Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Hotel savonesi e imperiesi, agonia finale
E’ la categoria più penalizzata da anni
Post nella pagina del vice sindaco albergatore
‘Con questo governo solo mafiosi e terroristi’


Fallimenti di hotel (non residence). Prima erano una mosca bianca. Da qualche anno, per chi conosce la realtà del ponente ligure, non è più così. E’ – lo scriviamo da sempre – la categoria più penalizzata e forse mediocremente rappresentata ai vertici con qualche singola eccezione. Nel savonese sono 21 gli alberghi falliti negli anni. Altri all’asta e col rischio libri in tribunale dietro l’angolo. Per fortuna non c’è traccia invece di Stabilimenti Balneari, forse unici con una lobby  unita, robusta, ben rappresentata e la politica che conta (di turno) alle spalle.

Pubblichiamo l’ultimo articolo di ‘hoteldomani.it‘ che titola: ‘Gestori alberghieri in rivolta, a rischio la sopravvivenza di molte aziende italiane’. Ma che abissi, aggiungiamo,  nello stato di salute di albergatori tra zone d’Italia ! Anche se tutti ora lamentano….

Nel cuneese, ad esempio, come in Alto Adige, si sono viste negli anni nuove aperture e 5 stelle lusso. I prezzi che hanno mantenuto fino allo scorso inverno alle Cinque Terre, con la difficoltà a trovare spesso posti letto liberi, non sono proprio trascurabili. In un tre stelle, mediamente, (pernottamento e prima colazione inclusa o esclusa) si paga come in un quattro stelle del ponente ligure dovenon era difficile trovare una camera, su internet, a 72 € (4 stelle).

Gli albergatori sono in assoluto la categoria in maggior difficoltà. Però le seconde case saranno fruite e comunque la Riviera deve essere pronta, organizzata, con una progettualità avanzata. Sarà occasione per ripensare alla nostra offerta, perché non è detto che negli anni a venire non si verifichino altri problemi”. E’ quanto scrive un professionista che di problematiche turistiche – forse per il suo ruolo nella società civile – pare abbia un buon bagaglio.  E siamo perfettamente d’accordo. Non servono estremismi ed estremisti dai quali ci siamo sempre dissociati pur non facendo sconti da giornalisti senza obblighi di riconoscenza e protettori, con il  ‘vizio’ di non far parte dei lecchini al potere di turno.  Non servono ‘sudditi’ che hanno mire nell’agone della politica a 14-16 mila euro al mese (in Regione o al Parlamento). Non servono ‘camerieri’ che nella categoria scodinzolano con chi da anni ‘promette miracoli’ dalla sua cabina di regia provinciale e regionale. In banca o alla Camera di Commercio.

La foto che sotto riproduciamo non è certo da portare ad esempio, anche alla critica c’è un limite, oltre al quale deve intervenire la giustizia. Ma la parola ‘governo dei terroristi’ è risuonata anche in Parlamento, mercoledì 13, ad opera di un deputato della Lega Pagano che ha definito Silvia Romano “la neo terrorista” e redarguito dal vice presidente della Camera Mara Carfagna. I proseliti anti governo Conte non mancano anche in Riviera. E c’è chi pubblica….

Il post pubblicato nella pagina Facebook di Angelo Galtieri albergatore e vice sindaco sindaco reggente) di Alassio il  12 maggio 2020 alle ore 16
Fabrizio Testa – originario di Magenta vive ad Alassio, all’articolo postato da Angelo Galtieri vice sindaco di Alassio (famiglia albergatori) commenta: “E ci credo con sto governo sopravviveranno solo mafiosi e terroristi cioè loro”.
Mauro Barisone-  Credo che il numero degli ombrelloni sia il problema minore anzi, andrebbe ridotto anche in assenza del virus. Il grosso problema sarà:1) la paura delle persone (si va in spiaggia anche per rilassarsi). 2)La poca disponibilità economica delle persone molti in questi mesi non hanno lavorato e quindi guadagnato.,3) Molte persone hanno dovuto usufruire delle ferie e quindi non verranno). 3)Gli stranieri ? 4) il distanziamento sociale lo si può imporre alle persone adulte ma ai bambini? I bambini in spiaggia corrono, scavano buche, socializzano. 5) i bagnini come dovranno comportarsi in caso di soccorso? Si dovrà fare un corso supplementare per intervento in epoca covid ?

Matteo Marcenaro – Il problema è la mobilità tra le diverse concessioni/stabilimenti. È inutile che un gestore faccia tutto perfettamente (temperatura, distanze, sanificazioni), poi arriva quello che è entrato dalla spiaggia libera e si fa tutto il lungomare sulla battigia magari andando al bar o ai servizi igienici in questo o quello stabilimento. E soprattutto chi controlla e regolamenta gli accessi alle spiagge libere?

