Pompe Funebri Liguri Srl ( 13 soci), azienda del ponente savonese finita in una bufera giudiziaria (presunte mini mazzette destinate a soffiare clienti ai pochi concorrenti e c’è pure chi scrive:…’purtroppo accade in tutti gli ospedali….’), ma dai bilanci, visionati da trucioli.it, in piena salute. Un’attività impegnativa consente buoni margini di profitto. Il primo dato significativo che emerge nel conto economico sono 171.784 € di utile d’esercizio (161.422 nel 2017). A fronte di un fatturato di 3 milioni 344 mila € (in lieve calo rispetto al 2017 per 3.452.674). E non eravamo ancora nell’impennata morti da Covid del 2019.
Non siamo a guadagni da speculazione, il 3-4% non è male. E ancora, senza essere esperti della materia, si può aggiungere che siamo di fronte ad un’impresa locale molto ben patrimonializzata, un patrimonio netto stimato in 775 mila €, con utili destinati a ‘riserva’ e che non sono ripartiti tra i soci. Ci sono crediti a breve per 665 mila euro, si tratta ovviamente di servizi funerari non ancora pagati. Soldi da riscuotere dunque e che non contabilizzati nelle sofferenze. E ancora, altro dato interessante, è quello dei servizi svolti per ‘esterni’ alla stessa Pompe Funebri Liguri che ammontano a 1 milione 660 mila euro. Incassi e utili comportano 93 mila euro di imposte correnti.
Insomma se molte imprese hanno (ma il peggio è arrivato con la sciagura coronavirus ), non da oggi, problemi di liquidità, disporne è fondamentale per i soci delle Pompe Funebri Liguri che non devono preoccuparsi più di tanto, ovvero ricorrere a laboriose linee di credito con le banche. E la scelta dell’unione fa la forza, di aver creato un solido sodalizio commerciale, si sta rivelando vincente e lungimirante. Diverso il discorso qualora si pratichi anche ‘sleale concorrenza’, da monopolio, ricorrendo a mezzucci più o meno perseguibili dal codice penale. Ma è tutto da dimostrare e eventualmente da sottoporre a sentenze passate in giudicato. Non è neppure corretto sparare nel mucchio, se si pensa che i casi al vaglio della magistratura sono limitati, parrebbe, al Santa Corona e riguardano i soci che si occupano della sede di Pietra Ligure e Borghetto S. Spirito.
La società Pompe Funebri Liguri ha disponibilità liquida pari a 470 mila euro. E un buon equilibrio, si aggiunga, tra crediti e debiti a breve: 675 mila euro a confronto con 474 mila. Dal conto economico, inoltre, non emerge l’esistenza di mutui. C’è una buona immobilizzazione (auto e annessi, bare incluse) pari a 440 mila. Infine non è secondario, nello stesso contesto sociale ed occupazionale in cui opera, il pagamento di stipendi al personale per un ammontare di 759 mila euro. Da ultimo nella nota integrativa abbreviata si può leggere che i compensi per gli amministratori della Srl Pompe Funebri Liguri ammontano a 590 mila euro.
Il bilancio 2018 è stato sottoscritto, ad Albenga nella sede sociale, il 23 marzo 2019, dal presidente del Cda, Giovanni Quaranta e dal segretario Nicola Nato. E il 7 maggio 2019 il verbale dell’assemblea ordinaria dei soci delibera di rinnovare per un anno il consiglio di amministrazione in carica, fino al prossimo bilancio e che sotto riproduciamo.
IL ‘METODO NECROLOGI’ A PAGAMENTO – C’è un curioso aspetto nella conduzione aziendale delle Pompe Funebri Liguri. L’unico giornale on line che riporta i necrologi a pagamento dei defunti, le ricorrenze, le partecipazioni, è IVG.it, con l’azienda Edinet Srl, dell’editore pietrese Matteo Rainisio (la sorella è una dipendente e non una socia). Si tratta di un’altra azienda che fa utili e gestita in modo oculato, diremmo, dunque più che affidabile e proiettata a costante innovazione e crescita sul mercato pubblicitario, di pari passo con la diffusione e recenti iniziative commerciali (abbonamento a notizie). Ebbene qualche stranezza, nulla di penale. Più volte come umile blog che non accetta pubblicità (neppure quella imposta da Google) abbiamo chiesto ad un importante cofondatore delle Pompe Funebri Liguri di essere informati quando viene a mancare un ‘personaggio’ nella loro zona di ‘competenza’, da Andora a Finale con vasto entroterra. Abbiamo avuto la pazienza, in oltre mezzo secolo di attività giornalistica, di mettere insieme un archivio di ritagli stampa, con avvenimenti e personaggi che più hanno fatto notizia nel corso della loro esistenza. Fatti di cronaca nera, giudiziaria, bianca, rosa, si dice in gergo giornalistico. Di volta in volta, a distanza di mesi, capitava di rinnovare l’invito allo stesso interlocutote, senza ricevere un esplicito rifiuto. Trucioli.it del resto non è in concorrenza con nessuno, non vanta pretese preferenziali. E alla fine la singolare sorpresa: “Non posso far nulla, siamo impegnati con Ivg.it, ci sono i miei soci…. è molto seguito e ci troviamo bene….” Ma quanto costa ? ‘Non saprei dire…bisogna chiedere in ufficio…forse finisce nella spesa dei manifesti….’.
(ULTIMA ORA – Matteo Rainisio, socio al 90% di Edinet, tiene correttamente a far sapere che da tre anni a questa parte i necrologi che IVG.it pubblica sono totalmente gratuiti. Se le pompe funebri fanno pubblicità alla loro azienda allora c’è un costo, ma nulla viene addebitato per le necrologie alle famiglie dei defunti. Un aspetto, aggiungiamo, molto importante e forse ai più sconosciuto. Che vale la pena di approfondire sul prossimo numero. Per la semplice ragione che a noi risultavano richieste di soldi da parte di ‘onoranze funebri’ anche per le necrologie, abbinate a manifesti. Ci scusiamo, comunque, con l’editore di Ivg per l’involontaria imprecisione e il doveroso chiarimento.”
