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Il giallo di Mendatica, 10 anni fa ‘inghiottito’ dal bosco. Al via in tribunale morte presunta


Un ‘giallo’, scomparso nel nulla, da 10 anni, nel bosco di Mendatica. Ora il tribunale di Imperia ha pubblicato la richiesta dell’avv. Andrea Laureri ( studio Ramò ad Albenga) di ‘dichiarazione di morte presunta di Severino Sciandini’ che avrebbe compiuto 96 anni  il prossimo 21 ottobre.  Vane tutte le ricerche e persino ‘Chi l’ha visto’ di Rai 3. Un mistero con tanti interrogativi. Si può sparire senza lasciare la pur minima traccia ?

E iniziata la procedura, prevista dalla legge, trascorsi 10 anni dal giorno cui risale l’ultima notizia dell’assente. Il Tribunale dell’ultimo domicilio o residenza, su domanda degli interessati, può dichiarare presunta la morte. Un capitolo burocratico di un ‘giallo’ di un corpo che non è stato trovato. Chi riteneva che col passare del tempo, con la stagione della caccia e dei funghi soprattutto, si sarebbero forse scoperti i poveri resti o comunque sarebbe emersa qualche utile traccia. Morte accidentale, suicidio improbabile, ucciso e fatto sparire, sepolto. Nonostante le minuziose ricerche che hanno impegnato vigili del fuoco, corpo forestale, carabinieri, protezione civile, volontari con un raggio d’azione sempre più vasto.

Oggi il via all’iter legale che si concluderà con due pubblicazioni sulla Gazzetta Ufficiale, su La Stampa ed Il Secolo XIX. Sei mesi di tempo per eventuali segnalazioni. Quindi scatterà l’efficacia giuridica del decesso (morte) anche ai fini dell’eredità. Possono presentare domanda i presunti successori legittimi, il procuratore dello scomparso o il suo rappresentante legale, i soggetti che perderebbero diritti (crediti) o sarebbero gravati da obbligazioni (debiti e tasse) per effetto della morte dello scomparso o il Pubblico Ministero. In questo caso la parte attiva è l’unico nipote del ‘morto presunto’, Carlo Sciandini, abita a Nava, persona a modo, ex dipendente di un’industria di Pieve di Teco, ora fa legna da piccolo boscaiolo.

Severino Sciandini era persona schiva, riservata, rude ma affabile, un’esistenza senza macchie, scapolo, alle spalle una vita di lavoro, di risparmi e che secondo alcune fonti non disdegnava di portare con se somme di denaro. Si aggiunga che stando a indiscrezioni, conseguenti alle indagini dei carabinieri, sia all’interno dell’abitazione, sia alla Carige di Pieve di Teco e alle Poste, non risultavano prelievi  di denaro dai conti e dai libretti di risparmio negli ultimi mesi. In casa, pur nel disordine, non emergevano elementi di sospetto, ovvero che qualcuno fosse responsabile della sua scomparsa. Vale a dire derubato, ucciso e ‘seppellito’, in modo da nascondere per sempre il cadavere. In assenza di un movente che portasse a presunte responsabilità di terzi, dopo minuziose indagini e il rapporto giudiziario dei carabinieri di Nava, la Procura ha chiesto l’archiviazione degli atti e siamo giunti alla dichiarazione di morte presunta.

Era il ‘7 dicembre 2009, la trasmissione “Chi l’ha visto?“, condotta da Federica Sciarelli,  si era occupata nella stessa serata di due casi che riguardavano altrettanti scomparsi delle province di Imperia e Savona.

Il primo riguarda Davide Pizzorno, 43 anni, sparito da Bastia di Albenga il 4 dicembre. Secondo la ricostruzione fatta dalla Sciarelli, Pizzorno si è allontanato con il suo furgone Doblò grigio metalizzato (targato BT 211 BJ) facendo perdere le sue tracce alle 4 del mattino di sabato. A quell’ora, infatti, come risulta dal Telepass, Pizzorno è entrato al casello di Borghetto Santo Spirito ma non risultano uscite. Pizzorno aveva detto alla sua attuale compagna che si sarebbe recato a cena da lei in compagnia della figlia, ma a quella cena non si è mai presentato. Poi l’esito finale, Davide è tornato a casa il 13 dicembre.

Il secondo caso trattato da “Chi l’ha visto?” era la misteriosa scomparsa di Severino Sciandini, sparito dai boschi appena sopra Mendatica, dal tardo pomeriggio del 3 luglio.  Sciandini, 84 anni, riportavano le cronache di allora, viveva da solo in un edificio unifamigliare, privo di  comfort anche se a pochi metri possedeva una casa ristrutturata. Ultimamente trascorreva il suo tempo nei boschi raccogliendo legna ed è proprio li che è stato visto l’ultima volta. Qualche anno prima Severino Sciandini si era recato in Spagna senza avvertire nessuno. Il nipote che abita a Nava spera che si tratti di una situazione analoga ma, naturalmente, c’è preoccupazione. Secondo altra fonte non si trattava della Spagna, ma del Trentino Alto Adige da dove aveva fatto ritorno parecchi anni dopo.

Il 6 luglio 2009 La Stampa, edizione di Imperia, pubblicava: “Sono proseguite per tutta la giornata di ieri le ricerche di Severino Sciandini, 84enne disperso da venerdì sera nelle campagne vicino a Mendatica. L’anziano era stato visto per l’ultima volta venerdì mattina mentre imboccava la strada verso il bosco, ma nessuno si era preoccupato, in quanto suoi compaesani sapevano che Sciandini è abituato ad allontanarsi da casa per andare a fare legna da solo. Trascorsa la notte è stato dato l’allarme e sono iniziate le ricerche, a cura di Soccorso Alpino, Corpo Forestale dello Stato, Protezione Civile, Vigili del Fuoco e carabinieri. Per ora di Sciandini non si ha alcuna traccia. Il timore è che sia ferito e impossibilitato a chiedere auto”. Il trascorrere del tempo cancella, a Mendatica non si parla più della sorte del concittadino. Forse il primo nella storia degli ultimi due secoli del paese di cui si sono perse per sempre le tracce. I boschi sono stati ‘setacciati’, anche i cacciatori, nel corso degli anni, si sono allertati. Certo spulciare ogni metro di anfratto, per un raggio anche vasto, è sempre un’impresa. C’è da dire che prima o poi c’è il rinvenimento di chi è scomparso. Nessuno può pensare che Severino sia stato sciolto nell’acido. Chissà se un giorno ci sarà almeno una traccia dei poveri resti. Come a volte accade. Vedi l’ultimo caso, clamoroso, dell’appuntato dei carabinieri di Maglione (in servizio alla stazione di Finale Ligure). In attesa del responso autoptico è stata trovata accanto ai resti, una pistola. E dire che per mesi si era scritto di ricerche a tappeto, con l’uso massiccio e ripetuto dell’impiego cani ‘molicolari’ e squadra speciali. Il rinvenimento di ossa a 900 metri in linea d’aria dal paese.


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