Villanova d’Albenga, il maresciallo dell’Arma, il giornalista Pezzini e il direttore di Ivg Chiovelli: non pubblichiamo chi infanga Alassio, Jan Casella: ‘Ma che tristezza!’
Nell’aprile 2014 a Roberto Saviano, giornalista, scrittore e sceneggiatore, una vita sotto a scorta dall’ottobre del 2006 decisa dal governo di Giuliano Amato, aveva riservato un commento pungente: “..che parassita Saviano infanga noi poliziotti pestati in piazza….” postando sulla sua pagina Facebook un articolo de Il Giornale (famiglia Berlusconi editore). E leggi anche a proposito del rapimento e liberazione di Silvia Romano il commento di Jan Casella consigliere comunale progressista tra i più votati di Alassio.
Ora Giovanni (Jo) Cerutti, maresciallo aiutante e comandante la stazione dei carabinieri di Villanova d’Albenga (in aeroporto ha sede anche il comando del Nucleo elicotteri), ha riservato un post a Silvia Romano, cooperante 24enne rapita il 10 novembre 2018 in Kenya e rimasta prigioniera per oltre 500 giorni in mano al gruppo terrorista islamico somalo di al-Shabab e che ha generato un numero impressionante colata di fake news sulla sua prigionia. Dalla sua conversione all’Islam alla sua presunta gravidanza, dagli orologi Rolex alle foto false della ragazza in giro nuda o in totale libertà nel 2019. Il web è stato invaso da un mare magnum di bufale che ancora oggi stanno spopolando sui social network.
Non c’entra con le bufale invece quanto il sottufficiale dell’Arma ha scritto sul suo profilo Facebook (Jocer Jocer)
A completezza di cronaca, il contenuto è stato rimosso, ma ‘fotografato’ in tempo dal giornalista Stefano Pezzini che l’ha ‘traslato’ sulla sua pagina Facebook. Eccolo il testo delle 22,06 del 13 maggio. La mia filosofia è pubblicare un post con quello che penso, e non replicare a nessuno.
COMMENTO DI PEZZINI – Penso che l’ipocrisia sia un male. Nessuno, e dico nessuno, ha voluto dire quel che è successo sui social pochi giorni fa. Chi dovrebbe garantire la legalità, la legge, “super partes”, non lo ha fatto postando sul suo profilo social (prontamente e vigliaccamente rimosso) una serie di volgarità, di “si dice” senza ancora nessun riscontro giudiziario. Io non mi sento tranquillo di avere, come “custode” una persona di parte, non un esponente delle Istituzioni. Parlo di un maresciallo dei Carabinieri (a cui, nel corso degli anni, come cronista, come cittadino, ho più volte dato la mia stima incondizionata, parlo dei Carabinieri, non del maresciallo in questione che, per la cronaca, non conosco se non di vista), che ha tradito la mia fiducia di cittadino. E non mi piace che i miei ex colleghi (lo dico perchè io sono in pensione) non abbiano valutato una notizia per quello che è .
CHI SONO GLI EX COLLEGHI ‘? DOVE FINISCE IL SASSO NELLO STAGNO ?
ANDREA CHIOVELLI PUBBLICISTA E DIRETTORE RESPONSABILE DI IVG
IL GIORNALE ON LINE INDIPENDENTE CHE PUBBLICA LETTERE ANTI PERTINI REO DI…..
E c’è chi si difendeva…..Abbiamo fatto solo il nostro dovere di ospitare tutte le opinioni firmate, Pertini o non Pertini, tanto è vero che solo l’asservito ai poteri forti come trucioli.it e il suo becero giornalista ci ha rivolto un becero attacco…noi siamo la libera informazioni di questa provincia, non chiediamo soldi a nessuno… altri i masanielli come li aveva definiti un valente giornalista sindacalista savonese non molti anni fa…. Questa è una perfetta bufala attribuita a IVG.it dell’editore (e vice presidente nazionale Anso) Matteo Rainisio! Il rigoroso rispetto del contratto di lavoro giornalistico è il primo comandamento nell’azienda editoriale non come accade in certi ‘giornalacci’ che sfruttano collaboratori e corrispondenti. Ma veniamo a bomba, a oggi.
Andrea Chiovelli risponde a Pezzini– La notizia l’abbiamo valutata eccome. E alla fine abbiamo ritenuto che le conseguenze di un articolo (che inevitabilmente non avrebbe colpito solo lui, ma infangato TUTTA l’Arma dei carabinieri) sarebbero state peggiori del male. Abbiamo valutato che non ci trovavamo di fronte a un reato che qualcuno cercava di tenere nascosto, o a qualcosa di terribile (una persona picchiata in caserma, un corrotto, ecc.): una cosa di quel tipo (avendo le prove in mano) l’avremmo scritta senza indugio, perché è il nostro lavoro. E senza paura, mettendoci pure contro il Padreterno se necessario.
