È il primo magistrato italiano in servizio a Rabat. Al momento, l’unico fuori dai confini d’Europa. Alberto Landolfi che è stato il magistrato tra i più popolari (cronaca nera e giudiziaria anni’80 e ’90) nel savonese e ponente ligure. Dal marzo 2019 è fuori ruolo con funzioni di magistrato di collegamento in Marocco. Da quel paese ha postato sulla sua pagina Facebook l’invito a fare donazione all’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) in occasione del suo compleanno. Un scelta che sta crescendo. A Loano, Fulvio Longo, geometra, a chiesto di devolvere i ‘regali’ a Medici senza frontiere
DA RABAT ALL’ASSOCIAZIONE ITALIANA SCLEROSI MULTIPLA – Alberto Landolfi: “Per il mio compleanno quest’anno, sto chiedendo donazioni per AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Ho scelto questa organizzazione no profit perché il suo obiettivo è molto importante per me e spero che prenderai in considerazione la possibilità di offrire un contributo per festeggiare con me. Ogni piccola donazione mi aiuterà a raggiungere il mio obiettivo”.
È il primo magistrato italiano in servizio a Rabat. Un ruolo di collegamento ormai imprescindibile al tempo di terrorismo internazionale, foreign fighters, lupi solitari che si muovono fra le due sponde del Mediterraneo. Alberto Landolfi, finora nella Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Genova, è stato nominato dal Consiglio Superiore della Magistratura dopo che il suo nome era stato individuato dal ministero della Giustizia. Landolfi si occupa anche di questioni riguardanti Tunisia e Algeria. Oltre al terrorismo, sempre più spesso l’Italia collabora con le autorità di questi paesi per contrastare il traffico di stupefacenti e di essere umani. L’addio di Landolfi alla Procura di Genova ” libera” un posto nella Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo, che sarà occupato da Chiara Maria Paolucci. La quale per uno scherzo del destino era stata scelta proprio come primo magistrato di collegamento a Rabat due anni fa, quando ministro della Giustizia era ancora Andrea Orlando. Trasferimento poi saltato perché non era stato perfezionato l’accordo fra Italia e Marocco. Il nuovo bando, così, ha premiato Landolfi che inizialmente aspirava al ruolo di procuratore capo della Repubblica di Imperia ma assegnato dal Csm al Alberto Lari. A cui era seguito un ricorso al Tar di Landolfi (vinto) e poi al Consiglio di Stato (perso).
Il 19 marzo 2019 l’Ansa pubblicava: “Si occuperà dei casi di estradizione, tra i tanti, per esempio anche di quello di Antonio Prinno, il presunto camorrista latitante dal 2014 e arrestato nelle scorse ore in Marocco. ‘Magistrato di collegamento’, Alberto Landolfi, dovrà seguire da Rabat anche i numerosi legami di terrorismo internazionale, traffico di droga e foreign fighters impegnati sulle due sponde del Mediterraneo.È il primo magistrato italiano in servizio a Rabat. Al momento, l’unico fuori dai confini d’Europa. Dall’ufficio nell’ambasciata italiana, all’ombra della Torre di Hassan, Landolfi, che arriva dalla Procura di Genova, estende la zona di attenzione su tutto il Maghreb. “Dovrò fornire pareri e indicazioni sulle rogatorie – spiega – agevolare lo scambio di informazioni, promuovere pratiche di cooperazione civile e penale”. Un compito difficile anche se di fatto esistono accordi bilaterali tra Italia e Marocco. “C’è una convenzione tra i due paesi di reciproco aiuto giudiziario, per l’esecuzione delle sentenze e le richieste di estradizione. Risale al 1971, è stata poi aggiornata e integrata via via. Ma tutto è complicato dal fatto che in Marocco vige la pena di morte e per l’Italia è impossibile per esempio consegnare condannati per reati che prevederebbero questa condanna”.
Il 22 dicembre dello scorso anno Il Secolo XIX in cronaca nazionale titolava “Bikers, pistole e coltelli: il processo finisce in fumo. Rimpallo di competenze come nel caso Carige. Naufragata la maxi inchiesta sulle gang protagoniste di estorsioni ed attentati“. …Due gli episodi clou. Un primo agguato in piazza della Vittoria a Genova, nel 2010; qualche tempo dopo alla Foce i poliziotti intercettarono sette persone, armate fino ai denti, con pistole rimediate sul mercato clandestino. Una decina di scontri si materializza a Genova e uno, quello che spinge il Pm Alberto Landolfi a mandare l’incartamento a Savona, avviene ad Albenga. Ma ciò che Landolfi configurava reato molto grave, per i colleghi di Savona è una semplice rissa. La competenza territoriale sai radica dove si è commesso il reato più grave, dunque il fascicolo torna a Genova. Per i difensori i bikers non sono affatto un’associazione a delinquere….e il caso, scrive Marco Grasso, finisce in una bolla di sapone.”
DA LOANO DONAZIONI DI COMPLEANNO A MEDEICI SENZA FRONTIERE
Il geometra Fulvio Longo: “Per il mio compleanno quest’anno, sto chiedendo donazioni per Medici Senza Frontiere. Ho scelto questa organizzazione no profit perché il suo obiettivo è molto importante per me e spero che prenderai in considerazione la possibilità di offrire un contributo per festeggiare con me. Ogni piccola donazione mi aiuterà a raggiungere il mio obiettivo. Qui sotto sono disponibili informazioni su Medici Senza Frontiere. Ogni giorno sono più di 25.000 gli operatori umanitari impegnati nell’assistenza alle popolazioni coinvolte in vari contesti di crisi. Sono medici, infermieri, esperti di logistica, amministratori, ingegneri, architetti, epidemiologi, tecnici di laboratorio e psicologi. Per MSF la decisione di intervenire è basata unicamente su una valutazione indipendente dei bisogni, senza nessun condizionamento politico, economico o religioso”.