di superare la pervicacia di interessi privati nel nome di quelli pubblici.
E poi chi può dire che tanta riflessione, tanto mediare porti infine a risultati apprezzabili? Esistono a questo mondo fior di tecnici, di geologi, di ecologi, di urbanisti. Ci si affidi a loro, si dia a loro la parola e la politica si fermi alla volontà di realizzare un’opera migliorative della linea ferroviaria. A volte si tampona a destra per vedere poi una falla a sinistra. E intanto il tempo passa, i costi aumentano, i cittadini pagano.
Alfredo Garbarino