E’ la prima volta nella lunga, ora gloriosa, ora travagliata storia di Monesi di Triora. La sua montagna con la più estesa proprietà privata della Liguria e che sconfina in Piemonte. Da qui l’interesse socio economico di due Regioni, province e comuni. Fanno sentire la loro voce, con un comunicato chiaro e preciso, moderato ma franco e senza fronzoli, Enrico Toscano e l’erede del fratello Terenzio, Tiziana Sabato.
Un documento che svela alcuni particolari significativi della trattativa in corso per il rilancio di una realtà economica e turistica che è stata locomotiva di sviluppo, benessere e posti di lavoro per la Valle Arroscia e l’Alto Tanaro. Con riflessi positivi a cascata. E’ tempo che finalmente la comunità tutta prenda coscienza, faccia sentire la sua voce, senza paraocchi e divisioni, voli pindarici. Giullari giornaliste permettendo.
Siamo alla vigilia delle elezioni regionali. Non servono promesse elettorali. Non c’è più la voce di ‘ImperiaTV’ che dava un colpo al cerchio e l’altro alla botte. Speranze e illusioni. C’è un’informazione che si limita ormai alla cronaca, agli eventi, ai comunicati, alle dichiarazioni e contrapposizioni. Il Secolo XIX, il quotidiano storico dei Liguri e La Stampa, con la loro autorevolezza, dovrebbero abbandonare il ruolo di spettatori. Approfondire, stimolare, commentare da diligenti ‘cani da guardia’ del potere e della politica. Coinvolgere il mondo imprenditoriale e del credito, gli investimenti pubblici a fare da traino. In un confronto dove chi si sottrae e tergiversa deve assumersi le responsabilità.
Monesi è un’emergenza macroscopica ormai da troppi anni ed un’opportunità straordinaria per il Ponente Ligure. Ha una potenzialità turistica 10 mesi all’anno, come accadeva in passato; dalla Liguria, dalla vicina Costa Azzurra e dal Piemonte. Nella stagione dello scii e in estate, ed oggi c’è in più l’outdoor, il turismo verde e sostenibile. I cugini piemontesi, a loro volta, possono far ripartire l’economia di Briga Alta con Upepa e Carnino, Ormea con Viozene, Ponte di Nava, fino a scendere verso Garessio. Non c’è concorrenza che tenga, la miopia dell’orticello e del campanile, la svolta non ha colori politici. Ma coesione e impegno per un obiettivo comune di recuperare il patrimonio che già esisteva. Non si tratta di crearne uno nuovo. Semmai adeguarlo, renderlo più attraente. Non è in ballo lo spirito santo, ma capacità, lungimiranza, coerenza e lo riconquista della serietà e concretezza. Guardarsi negli occhi. Obiettivo del confronto: i risultati. Non già la sicumera di scusanti e scaricabarile. Più ingannevole ancora: la pratica degli annunci illusionistici di cui sono pieni le pagine di cronaca e delle Tv. (L.Cor.)
TROPPE VOCI ED INDISCREZIONI NON SUPPORTATE DA NESSUNA REALTA’
“Dopo settimane di voci, indiscrezioni non supportate da nessuna realtà, vogliamo fare chiarezza sulla posizione della proprietà nei confronti del Tavolo Istituzionale che sta discutendo del futuro di Monesi e della sua montagna, sia nel territorio ligure che in quello piemontese.
Il nostro interesse al progetto di rilancio e sviluppo è autentico e sentito. Per partecipare a questo progetto, però, abbiamo chiesto delle garanzie, unico modo per fare si che le idee si trasformino in realtà ed una pianificazione e programmazione degli interventi nell’arco di 3 o 4 anni.
E’ indispensabile, per fare del comprensorio montano di Monesi un territorio ricco di opportunità per l’outdoor in tutte le stagioni, pensare ad alcuni punti fermi: parcheggi, revisione dei sottoservizi, promozione, una viabilità adeguata con la rimozione di frane e smottamenti che rendono difficile l’accesso.