Immagina le domeniche di agosto quando qualcuno dice ai turisti che non è più possibile entrare. Immagini che accadrà.
Io penso che sarà necessario un contingentamento delle partenze per evitare problemi anche di ordine pubblico.
Ildebrando Gambarelli avvocato con studio a Finale  Ligure e Albenga, già presidente Lions del Distretto ligure piemontese – Pensi che ci sia turismo quest’estate? Stranieri no; italiani in crisi : senza soldi e senza ferie . Sarà drammatico: un mio cliente albergatore è indeciso se aprire .
Marco Rosso – Ai miei bagni ho suggerito ristorante H24.
Alessandro Garassini avvocato con  studio a Loano, ex presidente della Provincia e dell’Ata di Savona- Il grande problema degli stabilimenti balneari: come conciliare lavoro e salute. Suggerisco un’idea, da sottoporre a valutazione e critica. Ovviamente si deve ridurre il numero di ombrelloni. Gli utenti potranno scegliere se recarsi alla spiaggia al mattino (turno dalle 08.30 ale 13.00) o al pomeriggio (dalle 14.00 alle 19.30). Tra le 13 e le 44 sanificazione delle sdraio e degli ombrelloni. All’ora di pranzo il ristorante fruibile dalle 12.30 alle 13.30 da parte dei clienti del pomeriggio, dalle 13.30 alle 15.00 da quelli del mattino. Servizio bar all’ombrellone, così da evitare assembramenti. Forse complicato, costoso e difficile da digerire e fare digerire, ma è una soluzione. E creeremo per i nostri ospiti opportunità di visita dell’entroterra o di shopping negli orari non spiaggia.
C’è chi scrive da Albenga: il problema sarà per la gente che lavora, che è abituata ad andare al mare nell’ora di pausa, e non sono pochi, addirittura quì ad Albenga sono la maggioranza. Negli hotel, dove i clienti scendono per la colazione anche alle 10 e oltre, non sarà semplice, anche per far pagare. Io credo che le spiagge dovranno ridurre i posti e le file, aumentare i prezzi non di molto giustificando lo spazio maggiore e il servizio più difficile. Chi ha poca spiaggia sarà maggiormente penalizzato lo so, in tutti i casi non sarà una stagione facile, i bagnini si devono comunque consolare, ci sono attività che hanno problemi maggiori, parrucchieri, bar, ristoranti che non vendono solo mare e sabbia…

DECRETO MAGGIO (RIPARTI ITALIA)
Gestori alberghieri in rivolta, a rischio la sopravvivenza di molte aziende italiane

Il giornalista Renato Andreoletti direttore di hoteldomani

I gestori alberghieri, che rappresentano il 40% del mercato alberghiero italiano, hanno manifestato – attraverso una lettera al Ministro Franceschini – l’enorme preoccupazione per le misure inserite nella bozza del Decreto Maggio e adesso rinominato “Riparti Italia” giudicate inconsistenti e pericolose per il settore.

E’ un grido di allarme univoco quello che arriva da oltre 200 gestori indipendenti di hotel e villaggi di tutta Italia e da più di 20 società che gestiscono dalle sei alle 15 strutture ricettive, tra cui Garibaldi Hotels, Buone Vacanze, Allegroitalia, Futura Gestioni, Apulia Hotels, GreenBlu, Class Hotel e molti altri. Con i fatturati che hanno subito gravi perdite a causa dell’emergenza Covid-19, le soluzioni paventate dal Governo sul nodo delle locazioni e affitti d’azienda risultano inaccettabili e minano il futuro di molte società.

“Abbiamo dato tutto il tempo necessario sperando in un supporto concreto e ci troviamo adesso a ridosso della stagione estiva con delle ipotesi del tutto inopportune che non permetteranno non solo di affrontare le aperture stagionali ma neanche di sostenere l’impatto determinato dal Covid-19 nel futuro delle aziende”, dichiara Fabrizio Prete, Direttore Generale Garibaldi Hotels.

La proposta del credito d’imposta del 60% sul canone annuo di affitto è una soluzione inadeguata, frutto della conoscenza superficiale del settore e della sua operatività o della esplicita volontà di preferire e difendere le rendite dei proprietari degli immobili anziché tutelare l’impatto sia economico (visto l’ormai nota incidenza sul PIL) ma soprattutto sociale (considerato il numero delle persone occupate, del supporto alla valorizzazione delle bellezze paesaggistiche e storiche della nostra nazione) delle attività imprenditoriali dedite alla gestione di immobili che altrimenti non avrebbero senso di esistere.

Da quanto emerge nella bozza del Decreto, i gestori sarebbero costretti a pagare comunque l’intero affitto previsto dai contratti di locazione o di affitto d’azienda, senza possibilità di prevedere un aiuto finanziario che possa permetterne il pagamento (vista l’attuale crisi di liquidità data la totale inattività imposta fino a oggi che rende impossibile anticipare queste somme) e senza alcuna tutela rispetto alla possibilità che il proprietario possa richiedere la risoluzione del contratto nel caso l’affitto non venga pagato secondo quanto stabilito da contratto.

“Tutti i contratti commerciali nazionali e esteri sono stati annullati cosi come gli acconti stabiliti, le caparre versate dai clienti restituite con un quadro finanziario aziendale irreversibile” è il commento di Franco Falcone, Presidente di Buone Vacanze.

