Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Ferrovia a monte e futuri scenari. Colpiti trasporti e economia. Area ciclabile nell’imperiese: già 20 ml. di debiti. Chi conosce e nasconde due progetti Finale-Loano


Agnese Gaia: “Grazie per questo enorme lavoro informativo e di pubblica utilità che avete fatto. E grazie anche, e soprattutto, per la presa di posizione netta, chiara ma mai urlata. Grazie di tutto, non fermatevi”. Ivo Merlo: Bravi avete fatto un ottimo lavoro!!! Adesso attendiamo reazioni politiche! “. G.B Cepollina: “La faziosità ‘noraddoppioamonte‘ è talmente evidente che è inutile discuterne”. Angelo Fresia, 10 anni di corrispondente de La Stampa, ora operatore commerciale a Ceriale, cofondatore di ‘Non perdiamo il treno’ e un’altra bella esperienza, questa volta dalla parte del cittadino. Fare informazione senza bavaglio, insegnando la moderazione o senza l’abito del saputello. Avrà purtroppo una delusione ?

Può essere orgoglioso di aver raggiunto, con il suo volontariato  informativo, oltre mille cittadini, di aver raccolto critiche intelligenti e qualche immancabile cretineria patologica. Ad ognuno libertà di critica,. Certo che un tempo nei partiti della prima Repubblica che molti di noi hanno conosciuto, si facevano strada, con gli elettori, i più capaci, i più competenti, i più competitivi  e sulla base dell’onestà, credibilità. E’ vero non sempre c’erano i più onesti e neppure chi poteva vantare di non essere evasore fiscale. Le assemblee delle sezioni locali di partito sia di maggioranza, sia di opposizione, erano affollate. Non mancavano fratelli coltelli, ma anche i giornalisti non facevano soltanto i notai. Più o meno graditi a seconda del coraggio e dell’indipendenza. Non si faceva ancora uso di querele e azioni civili intimidatorie.

Ecco cosa ne sarà dell’ottimo lavoro di Fresia e dei suoi collaboratori tecnici che hanno studiato a fondo, in tutti i suoi risvolti, il tema dei binari a monte. Un decano della cronaca locale non ha dubbi. Non finirà a tarallucci e veno, ma a orecchie da mercante. Non è un caso se non c’è il commento di un sindaco interessato al nuovo tracciato che peraltro Marco Melgrati ha ripetuto, se ce ne fosse bisogno, e lo abbiamo già scritto, che il progetto definitivo ha avuto il benestare di tutti i suoi colleghi sindaci e non solo.

Non c’è neppure una solo voce di partiti che negli anni si sia alzata al cielo per far conoscere il dissenso. E poi siamo schietti fino in fondo. Alzi la mano quel giornalista che ha avversato pubblicamente o nei suoi articoli la contrarietà alla ‘mega variante’ Finale Ligure – Sanremo, dopo il binari a monte Savona- Finale. Qualsiasi appello alle assemblee popolari, alla mobilitazione alla No Tav, No Gronda, qui fallirebbe in partenza. L’ultimo tratto di raddoppio porta anche una data (per l’Europa che finanzia) di fine lavori: 2026. E Angelo Fresia che trucioli.it aveva indicato tra i potenziali sindaci di Ceriale (ultime comunali vinte dal centro sinistra) e che faceva sapere di mettersi in gioco solo con una tabula rasa e rinnovamento a 360 gradi, Angelo dicevamo, utilizzi il tempo per prepararsi alla prossima tornata elettorale, forte della sua integrità, speriamo credibilità e  buona conoscenza del territorio, della sua Ceriale che l’ha visto crescere. (L.C.)

NON PERDIAMO IL TRENO
MIGLIORARE I TRASPORTI A PONENTE: LA NOSTRA PROPOSTA
di Angelo Fresia (pagina Facebook)
Angelo Fresia

L’ultimo progetto per lo spostamento a monte della ferrovia tra Finale Ligure e Andora, se attuato, peggiorerà i trasporti e l’economia di questo comprensorio. Finora ci siamo limitati a fornire dati e notizie a chi ritenesse utile essere informato. Adesso, però, ci sentiamo in diritto e in dovere di esprimere la nostra opinione. Crediamo di avere operato con imparzialità e obiettività. Qualcuno ci ha accusato di essere faziosi e quindi, alla fine di questo intervento, ci permetteremo di replicare.

