L’ex PM, ex giudice ad Albenga, Imperia e Savona, Filippo Maffeo, loanese, fu giovanissimo consigliere comunale eletto da indipendente nella Dc (primi anni ’70), ha postato sulla sua pagina Facebook l’articolo pubblicato dal quotidiano di destra Libero, fondato nel 2000 dal direttore Vittorio Feltri. Diretto, dal 25 giugno 2020, da Pietro Senaldi. È di proprietà dell’imprenditore della sanità, immobiliarista e politico di FI Antonio Angelucci. Titolo: ‘Alfredo Robledo “Per fare carriera servono appoggi, non il merito”. La denuncia dell’ex procuratore di Milano.
Il caso di Luca Palamara, il magistrato ex presidente di ANM e membro del CSM, considerato un punto di riferimento reale per fare carriera all’interno della magistratura, ha gettato negli ultimi mesi una luce sinistra sulla modalità di selezione con cui si approdava in posizioni di rilievo nel mondo della Giustizia. Tra minacce, più o meno velate, da parte di Palamara di fare i nomi di chi era in qualche modo colluso in questo sistema e gli sms e le conversazioni che si svolgevano con il magistrato si è aperto un mondo, inaspettato dai più, in cui la magistratura rischia di perdere l’autorevolezza necessaria per svolgere il proprio lavoro. Tra gli sms fu evidenziato quello che nell’ottobre del 2017 Edmondo Bruti Liberati scriveva proprio a Luca Palamara: «Vorrei chiederti alcune informazioni. Quando ti posso chiamare senza disturbo?». Proprio in quei mesi era accesissimo lo scontro in Procura tra Bruti Liberati e il suo procuratore aggiunto Alfredo Robledo. Non a caso, con Palamara parla di Robledo anche Marco Ghionni: «Luca vedi che cosa vogliamo fare con Robledo; a mio parere non c’è alcuna necessità a non lasciare pubblica la delibera!». Alla fine, il Csm non confermerà Robledo come procuratore aggiunto così che poi lasciò la magistratura in aperta polemica con essa e presentando un ricorso alla Corte Europea dei Diritti umani che è stato ammesso. «Luca Palamara sta cercando di derubricare il tutto come se fosse il mediatore nel cercare, rispetto ad un sistema oramai consolidato, la soluzione migliore ma non è assolutamente così. Se si vuole capire il sistema Palamara e come si muoveva quella parte della magistratura che voleva fare carriera bisogna capire altro».
Così esordisce Alfredo Robledo, ex procuratore aggiunto di Milano, che nel 2014 denunciò Bruti Liberati al CSM per irregolarità nell’assegnazione dei fascicoli ai vari pool innescando un procedimento disciplinare nei suoi confronti che lo portò ad essere trasferito a Torino non più come pubblico ministero ma come giudice.