Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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INCHIESTA e approfondimento
Progetto mobilità persone e merci sul Savonese, con Valbormida e Riviera
per non soffocare nei gas di camion e auto


Il nostro Savonese è un territorio che la natura ha favorito con un bellissimo porto naturale, una magnifica rada di Vado riparata dalle tempeste di libeccio che al contrario flagellano il porto di Genova dove si è dovuto proteggerlo con oltre 10 km di dighe foranee. Anche i nostri valichi non sono gravosi da superare e le piane della città, comprese quelle di Legino e di Vado sono adatte agli insediamenti delle attività produttive.

di Dario Zucchelli e Giorgio Ajassa

Dario Zucchelli diplomato all’istituto Leon Pancaldo di Savona

Per capitalizzare tali favori della natura da decenni si prova a sostenere un progetto di mobilità delle persone e delle merci economico, veloce e non inquinante coinvolgendo anche la Valle Bormida e la nostra Riviera.

Si è proceduto puntando sul trasporto ferroviario per i seguenti motivi:

1) economicità del vettore

2) bassissime emissioni inquinanti comprese le basse emissioni di CO2

3) bassissimi costi umani (6000 vittime /anno per incidenti stradali e quasi ZERO su rotaia)

4) beneficio che avrebbe il traffico veicolare su strade ed autostrade se la mobilità di

Giorgio Ajassa

merci e persone in parte si spostasse sul vettore ferroviario.

5) riduzione dei tempi e dei costi

6) uno sguardo al futuro sostenibile

LA SITUAZIONE DELLE FERROVIE SAVONESI OGGI

1) con Genova c’è un doppio binario dove RFI ha difficoltà ad effettuare la manutenzione, in aggiunta ha aggravato la situazione trasformando le stazioni di Albissola Varazze Arenzano in fermate complicando ulteriormente i problemi alla circolazione

2) col Ponente: il doppio binario tanto sbandierato quale conquista del territorio ha portato allo svuotamento dei treni: il raddoppio così come è stato realizzato spostando a monte i binari e le poche stazioni, quasi a volerle nascondere così da non servire più i centri rivieraschi. Conseguenza: crollo del numero dei viaggiatori, Ospedaletti sparita, Sanremo fuori dal centro abitato, Taggia in cima alla valle, Santo Stefano sparita, San Lorenzo a Mare scomparsa, Imperia porto ed Oneglia unificate in valle fuori dal paese, Diano su al monte, Cervo San Bartolomeo al Mare sparita, Andora fuori dall’abitato.

Un nuovo tracciato ferroviario sbagliato che ha fatto grossi danni al trasporto stesso, di conseguenza sono stati ridotti i treni ed il numero dei passeggeri è crollato ed anche il trasporto delle merci. Il raddoppio anziché essere funzionale allo sviluppo del trasporto ferroviario ha soddisfatto le brame speculative sulle aree ferroviarie dismesse. Poteva essere una grande occasione di rilancio turistico ed economico per la Riviera di ponente e la abbiamo persa. Il raddoppio andava fatto come si fece saggiamente sulla Genova Savona dove le varie stazioni sono rimaste nei centri cittadini, persino a Vesima per servire la spiaggia e Celle Ligure! Quello fu un raddoppio necessario, funzionale ed intelligente!

3) col Piemonte: una linea a semplice binario (fino a Ceva poi doppio binario fino a Torino) verso Altare Fossano poi indietro a Cuneo o avanti in direzione Torino

4) con la Lombardia: una linea a semplice binario verso Santuario Ferrania Alessandria Mortara poi direzione Novara Domodossola Svizzera oppure direzione Milano

5) infine il parco ferroviario di “Savona P.Doria” che era e rimane l’unico e grande parco merci LIGURE, ma lo si sta chiudendo, in quanto gran parte dei 20 binari hanno dismesso l’esercizio.

GLI ANNI 80 – 90 – 2000

GLI ANNI ’80 – 90 del secolo trascorso segnarono una svolta nello sviluppo e nel rilancio delle infrastrutture ferroviarie nazionali, si varò un piano che prevedeva investimenti ovunque ad eccezione del nostro Nord Ovest dove non solo non è previsto nulla ma con abile colpo di mano e silenzio totale della politica locale si declassarono le linee di valico savonesi da “Fondamentali” a “Secondarie”.