All’inizio della nostra campagna informativa, avevamo auspicato un dibattito sano e civile su un argomento così importante per questo territorio. La fortuna ci ha assistito e abbiamo assistito a un confronto molto educato e ricco di spunti. Abbiamo ricevuto un migliaio di commenti, critiche, proposte e domande nella discussione pubblica, a cui si sommano quelli ricevuti in privato, da parte di chi chiedeva ulteriori informazioni. Anche su posizioni opposte, chiunque ha capito le ragioni di chi la pensa diversamente, pur rimanendo della propria opinione.
Riteniamo questo confronto pubblico una grande prova di civiltà. Nessuno è stato censurato, tutti hanno potuto esprimere liberamente le proprie convinzioni. È il bello della democrazia, il fondamento della nostra Repubblica. Lo diciamo con chiarezza: le posizioni di entrambe le parti sono legittime e fondate. Nessuno può accusare la controparte di avere motivazioni deboli o irrazionali. Ma è necessario tracciare un bilancio di questa analisi, compiuta da persone che studiano da decenni i trasporti nel ponente savonese e che hanno potuto seguire, passo dopo passo, lo spostamento a monte in provincia di Imperia.
Se sarà completato questo progetto, i trasporti subiranno un collasso epocale, di cui fatichiamo a calcolare le proporzioni. Così come l’inaugurazione della ferrovia costiera (nel 1872) aveva liberato dall’isolamento la nostra terra, realizzando la prima vera opera di difesa della costa dall’invasione del mare, adesso la sua dismissione rischia di avere l’effetto opposto.
IL DIMEZZAMENTO DELLE STAZIONI- Proviamo a elencare le conseguenze pratiche. Col dimezzamento delle stazioni e il trasferimento di 3 fermate su 4 (Albenga, Borghetto e Pietra Ligure) fuori dai centri abitati, calerà sicuramente il numero di passeggeri ferroviari. Tra chi continuerà a utilizzare il treno, aumenterà il numero di chi dovrà utilizzare la macchina (o un altro veicolo) per andare in stazione. Quindi aumenterà il traffico sulle strade, mettendo a dura prova la viabilità nelle cittadine costiere, già oggi in grave difficoltà. Chi dovrà spostarsi per motivi di lavoro, vedrà aumentare costi di spostamento e tempi di percorrenza.
CALO DEI FLUSSI TURISTICI – Ci sarà un calo dei flussi turistici, anche perché mancano dimostrazioni concrete che la pista ciclabile possa portare in Riviera più turisti che una ferrovia litoranea. Abbiamo ricevuto numerose testimonianze di turisti che, pur avendo la seconda casa in provincia di Imperia, hanno deciso di venderla perché erano abituati ad arrivare in treno. E ci hanno scritto anche diverse persone, da Piemonte e Lombardia, intenzionate a comprare un’abitazione nei nostri centri costieri, ma che ci hanno annunciato che rinunceranno se questi paesi sposteranno le stazioni.
Come potete vedere, abbiamo deciso di lasciare sullo sfondo gli aspetti ambientali di quest’opera. È vero, esistono problematiche e rischi, ma ognuno ha la propria sensibilità ed è giusto valutare queste ripercussioni in base alla personale scala di valori. Le conseguenze su trasporti ed economia, invece, presentano evidenze inconfutabili. Su questo progetto pesa, come un macigno, l’esempio della provincia di Imperia. Qualcuno potrebbe obiettare che lo spostamento a monte, nel ponente savonese, sarà realizzato in modo migliore. Ma voi affidereste la ristrutturazione di casa a un’impresa edile che ha appena deluso i vostri vicini di casa?
LA PROPOSTA – E adesso veniamo alla nostra proposta. La situazione dei trasporti nel ponente savonese è un’autentica emergenza, che va affrontata in tempi rapidi. Servono interventi risolutivi sulla rete stradale e autostradale, che ci auguriamo siano effettuati con urgenza. Ma questo non è l’argomento della nostra discussione. In questa sede ci occupiamo di ferrovia e ci sono tutte le modalità per renderla più efficiente, con interventi sul breve, medio e lungo periodo.
I BINARI INCROCIO – Se ci fosse la volontà politica e amministrativa, in meno di un anno si potrebbero ripristinare i binari di incrocio a Borgio Verezzi e Laigueglia, molto utili per limitare disagi e ritardi. Nello stesso periodo si potrebbero rimodulare gli orari, accorciando la durata dei viaggi. Queste modifiche sono considerate fattibili in tempi rapidi dagli stessi operatori del trasporto ferroviario.
E proprio i lavoratori dei trasporti ci hanno testimoniato come esistano almeno due progetti per la realizzazione del raddoppio ferroviario tra Loano e Finale Ligure nella sede attuale. Secondo queste testimonianze, in alcuni tratti c’è lo spazio per affiancare il secondo binario a quello esistente, senza spostare quello in attività e quindi senza limitazioni al traffico.