Da parte nostra abbiamo dato la disponibilità di usufruire di tutto il territorio, sia nella stagione estiva che invernale, sia sul territorio ligure che piemontese; per la costruzione di un piccolo rifugio (punto di ristoro e informazione); per la realizzazione di piste per bike e sentieri per il trekking; per la sostituzione della “vecchia” sciovia del Plateau; per un ampliamento “in cresta” del collegamento tra il Redentore e la San Remo.
Abbiamo chiesto, come ovvio che sia, un canone di affitto diviso in due voci: una parte fissa, 1.000 euro al mese ed una parte variabile derivante dalla bigliettazione, così di fatto accollandoci una parte del rischio d’impresa.
Su questa seconda parte c’è una discussione in corso. Secondo la nostra stima, seguendo anche lo storico, si avrà la vendita tra i 5 e i 6 mila biglietti all’anno, secondo la controparte si fa una valutazione tra i 28 e i 30 mila biglietti.
E’ evidente che tra le due stime c’è una differenza enorme e la percentuale cambia: nel primo caso la nostra richiesta del 25 per cento crediamo sia giusta, congrua ed equa, soprattutto se rapportata ad un costo del biglietto di 10,00/12,00 Euro; nel secondo (secondo noi irrealizzabile nel periodo medio breve) la percentuale proposta arriva al 3 per cento con un contributo fisso di appena 5.000,00 euro all’anno.
In più, al momento, non vediamo l’interesse degli Enti locali che dovrebbero intervenire per garantire ai futuri gestori dell’impianto di risalita un contributo a fondo perduto, come avviene per tutte le gestioni di impianti di risalita. Crediamo siano questi i punti critici da risolvere per poter rilanciare questo comprensorio montano, ma che non siamo noi che possiamo e dobbiamo risolverli”: così le famiglie Toscano e Sabato, proprietarie delle aree di Monesi.
IL COVID-19 NON FERMA L’ATTIVITA’ DELLA PRO LOCO DI MONTEGROSSO P.L.
COMUNICATO STAMPA – In questo delicato momento di emergenza epidemiologica da Covid-19, non viene certo a mancare la spinta e l’entusiasmo delle Associazioni di volontariato: il consiglio direttivo della Pro Loco di Montegrosso P.L., è da inizio emergenza che sta pensando a come impegnarsi al meglio in questo particolare anno.
Da inizio emergenza ci siamo subito chiesti quale potesse essere il nostro ruolo in una situazione così assurda e difficile, che ha letteralmente modificato le nostre abitudini e i nostri ritmi. Il nostro pensiero è andato direttamente a chi, qui vicino a noi, nella nostra amata Valle Arroscia, non si è mai fermato ma sta combattendo e lavora, con passione e dedizione, in prima linea al servizio dei nostri anziani e delle nostre comunità: il consiglio direttivo ha subito deliberato di donare una piccola somma da spendere per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale e qualsiasi bene utile a fronteggiare l’emergenza alla Croce Bianca dell’Alta Valle Arroscia e alla Casa di Riposo “Sen. B. Borelli” di Pieve di Teco, due delle tante eccellenze del nostro territorio. Grazie all’impegno di Erica, abbiamo preparato un dissetante e goloso regalo (bibite e torte) anche per il personale dell’Ospedale S. Maria della Misericordia di Albenga, mostrando loro tutta la nostra vicinanza e sostegno.
Abbiamo osservato costantemente l’andamento dei contagi, le considerazioni della Protezione Civile, del Governo, della Regione Liguria, ed aspettato, ottimisti, fino ad oggi, per definire ufficialmente annullata la VI^ Edizione della Sagra delle Raviöre De.Co. di Montegrosso P.L. (che ricordiamo essere un piatto a Denominazione Comunale: pasta fresca, tradizionalmente a forma di barchetta, ripiena di erbette spontanee tritate finemente a crudo, bollita e condita con olio extravergine di oliva oppure semplicemente acqua di cottura) ed annullati tutti gli eventi tradizionalmente in programma in cui è previsto l’afflusso di numerose persone durante i quali, inevitabilmente, si verrebbe meno al rispetto delle fondamentali regole di distanziamento sociale.