Ma ci trovavamo soltanto di fronte a una opinione personale: fuori luogo, inopportuna e piena di fake news, ma alla fin fine se un carabiniere sul suo profilo privato decide di scrivere che gli alieni esistono o che la terra è piatta… ecco, non ci sembrava una notizia sufficiente, come detto, a mettere in cattiva luce un intero corpo per una sola persona.
Ci siamo mossi quindi in modo diverso: abbiamo inoltrato le segnalazioni ai suoi diretti superiori in modo che potessero decidere il da farsi (da qui, immagino, la rimozione.
Graziella Dadalt – Purtroppo in questi giorni abbiamo letto commenti di una volgarità e di un’acredine che mai io avrei sospettato esistessero; molti di donne che diciamo sempre essere una risorsa per l’umanita. Credo che i giornalisti sia della carta stampata che della tv non stiano facendo un buon lavoro in questo momento. Penso che alcuni commenti andrebbero stigmatizzati soprattutto perché appartengono a uomini delle istituzioni; peraltro questo ha peccato di ingenuità a pubblicare ma temo che se tutti scrivessero il loro pensiero ci metteremmo ulteriormente le mani nei capelli.
Marcello Zinola giornalista pensionato – Caro Andrea Chiovelli un carabiniere, un poliziotto etc ha l’ovvio diritto di avere opinioni. Ma ha anche il dovere di essere un garante della legalità, legalità che è fatta di veridicità delle notizie non solo che.posta, ma che usa nel suo lavoro e nelle sue informative, indagini. Un giornalista ha il diritto/dovere di verificare e pubblicare. Poi, se lo ritiene, di fare anche una segnalazione “al suo diretto superiore”‘ ma facendo solo la seconda cosa sei, siete, venuti meno al principio del dare una notizia. A gettare discredito sull’Arma è lui, non il giornalista che verifica e dà una notizia. Zinola –Tu hai scelto di non dare una notizia ai tuoi lettori. Poco importa se hai segnalato ai suoi superiori, non è il tuo ruolo o non è quello prevalente rispetto alla professione che fai.
DA ALASSIO UN CONSIGLIERE COMUNALE PROGRESSISTA
A PROPOSITO DI SILVIA
Jean Casella – CHE AMAREZZA !
E’ tutto il giorno che rimugino se intervenire o meno sulla valanga di rancore che in molti, troppi, stanno riversando sui social per la liberazione di Silvia. Non so voi, ma stavolta sono davvero sorpreso, in negativo ovviamente. Un’occasione che dovrebbe essere vissuta con gioia da tutti gli italiani, a prescindere dal pensiero politico o dal credo religioso, o, al peggio, con freddo disinteresse.
State gettando merda su una ragazza che ha fatto ciò di cui voi ci fate due palle così da una vita: “aiutarli a casa loro”, aiutare dei bambini in terre difficili.
Riuscite a trasformare questa vicenda in una battaglia politica d’odio (sia chiaro che non mi è piaciuto affatto neanche il post del PD col suo simbolo sulla foto di Silvia). Addirittura arrivate a tirare in ballo il costo del riscatto e vi spingete a elaborare strategie di Intelligence o a elargire saggi consigli su come meglio dovevano essere usati quei soldi.
Ma permettetemi, mi può anche far piacere che improvvisamente siate diventati dei parsimoniosi cittadini con a cuore i conti pubblici.
Però, dove cacchio eravate quando miliardi di euro venivano utilizzati in missioni militari nei Balcani, in Afghanistan, in Iraq ecc…? Dove siete quando Ospedali costruiti con le nostre tasse vengono dati in mano ai privati? Dove siete quando aziende che hanno preso per anni finanziamenti pubblici spostano la produzione all’estero? Dove siete quando un politico o un partito ruba milioni allo Stato, quando la corruzione e la criminalità organizzata costano miliardi di euro allo Stato? Semplice, purtroppo, nella maggior parte di questi casi, state in silenzio. Ora vi scandalizzate perché una cifra, alta o bassa che sia, pare essere stata utilizzata per salvare una ragazza italiana di 24 anni.
Gridate alla vergogna per la sua conversione religiosa, ed è inquietante vedere che questo per voi sia un elemento dirimente per dirvi contenti o dispiaciuti.
L’avere un giudizio su una persona in base al suo credo religioso, sappiatelo, è un chiaro sintomo di un certo fanatismo.
Vi arrabbiate anche per il suo essere tornata sana e sorridente e per l’aver dichiarato di non aver subito abusi; anche di questo riuscite a dispiacervi?! Fa paura. Con certe affermazioni, oltre a Silvia, non mancate di rispetto tanto a questo o a quel Governo: insultate le donne e gli uomini che hanno lavorato per salvarla, la vostra intelligenze e gli stessi principi della vostra religione di cui spesso, vanamente, vi riempite la bocca.
L’unica nota positiva è che a fare certe affermazioni, solitamente, non sono dei giovani. Chiudo dicendo che se proprio dovete incazzarvi ad ogni costo, fatelo perché non sappiamo ancora la verità su Giulio Regeni, un nostro connazionale ammazzato e non perché una giovane italiana è tornata a casa tra le braccia dei suoi cari. (Jan Casella, pagina Facebook)