Nel frattempo, con tenace caparbietà, le forze economiche e politiche di La Spezia all’unisono chiedevano a gran voce il raddoppio della linea di valico ferroviario Pontremolese obsoleta ed inefficiente. Così partirono i lavori ed il nodo ferroviario spezzino fu fatto nuovo, si costruì il parco ferroviario di Santo Stefano Magra ed il porto di La Spezia ebbe un grande balzo in avanti dei suoi traffici. Oggi si sta completando il raddoppio dell’intera linea di valico

Contemporaneamente su Genova piovvero massicci investimenti sulle ferrovie:si quadruplicò la Sampierdarena-Brignole; fu costruita ex novo la linea doppio binario Voltri-Borzoli ed innesto sulla Mignanego; partì la realizzazione del terzo valico che in realtà sarà il quarto valico ferroviario genovese, i tre valichi già esistenti ed in esercizio sono (1) la Genova-Busalla-Arquata via Isola,(2) la Genova Mignanego Ronco Arquata, (3) la Genova – Ovada Alessandria (Acqui-Asti), inoltre fu rifatto il nodo con la costruzione del bivio Bersaglio e DCO di Teglia

Ed intanto su Savona ZERO!

IL DRAMMATICO RITARDO

Ecco la proposta ed il progetto: è banale, chiediamo si proceda come si è fatto negli anni 80 e 90 alla Spezia e Genova. A ciascuno il suo! Chiediamo di rendere efficienti i nostri valichi ferroviari posando il secondo binario sulla Savona Altare. La sede è già pronta i costi sono irrisori. Inoltre il raddoppio su tracciato nuovo che segua il tracciato autostradale fra Altare e Ceva passando da Millesimo eliminando il collo di bottiglia dell’unico tratto a binario semplice verso Cuneo e Torino. Su queste proposte, in modo dettagliato, corredato da proiezioni di slide ed anche da esistenti progetti infrastrutturali, a più riprese ed in più territori abbiamo tenuto convegni e pubbliche manifestazioni provinciali e regionali con la partecipazione dei maggiori sindacati, dei partiti, di confindustria ed industriali, del sottosegretario ai trasporti di allora on. De Caro e fino dell’attuale ministra De Micheli.

  1. Torino Savona

    Il servizio viene espletato dalla Regione Piemonte sull’intera tratta Torino-Savona e viceversa con una ventina di treni più un certo numero di treni locali da Fossano a San Giuseppe e viceversa. I treni dell’intera tratta impiegano da 2h e 4min a 2h e 17min quando nel 1980 la percorrenza era di 1h e 59min. È giunto il momento di prendere in mano questa situazione intollerabile che obbliga le persone che si servono del treno per lavoro ma soprattutto per turismo a viaggiare in condizioni da anni 20. Le forze politiche ed economiche savonesi devono ricercare le alleanze necessarie a cambiare questo stato di cose. Ciò che risolverebbe in toto la situazione trasportistica da Torino a Savona è la definitiva realizzazione con eliminazione del collo di bottiglia da San Giuseppe a Ceva con un’opera di soli 20 km che cancellerebbe le 2 acclività di Cosseria e Sale Langhe. (si pensi all’assurdità di chi ha concepito o “preteso” di costruire una linea con questo tracciato: arrivati a San Giuseppe 342 m slm Torino che è a 272 m si è concepita una linea che sale a 450 m a Cosseria scende a Cengio 330 m risale al culmine Belbo a 508 m per ridiscendere a Ceva a 384 mt).

    La conclusione del raddoppio di tutta la linea porterebbe la potenzialità da 62 a 130 treni giorno ed il tempo di percorrenza da oltre 2h a 1h e 40min. Ma il più grande beneficio sarebbe che con questa disponibilità di tracce si potrebbe tornare, nel periodo estivo, all’effettuazione di treni bis e ter come succedeva negli anni 60 con l’eliminazione di traffico su strada ed enorme beneficio per il turismo.