In altri punti, invece, c’è lo spazio per posare il secondo binario, ma è necessario traslare il binario in attività. Per completare questo intervento sulla linea costiera, sarebbe necessario interrompere per un paio di mesi il traffico ferroviario nella tratta interessata. Un paio di mesi di disagi per i pendolari ferroviari, che verrebbero fatti scendere dal treno (e salire su pullman sostitutivi) a Finale Ligure e fatti risalire sul convoglio a Loano. E viceversa.
DUE PROGETTI CHIUSI NEL CASSETTO O NASCOSTI ALL’OPINIONE PUBBLICA ? Ora bisogna mettere a fuoco un punto-chiave del nostro discorso. Non stiamo accusando nessuno di nascondere questi due progetti in un cassetto o in un armadio. E non abbiamo alcun potere per chiedere che vengano resi pubblici. Ma siamo certi che esistano, perché le nostre fonti sono qualificate e attendibili. E quindi sarebbe cosa buona e giusta che finalmente i cittadini possano prenderne visione. Altrimenti ci sarebbe il sospetto che il progetto di raddoppio in sede sia migliore rispetto a quello di spostamento a monte, ma che qualcuno voglia evitare di renderlo pubblico, per favorire l’ipotesi concorrente, più costosa e impattante.
La ferrovia esiste, nel nostro comprensorio, da 149 anni. Quando è stata inaugurata, i comuni costieri tra Finale Ligure e Andora contavano 30 mila residenti. Finale era il centro più popoloso. Albenga aveva 4700 abitanti, Borghetto 600, Pietra Ligure poco più di 2 mila. Adesso gli stessi comuni sfiorano i 90 mila residenti. La popolazione stanziale è quasi triplicata. È inevitabile che ci siano problemi di coabitazione tra la vecchia ferrovia e le case costruite nell’ultimo secolo e mezzo. Sovrappassi, sottopassi e barriere anti-rumore sono tre ottimi metodi per rendere più accettabile questa convivenza.
IL SOTTOPASSO DEL CENTA – Nel 2011, ad Albenga, è stato inaugurato il nuovo sottopassaggio ferroviario accanto al Centa. È stato realizzato in una zona delicata, perché si trova accanto al ponte ferroviario sul fiume, risalente alla seconda metà dell’Ottocento e già predisposto, nel secondo dopoguerra, per ospitare il secondo binario. Durante il cantiere per il sottopasso, i treni hanno continuato a circolare, senza interruzioni del servizio. Questa è la prova che sarà possibile eseguire le stesse opere anche in futuro, negli altri centri rivieraschi, con disagi minimi alla circolazione ferroviaria.
SPOSTARE LE STAZION DI ALBENGA E ALASSIO VERSO L’INTERNO – Parlando di opere più impegnative sul piano temporale e ingegneristico, si potrebbe valutare la possibilità di spostare i binari interamente in galleria tra Albenga (dal confine sud-occidentale di Vadino) e Andora. Le stazioni di Alassio e Laigueglia potrebbero essere spostate verso l’interno, con scali sotterranei come quello di Sanremo. Questo scenario potrebbe migliorare la situazione, se ricevesse il consenso dei due comuni interessati dall’intervento.
Concludiamo esercitando il diritto di replica all’accusa di faziosità. Se avessimo voluto indirizzare l’opinione dei lettori verso il “no” allo spostamento, avremmo puntato l’attenzione su temi di facile presa sull’opinione pubblica. Vi avremmo fatto sentire le testimonianze di alcune delle 50 persone che dovranno lasciare le loro case perché saranno demolite per lasciare spazio al tracciato a monte. Avremmo dedicato una puntata intera agli anni in cui Albenga si troverà strozzata dai cantieri ferroviari in corrispondenza con le due principali strada d’accesso all’entroterra: la provinciale 6 per Villanova e la 582 per Cisano sul Neva, che saranno chiuse al traffico per un tempo indefinito e, nella migliore delle ipotesi, regolate a senso unico alternato.
Vi avremmo chiesto dove impareranno a nuotare i bambini di Alassio e dove andranno a giocare i ragazzi di Albenga, quando la piscina comunale alassina e il campo di calcio Massabò di Bastia  saranno cancellati dalla ferrovia a monte.
IL BUCO DI BILANCIO DI AREA 24 – Vi avremmo raccontato la storia della società Area 24, nata per gestire la pista ciclabile in provincia di Imperia ma che purtroppo nel 2020 aveva già accumulato 20 milioni di euro di debiti con le banche. Per vedere com’è la situazione del percorso ciclabile nell’Imperiese, basta andare a vedere coi propri occhi.
Abbiamo preferito evitare questi temi. E non per un’opera di disinformazione. Ma perché la rabbia per queste rivelazioni avrebbe distolto l’attenzione da un’analisi serena e razionale sull’effettiva utilità di quest’opera. Scusateci se questa volta siamo stati un po’ lunghi. Grazie, grazie e ancora grazie per esserci stati a sentire.
Gruppo d’informazione
NON PERDIAMO IL TRENO