Una considerazione, tra tante. Se le Pompe Funebri possono essere indicate alla stregua di un quasi monopolio, Ivg.it ha, a sua volta, l’esclusiva, pur non scritta, delle necrologie nel savonese ? con una ripercussione evidente su altre testate giornalistiche che, per anni, hanno ospitato le necrologie. Pensiamo al Secolo XIX ormai circoscritto, per necrologi, alla zona di Genova e dintorni. Da Savona non riceve quasi nulla; si tratta di perdere incassi che pur sono utili.
Pensiamo inoltre a cosa è accaduto in altre zone, non lontane, come le province di Bergamo e Brescia o altre ancora, dove ci sono editori e giornali locali. Si è letto di decine di pagine di necrologi, con l’aggiunta che in quei casi viene anche pubblicata, per usanza, la fotografia dei defunti. Emerge in tutta evidenza la discrasia, l’abissale opportunità, le scelte dei titolari di pompe funebri. Nel Savonese la ricaduta positiva per l’editore di IVG.it rispetto a quello, ad esempio, di SavonaNews o di altri minori che ospitano pubblicità.
Tra i più penalizzati Il Secolo XIX e in piccola misura La Stampa. Entrambi appartenenti allo stesso editore (Gedi, famiglia Elkann – Agnelli). Non pensiamo ci siano aspetti inconfessabili, nella scelta operata dalle Pompe Funebri Liguri, interessi non legittimi. E’ un dato di fatto. Si aggiunga che altri concorrenti, in loco, davvero pochi, affidano le necrologie a Ivg.it contando sulla diffusione e scelta dei clienti (famiglie dei defunti).
Molto più serio invece l’aspetto giudiziario in corso, dopo gli arresti e in attesa di sviluppi. Si aggiunga che, per ora, come avevamo riportato la scorsa settimana, siamo di fronte a ‘presunte mazzette’ e coinvolgimenti per somme davvero non esorbitanti. Resta da capire se il bandolo della matassa degli inquirenti (Guardia di Finanza coordinata dal magistrato) è foriero di altra ‘carne al fuoco’, oppure ci si avvia, col tempo, ad ridimensionamento del puzzle accusatorio (inviti a cena e biglietti gratis per partite di calcio).
CARO ESTINTO DA IL SECOLO XIX DEL 28 MAGGIO – Restano in carcere Fabio De Giovanni e Vincenzo Brancati, rispettivamente titolare dell’agenzia pompe funebri Liguri di Borghetto e l’addetto della coop Ma.Ris. all’obitorio del Santa Corona arrestati la scorsa settimana con l’accusa di corruzione per un giro di presunte regalie in cambio dell’informazione sulla presenza di persone decedute in ospedale. Il gip Fiorenza Giorgi ha infatti respinto l’istanza di domiciliari presentata dai legali dei due e per il quale c’era il parere negativo del pm Claudio Martini. È detenuto a Marassi anche Carlo Quaranta, che ha scelto di non rispondere alle domande del gip in occasione dell’interrogatorio di garanzia in carcere.Secondo il castello accusatorio Quaranta e De Giovanni avrebbe ricambiato con inviti a cena e un biglietto della gara di calcio Inter-Lecce dello scorso agosto alle informazioni che sarebbero arrivate da Vincenzo Brancati per soffiare i funerali alla concorrenza.
LA PAGINA DEL SECOLO XIX IL GIORNO DEGLI ARRESTI –
COMMENTI SUI SOCIAL, IN PARTICOLARE A BORGHETTO S. SPIRITO
SIAMO AL ‘SENTITO DIRE’ E LUNGI DA TESTIMONIANZE PROVATE:
…..“A me fanno schifo quei simil giornalisti locali che hanno messo i nomi e cognomi….”.
Carla Briozzo – La vicenda ha fatto scalpore ma sono anni che succede. Ora hanno deciso di sanare le imprese di pompe funebri. Benissimo speriamo scoprino anche altro.
Sergio Gallizia – Ci sono condizioni che… ti adatti oppure muori e se devi viverci e hai una famiglia.. ti adatti. E’ cosi in qualsiasi attività; chiedete all’impresa di pulizia nei condomini, all’idraulico, al muratore. Vogliamo parlare dei vari corpi dello stato ? Dobbiamo fare nomi ? negozianti disperati quando vedevano certe gente arrivare ? A me fanno schifo quei simil giornalisti locali che hanno messo i nomi e cognomi.. sono gli stessi che per il carabiniere di Pietra Ligure (un sottufficiale che venne arrestato e scagionato in Cassazione ndr) avevano messo pure la fotografia più volte e dopo essere stato assolto zitti e muti (non è vero, ci sono ritagli stampa ripetuti ndr). Non meritano il mio rispetto che invece do all’indagato.
Elisa Patetta – In questo caso fa molto scalpore, almeno a me, il modo in cui sono stati trattati gli indagati. Perché al momento solo di indagati si parla, non di condannati. Messi direttamente in carcere con nomi e cognomi sui giornali. Quando invece per cose molto più gravi e pericolose rimangono tranquillamente a piede libero fino al processo e sui giornali ci sono solo le iniziali per tutelare la privacy…Poi sinceramente il “reato” in questione io non lo capisco molto. Una ditta può proporsi, ma nessuno è obbligato ad usufruirne se preferisce altri.
Loredana Darmanin – Purtroppo è così in quasi tutti gli ospedali.