    Quando il Regno d’Italia decise di dotarsi di infrastrutture costruì la Torino – Genova a doppio binario inaugurandola il 20 febb. 1854 . la Torino – Savona invece a semplice binario e fu inaugurata il 26 sett 1874. Il 2 sett. 1892 la Torino – Savona si era già conquistata l’appellativo di cenerentola delle ferrovie italiane.

    Nel 1920 si iniziò a lavorare su una nuova linea S. Giuseppe–Savona via Altare e bisognerà aspettare il 26/1/1954 perché il ministro Mattarella la inauguri naturalmente caso unico al mondo una ferrovia costruita per due binari e solo 1 posato.

    Il 12 agosto 1955 il ministro dei trasporti assicura provvedimenti immediati per il raddoppio dei tratti mancanti sulla Savona – Torino. Il 23/12 dello stesso anno che gli investimenti per la Torino–Savona sono da finanziare con primaria urgenza.

    Ma passano pochi giorni ed ahimè si decide di dirottare quei fondi in opere stradali

    Nel frattempo la lobby dell’automobile, attraverso pressioni e finanziamenti alla politica fece si che venisse pressoché abbandonata la saggia politica del ferro per favorire il trasporto su gomma.
    Ricordiamo ad esempio, che mentre si smantellavano le tranvie savonesi e genovesi, si costruiva una formidabile rete autostradale. In quegl’anni si pensava solo ad investire su strade, automobili, camion. I risultati di tale dissennata scelta sono sotto gli occhi di tutti: file interminabili di autotreni sulle autostrade, centri abitati congestionati dal traffico, aria irrespirabile, decine di vittime sulle strade ogni giorno

  2. Cuneo Savona

    A titolo di esempio si porta a conoscenza ciò che si sta realizzando nel vicino Piemonte dove si sta intervenendo sulle infrastrutture su ferro. Quello che negli anni 90 era considerato un ramo secco (Bra-Alba assieme ad altre 12 linee) il giorno 11 dicembre scorso è stato riaperto (un lavoro di circa 8 mesi) dopo averlo elettrificato e ristrutturato nelle stazioni, marciapiedi, ecc.. servizi su gomma dai paesi limitrofi cadenzati portano gli utenti alle stazioni. Praticamente oggi quella che era la linea Torino – Bra è diventata la Torino – Alba con treni cadenzati ogni ora nei giorni feriali ed ogni 2 ore nei festivi

    Un primo passo per vedere di smuovere la situazione è un accordo con la provincia di Cuneo per rivendicare la riapertura della linea Cuneo –Mondovì elettrificandola. Ciò permetterebbe di servire le due province distanti 90 km con treni che impiegherebbero 55′ anziché le attuali 2h e 18′ passando da Fossano.

    Il beneficio soprattutto per il turismo sarebbe enorme. Pensare alle migliaia di persone che in auto si riversano sulla riviera causando code interminabili gli si offrirebbe un’alternativa positiva. Sarebbe come disgorgare un lavandino occluso! Questa proposta è realizzabile da subito con la sola elettrificazione da Cuneo a Mondovì così come è stato fatto per la Bra-Alba.

  3. Savona – Alessandria

    Ciò che è veramente assurdo è il mancato utilizzo di questa linea incrementando specialmente il servizio viaggiatori estivo così come si faceva negli anni 60 con grandi benefici per l turismo che da quelle aree si riversava su Savona ma in particolar modo per il servizio merci ormai scomparso nonostante tale linea sia estremamente favorevole per treni merci di grande composizione. La linea è stata rinnovata negli anni 90 ha una potenzialità di 80 treni/giorno totalmente automatica e telecomandata, utilizzata soltanto per una ventina di treni locali e si badi bene la linea non ha bisogno di investimenti

MOBILITA’ DELLE PERSONE, CHE FARE?

Si propone un nuovo modello di mobilità delle persone e delle merci intervenendo su una forte limitazione del traffico privato in ingresso nella città da nord e dalle riviere offrendo un servizio integrato efficiente gomma-ferro alle persone, così come avviene nel genovesato coi collegamenti dell’entroterra (Genova Brignole–Busalla-Ronco-Arquata-Novi ecc..)