Commento. Alessandro Chirivì, avvocato, responsabile regionale  di Fratelli d’Italia del dipartimento Famiglia e Valori non

L’avv. Alessandro Chirirvì che all’ultimo momento si era fatto da parte lasciando il posto di candidato alle recenti regionali

negoziabili: Secondo me ora potreste fare un passo in più e organizzare un convegno pubblico (quando sarà possibile) dove mettere a confronto su ogni tema sollevato nell’analisi un esponente a favore e uno contro in modo da offrire una visione comparata delle due posizioni.

Magari invitando a un intervento il Presidente della Regione e l’Assessore ai trasporti.
Un confronto dialettico “Hegeliano” dove tesi e antitesi possano fronteggiarsi, magari giungendo a una sintesi migliorativa.
Angelo Fresia: E’ un’ottima idea. Per me sarebbe fantastico, mettere a confronto pubblicamente le diverse posizioni. Ci dai una mano a organizzare questa iniziativa? Ci si può pensare. 

Alessandro Lanteri- Militante del Pd, già giovane consigliere provinciale a Imperia e comunale a Sanremo, presidente

Alessandro Lanteri (in una foto d’archivio del 2019 a Mendatica dove è presidente della Pro Loco) Coordinatore del Distretto Florovivaistico della Liguria
Ha studiato Scienze Internazionali e Diplomatiche presso Università degli Studi di Genova

dell’attivissima Pro Loco di Mendatica: “Sinceramente in provincia di Imperia ben pochi sono insoddisfatti del percorso di Area 24. La qualità e il modo di vivere nelle città attraversate dalla pista è cambiato in meglio, al di là delle questioni gestionali. Discorso diverso per il San Lorenzo Andora, ancora in cantiere e con errori progettuali nel dianese. Io sarei per lo spostamento a monte Finale – Ceriale e Albenga – Andora. Sull’allargamento in sede dubito sia realizzabile con gli standard di sicurezza attuali. I maggiori beneficiari di un eventuale opzione “zero +” (la vostra)? Autostrade e Autofiori. Ragioniamoci bene.