Anche il Circolo UNPLI, ormai aperto dal 2014, sta osservando in questo momento (dal 9 Marzo 2020) un lungo periodo di chiusura: nell’ultima riunione del Consiglio Direttivo, svoltasi mercoledì 27 maggio in videoconferenza, abbiamo valutato alcune possibili soluzioni, ma abbiamo deciso di rinviare l’apertura, purtroppo, ancora a data da destinarsi, in attesa di regole chiare ed economicamente sostenibili per la nostra realtà, che garantiscano la sicurezza dei nostri soci che, ricordiamo, non possono, per ora, entrare nella sede sociale.
Riaprirà invece nei prossimi giorni il nostro piccolo Museo della Castagna a condizione che vengano rispettate alcune semplici regole: sarà obbligatorio indossare la mascherina negli spazi interni, igienizzarsi le mani prima di entrare, effettuare tutto il percorso di visita senza tornare indietro, in modo da creare un percorso circolare che cerca di limitare la possibilità di incontrare altri visitatori senza poter mantenere il distanziamento sociale.
Quello che si sta prospettando sarà sicuramente un anno di riposo per tutti i numerosissimi volontari che costantemente ci aiutano e sostengono nella realizzazione delle manifestazioni più importanti, un anno senza particolari pressioni, ma non di riposo per i membri del consiglio direttivo che insieme ai soci potranno dedicarsi a fondo ed efficacemente alla realizzazione di piccoli grandi progetti che, in condizioni normali, risulterebbe difficile seguire e realizzare con buoni risultati.
Il progetto più importante a cui stiamo lavorando, da molto tempo ormai, è il definitivo ripristino e la valorizzazione della nostra rete sentieristica, già consolidata, ma purtroppo sconvolta dall’alluvione del novembre 2016: già quest’inverno, ancora prima dell’emergenza, abbiamo camminato molto in lungo e in largo per il nostro territorio, mappato antiche percorrenze e riscoperto interessanti punti di interesse da valorizzare. Il lungo periodo di lock-down ha un po’ rallentato nelle operazioni di ripristino degli itinerari individuati, ma ci ha permesso di ragionare a fondo sulle potenzialità e peculiarità dei nostri itinerari, elaborando così un progetto completo per il ripristino della rete sentieristica.
Il progetto prevede la pulizia degli itinerari, l’installazione di cartellonistica provvisoria e la mappatura GPS di tutti i percorsi, la pubblicizzazione della rete sentieristica attraverso i canali social e mediante la condivisione delle tracce GPS, l’installazione della cartellonistica definitiva ed infine la realizzazione e pubblicazione di una carta dei sentieri.
Da alcuni anni l’attività di pulizia dei sentieri da parte dei volontari dell’Associazione è affiancata dall’opera remunerata dell’Az. Agricola di Pugni Juri; considerata la situazione emergenziale dal punto di vista sanitario ed economico in cui versa la società a causa della pandemia da Covd-19, per dare concreto sostegno, vicinanza e incentivo all’economia del borgo, il nostro consiglio direttivo ha deciso di sostituire l’opera del volontariato per la pulizia dei sentieri con una procedura di assegnazione di contributi finanziari finalizzati al mantenimento ed al ripristino della percorribilità della rete sentieristica del territorio comunale di Montegrosso Pian Latte rivolta alle imprese la cui attività primaria sia quella agricola, ovvero titolate a effettuare operazioni di pulizia e manutenzione dei sentieri, operanti sul territorio del Comune di Montegrosso Pian Latte, in regola con l’iscrizione al registro delle imprese.
I lavori sulla nostra rete sentieristica (per le tratte di competenza: ricordiamo che parti degli itinerari sentieristici che attraversano il nostro territorio sono considerati accessi all’Alta Via dei Monti Liguri e la loro pulizia è affidata al CAI – Sezione di Imperia, in particolare la tratta Cappella di San Bernardo – Pilone di Sant’Antonino – Cascate Arroscia) sono cominciati il 24 maggio 2020 e termineranno non oltre il 30 giugno.
Gli interventi prevedono: sfalcio dell’erba, taglio di arbusti, rimozione di ostacoli di limitata entità che interferiscono con il transito pedonale, ripristino del fondo, rimozione alberi caduti, arbusti, rami e fogliame, valorizzazione punti di interesse storico/artistico.