Altro tema cruciale è infatti l’aspetto finanziario per i gestori alberghieri che si trovano di fronte alla difficile applicazione del decreto liquidità, applicazione ormai demandata alle banche, le quali difficilmente finanzieranno aziende appartenenti ad un settore dichiaratamente tra i più colpiti da questa emergenza sanitaria/economica riconoscendolo ad alto rischio. Inoltre, la bozza del decreto non prevede alcun meccanismo relativo all’utilizzo del credito d’imposta sia per quanto riguarda la tempistica (cioè se bisogna aspettare la fine dell’anno per poter accertare il credito o se può essere fatta su base mensile già dal 2020) né sulle modalità.

Sebbene il credito d’imposta sembri essere la giusta strada per sostenere l’attività di chi opera nella gestione alberghiera a gran voce viene richiesto che tale credito sia riconosciuto direttamente ai proprietari, superando così la problematica relativa alla totale assenza di liquidità per poter pagare l’intero canone. Inoltre, le soluzioni previste nella bozza del decreto oltre a essere irrisorie non risolvono il problema delle strutture stagionali che avranno una flessione enorme oresteranno addirittura chiuse senza ricevere alcun aiuto.

Gli hotel stagionali hanno peculiarità tecniche differenti rispetto a quelli di città aperti tutto l’anno ma non viene neanche presa in considerazione questa differenza nonostante abbiamo manifestato ripetute sollecitazioni in merito. Mi chiedo quindi se ci sia un fondo di malafede o un’incapacità a livello tecnico nel comprendere le differenze tra le varie strutture ricettive” conclude Fabrizio Prete.

Gli operatori uniti lanciano un forte segnale di allarme poiché le misure, che agli occhi di molti potrebbero sembrare un cospicuo aiuto per uno dei settori più colpiti della crisi economica generata dalla pandemia, per gli addetti ai lavori sono purtroppo l’ennesimo errore, un ulteriore e serio problema che potrebbe compromettere definitivamente la sopravvivenza di molte imprese italiane.

E IL PRESIDENTE PROVINCIALE DELL’UNIONE ALBERGATORI

(ADERENTI A CONFINDUSTRIA) DELLA PROVINCIA DI SAVONA

ANGELO BERLANGIERI SULLA SUA PAGINA FACEBOOK DEL 13 MAGGIO 2020
La misura è colma!
Le imprese turistiche hanno subito e subiranno gravissime conseguenze da questa emergenza: ricavi azzerati da febbraio a giugno, un’estate difficile(o si pensa che per magia si possa compensare la perdita del 50% del mercato, gli stranieri! E gli italiani che faranno si concentreranno subito sulle vacanze al mare o in altri luoghi? Questi mesi che abbiamo vissuto sono stati realtà o un sogno?) In sintesi si stima un calo di almeno il 70% dei ricavi del 2020, in soldoni in Italia circa 120 miliardi di €.!
A fronte di questo Stato di Crisi ed Emergenza che risposte abbiamo avuto: con i Decreti Cura Italia e Liquidità la misura di compensare le perdite con altri indebitamenti delle imprese, una specie di schizofrenia economico-finanziaria! Dopo un’attesa incomprensibile arrivano le  prime linee guida per la riapertura che prevedono misure di fatto inapplicabili perché non sostenibili economicamente: può un ristorante stare in piedi con 8/10 coperti? E le spiagge come si attrezzano a file di ombrelloni distanti 5 metri per lunghezza e 4 per larghezza? Una presa in giro terribile perché non esiste neppure il coraggio di dire che non ci sono condizioni per riaprire si sostiene il contrario mettendo le imprese in un angolo quello della impossibilità! E questa sarebbe la leale collaborazione con il mondo produttivo? Inaccettabile! Infine le anticipazioni sul DL Rilancio misure risibili e quasi irritanti con la beffa finale che alla fine il bonus vacanza alle famiglie italiane lo devono anticipare le imprese ricettive, quelle imprese che non hanno liquidità che stanno ammattendo per cercarla per prepararsi ai costi della ripresa e per pagar stipendi e fornitori! Incredibile ma tristemente vero la sbandierata misura per il rilancio del turismo è diventata la mazzata finale!
E negli altri Stati? Riporto la dichiarazione di una persona autorevole Elisabetta Fabri presidente e ad di Starhotelssiamo presenti a Parigi, Londra e New York dove gli aiuti sono arrivati in tempi rapidi e a fondo perso con l’annullamento di alcune tasse sulle proprietà, abbiamo avuto la cassa integrazione e a New York un contributo a fondo perso per pagare due mensilità alla ripartenza”.
Non possiamo tollerare che si agisca mettendo a rischio la tenuta del Turismo per questo per senso di responsabilità, la responsabilità di provarle tutte per salvare i lavoratori e le imprese del turismo, #scendiamoinpiazza  e siamo pronti alla resistenza fiscale e a chiudere tutte le imprese fino a quando non si affronti con competenza e serietà lo Stato di Crisi del Turismo
Lottate con noi #salviamoilturismo da chi non sa di che cosa si parli e cosa significhi  gestire un’impresa!
#scendiamoinpiazza
#salviamoilturismo

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