Max Palomba a  Alessandro Lanteri: Per dirne una, visto che lei lavora nel settore: una delle balle spaziali propalate a suo tempo per edulcorare il terzo lotto del raddoppio (quello di Sanremo del 2001, per capirci) è stata quella di promettere uno scalo per la movimentazione dei prodotti floricoli nella nuova stazione di Taggia. Qualcuno favoleggiava – figurarsi – di un raccordo ferroviario in galleria con il nuovo mercato di Valle Armea. Per dirla alla Camilleri, tutto finì a “frisca e pirita”. Con Albenga non ci provano neppure, sarà probabilmente una fotocopia di Imperia, due binari di corsa e due di precedenze e fine. Garofani, fresie, carciofi e trombette continuano indistrurbate a viaggiare in camion. Quindi, Autostrade e Autofiori ringraziano sentitamente per lo scampato pericolo. Secondo, è stato dichiarato, e spero che prima o poi arrivino le cifre, che dove si è raddoppiato spostando le stazioni, l’utilizzo del treno, non solo da parte dei passeggeri per turismo ma anche dei pendolari, è miseramente crollato: Ospedaletti -100%, questo è un dato certo (e non mi si venga a dire che vanno a prendere il treno a Bordighera). Forse terrà Imperia, ma Porto è stato pesantemente penalizzato. Su Diano stendiamo il classico velo, ma anche Sanremo, con i suoi noti problemi non se la passa bene.Quindi Autostrade e Autofiori ringraziano per il contributo. E si fregano le mani pregustando i successivi. Prima di guardare le pagliuzze nelle opzioni altrui, sarebbe bene riflettere sulle travi che arrivano con le proprie. Buone cose.

Giovanni Battista Cepollina, ex consigliere provinciale e comunale di Fi- Pdl, Politica per passione, scapolo d’oro e agente immobiliare, tra i militi benemeriti e storici della Croce Rossa loanese: ” La faziosità noraddoppioamonte è talmente evidente che è inutile discuterne.

Ipotizzare un raddoppio in sede tra finale e Loano fermando solo per qualche mese i treni è pura fantascienza, i progetti esistenti a riguardo che ha visto “amiocuggino che lavora alle ffss” sono fandonie o progetti ante anni 60.
A parte i “binari di incrocio” ogni miglioria alla linea attuale è impossibile e il mancato raddoppio e spostamento a monte renderebbe inutili tutti i lavori e le centinaia di milioni spesi a ponente con una linea che lavora male per la “nostra” strozzatura.
Chi si oppone al progetto ha in gran parte da tutelare legittimi interessi personali ma li nasconde dietro ipotesi nefaste tutte da dimostrare. Esiste poi una quota di “no a tutto” che ci vorrebbero riportare all’età della pietra con la “decrescita felice (?)”, con questa categoria di pseudoambientalisti è inutile discutere, un po’ come con i vegani..
Evidentemente le alternative sono 2: o “approfittare” dei fondi europei straordinari e realizzare questa infrastruttura che porterebbe vantaggi epocali evidenti per la stragrande maggioranza dei cittadini dei comuni interessati o restare con la linea del 1872.
Per non essere “Loano centrico “ posto un paio di foto di Laigueglia, dove qualcuno ipotizza un raddoppio in sede..
la prima vecchia di un secolo…
Davide Michelini imprenditore agricolo di Borghetto S. Spirito: Purtroppo non è così….. Il trasporto ferroviario in provincia di Imperia è decisamente peggiorato, i pochi treni rimasti sono tutti mezzi vuoti….. In agricoltura si sono persi centinaia di posti di lavoro, così come centinaia di ettari di pianura fertile. La piana di Albenga e le pianure fertili e produttive di Borghetto e Pietra Ligure, non possono permettersi un simile scempio territoriale, non siamo più negli anni ’70…. Occorre un servizio ferroviario efficiente, utile, comodo e capillare, con le stazioni in centro ai paesi, migliorando la linea il più possibile. Le tecnologie ci sono, basta usarle, e guardare al nord Europa, pensando al futuro.

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