Siamo convinti delle potenzialità del nostro ambiente e del turismo outdoor: questo momento così incerto ha dato l’impulso decisivo per portare a termine un lungo e complicato lavoro, che darà la possibilità al nostro territorio di accogliere numerosi escursionisti e bikers per ammirare non solo la natura incontaminata delle nostre Alpi, i suoi endemismi di flora e fauna, ma, grazie al lavoro certosino dei nostri avi, anche per scorgere, laddove la natura si è rimpossessata del suo habitat, ruderi di insediamenti agro-pastorali, chiesette, cappelle, edicole, ecc. che confermano ancora una volta come l’uomo qui avesse un ruolo fondamentale e di come sia riuscito ad addomesticare una montagna tanto selvaggia.
Tempo fa, infatti, una buona porzione del territorio comunale veniva quotidianamente vissuta (allevamento, agricoltura, raccolta delle castagne, silvicoltura, attività di rimboschimento); oggi purtroppo il bosco ed il territorio sono vissuti con meno frequenza: l’eredità dei tempi passati che ci resta sono i percorsi che raccontano storie di uomini e di donne che in quei luoghi hanno vissuto e lavorato. Percorrendo con occhio attento questi sentieri si possono scorgere muri a secco, piloni votivi, cappelle, ponti, essiccatoi, tecci, testimoni muti di una storia non raccontabile a parole.
I membri del Consiglio Direttivo stanno studiando piccole strategie per rendere ancora più accoglienti alcuni spazi del nostro borgo e, nei prossimi giorni, si metteranno all’opera per completare i piccoli interventi di abbellimento del paese che erano stati iniziati prima della 50esima edizione della Festa della Castagna. Ci auguriamo che l’estate ormai alle porte sia ricca di emozioni e soddisfazioni, ma soprattutto ci auguriamo di poter presto tornare alla normalità.
INIZIATI I LAVORI SULLA PROVINCIALE PER MENDATICA
BLOCCATI DAL LOCKDOWN PERCHE’ LA PROVINCIA DI IMPERIA, CON IL SUO DIRIGENTE TECNICO COMPETENTE, NON AVEVA RITENUTO FOSSE UN’OPERA DA ‘SOMMA URGENZA’. A REZZO ERA STATO IL SINDACO AD ASSUMERSI LA RESPONSABILITA’ E I LAVORI NON SONO STATI MAI INTERROTTI.
Dal 5 novembre dello scorso anno Mendatica è penalizzata dalla frana che si è abbattuta sulla provinciale, in territorio di Montegrosso Pian Latte, sui confini dove si trova il Mulino- museo e non lontano la centralina elettrica che produce con l’acqua del torrente Arroscia. Un semi- isolamento che impone agli abitanti di Mendatica (già colpiti dalla frana di Monesi dell’ottobre 2016) di percorrere un tragitto- variante attraverso i boschi, strada sterrata e l’abitato di Montegrosso. Tra l’altro, non praticabile da tutte le auto. Oppure deviare attraverso Cosio d’Arroscia dove il percorso a curve è quasi un primato. Disagi, ma anche
un danno economico e un ulteriore discapito a ciò che resta del turismo. Si aggiunga il coronavirus. I lavori, dunque, sono iniziati, si pensa che ci vorrà meno di un mese, ma la data della riapertura pare non sia ancora certa. E’ vero che i finanziamenti rientrano nei disastri alluvionali, ma era altrettanto vero che si poteva lasciare un senso unico (come documentava lo stato dei luoghi e la presenza di un grosso masso nella tenuta a monte di metà carreggiata) evitando di ‘martirizzare’ una comunità giù duramente colpita. I tecnici, si direbbe, non hanno la sensibilità della politica. Non vogliono assumersi responsabilità ? Neppure quella di firmare la ‘somma urgenza’. Forse sarebbe utile, in questi casi, senza dare la caccia al colpevole, fare trasparenza con nomi e cognomi, rendere pubblica la documentazione della pratica. Altro che privacy sulla pelle degli ultimi !