Esempio Genova Brignole–Busalla (26 Km) servizio similare a Savona – Cairo (26 Km). Il paese di Busalla (5800 abitanti, Cairo ne fa 12.000) è servito da 27 servizi di cui 12 corse con capolinea Busalla, le altre 15 corse sono con termine corsa Arquata o Novi Ligure. Busalla–Genova Brignole 26 corse di cui 12 con origine a Busalla e le altre 14 sono da Arquata o Novi Ligure.

Traffico da nord

Si propone di collegare il centro più grande (Cairo Montenotte) a Savona con un servizio su ferro con fermate a San Giuseppe – Carcare – Vispa – Altare – Cadibona – Maschio – Savona Nord – Savona. Oltre al beneficio di una maggiore rapidità del servizio vi è il numero enorme di veicoli che percorrono il Cadibona ( ma anche l’autostrada) ed entrano in città obbligati a giri estenuanti per trovare un parcheggio. (inquinamento).

Integrazione

Un efficiente servizio su gomma deve prevedere il servizio dai paesi limitrofi a Cairo Montenotte. (Millesimo-Cengio-Cosseria-Calizzano-PianaCrixia-Dego-Rocchetta-Mallare ecc..)con pullman adeguati al servizio da svolgere. Deve essere ben chiaro che stiamo parlando di un bacino di utenza superiore a 50.000 persone

Opere da realizzare

Posa del secondo binario sulla linea San Giuseppe Savona (via Altare) costruita 100 anni fa e mai ultimata. L’opera influirebbe positivamente anche sul traffico viaggiatori proveniente da Torino ed Alessandria oltre ad un potenziamento del servizio merci eliminando parte del traffico su gomma.

dalle Riviere

Si propone di istituire su entrambe le riviere Savona – Varazze e Savona – Finale il servizio su ferro con treni bidirezionali con tempi di percorrenza ridottissimi ( 15′ per entrambe le tratte). L’utente diretto a Varazze e viceversa impiegherebbe solo 15′, a Celle 11′ e solo 7 da Albisola.

Per la Savona Finale e viceversa si impiegherebbero 8′ per Spotorno e soli 15′ per Finale. L’eliminazione del servizio di bus sull’intera tratta eviterebbe il caos estivo dovuto all’enorme quantità di auto che si riversano sulle riviere. Naturalmente anche qui il servizio su gomma dovrebbe integrare con corse laddove vi sia la richiesta con mezzi adeguati agli utenti da servire. Questo modello è funzionante da 20 anni sulla tratta Voltri – Nervi

PIATTAFORMA DI VADO LIGURE E

MOBILITA’ DELLE MERCI

Dobbiamo dare una risposta ambientale ed allo stesso tempo economica alle giuste preoccupazioni di viabilità ed inquinamento che l’inevitabile trasporto su gomma dei container darà al territorio

Con gli interventi infrastrutturali sulle linee ferroviarie di valico sopra descritti, si potrebbe in tempi ragionevoli arrivare a smaltire dalla piattaforma di Vado oltre l’80% dei container movimentati, inoltre sul porto di Savona si potrebbe fare di meglio adeguando le infrastrutture, infatti le merci tipiche movimentate nel porto stesso quali le auto, la cellulosa, i coils, il legno, le rinfuse secche come le granaglie (silos), il carbone cge adesso si deve fare a meno delle funivie, minerali e rottame di ferro si prestano all’uso del vettore ferroviario e si potrebbe puntare al 100% su rotaia.

Che aspettiamo a rivendicare ciò che è giusto per il nostro territorio proprio oggi che il governo vanta di investire, investire, investire?

Non facendo nulla continueremo a soffocare nei gas dei camion e del traffico automobilistico e non sarà il casello di Bossarino a risolvere il problema. L’Europa sta imponendo agli stati membri di spostare la maggior parte dei traffici su ferro e noi cosa stiamo aspettando??

Dario Zucchelli e Giorgio Ajassa


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