Un movimento franoso, o meglio dire, un’ultima fase di consistente erosione sotto il bordo del sedime stradale della statale Aurelia alla fine della salita in direzione Finale Ligure, è ben evidente da diversi giorni e sotto gli occhi di tutti. Questa preoccupante situazione ha indotto il Sindaco Lucio Fossati ad emanare un’ordinanza all’ANAS, la N.1 del 14/01/2020, doverosa quanto tempestiva, affinchè venisse effettuato un sopralluogo entro il termine di 7 giorni. Ma attenti a non commettere un errore, diciamo di valutazione tecnica. La causa che ha provocato la frana sotto l’Aurelia è dovuta alle forti e insistenti piogge. E non già dalle mareggiate come si è scritto e letto sui media in queste settimane.
Ma non solo, nell’intervista riportata dalla stampa locale, si legge che il primo cittadino ha contestato un quadro preoccupante , invitando l’ingegnere e l’intero staff tecnico a visionare il video registrato con il drone due giorni prima dell’ordinanza.
Questo servizio giornalistico termina con le dichiarazioni di Fossati: “Nonostante le numerose segnalazioni che il nostro Comune ha fatto ad ANAS sull’erosione del versante in questione non avevamo mai avuto, prima di questa mattina, notizie su eventuali sopralluoghi da parte di ANAS . Ora ci hanno garantito che erano già previsti interventi sulla strada e che provvederanno ad effettuare un monitoraggio con sensori, eventualmente a realizzare palificazioni a difesa e a sostegno del versante. Almeno ora sappiamo che l’ente provvederà a ripristinare il versante. Abbiamo raggiunto un obiettivo fondamentale per la pubblica sicurezza”.
Ciò detto, con una situazione rassicurante, ora sarebbero utili alcune considerazioni.
A cominciare dai primi commenti su FB da parte di persone che, a caldo, sono ritornati sul fatto che
“bisognerebbe ripensare alla galleria“. Rispolverare idee e fatti, approfondire, come vedremo, risulta sempre utile.
Ammesso (ma non concesso) che il progetto galleria, così come proposto nel lontano 2007 con il suo percorso è stato due volte bocciato dalla V.I.A. (valutazione impatto ambientale) regionale, con motivazioni tecniche (Giunta Burlando);
— che sempre la stessa V.I.A.(Giunta Toti) al terzo tentativo ha (faticosamente) dato parere favorevole ma con una serie di pesanti e precise prescrizioni, tra cui, quella imprescindibile, che indicava l’assenso da parte del Comune di Noli;
— che l’assenso da parte del Comune significava (e significa) che il Comune accetta il totale passaggio gestionale da parte ANAS (con un’ultima allettante offerta da parte dell’ente di quattro milioni di euro…per finirla lì… come si suol dire…);
— che occorre infine ricordare che agli atti di Consiglio Comunale, la maggioranza dell’allora sindaco Niccoli e la minoranza che formata da Fossati e Manzino (escluso Ambrogio Repetto) hanno ribadito l’assoluta definitiva contrarietà alla proposta di prendersi in carico il percorso ex ANAS che verrebbe dismesso una volta terminata quella proposta di galleria;
Alla luce di quanto emerge in modo inequivocabile, non credo ci possa essere un Sindaco che con la sua maggioranza si prenda, nel futuro, la responsabilità di sottoscrivere un atto di passaggio di proprietà di una così consistente ed impegnativa opera pubblica che prevede, con il passaggio di gestione, possibili riscontri penali per lo stesso Sindaco e, soprattutto, consistenti in-quantificabili impegni finanziari insopportabili per la casse del nostro bilancio comunale qualora si verificassero incidenti tipo quelli (minimi ) di cui si tratta oggi.
Meno di un anno fa, si è manifestata e decisa una precisa scelta:
1 ) “si”ad una soluzione in galleria alternativa alla viabilità sul promontorio;
2) un “no” tecnico a quel tipo di proposta che non risolve la vera pericolosità sul tracciato viario, quella da sempre esistente nella zona del “Malpasso“;
3) tutto il promontorio di Capo Noli, riqualificato in pista ciclabile e zona parco, nel suo complesso venga acquisito con tanto di statuto e finanziato dalla Regione.
Questo sito, già oggi valorizzato, così regolamentato, acquisterebbe tutti i requisiti per essere promosso come “patrimonio ambientale dell’umanità“, fiore all’occhiello della proposta turistica della Regione Liguria.
Un altro doveroso appunto ha da farsi alla nota apparsa nell’articolo sulle cause che hanno prodotto il dissesto, e cioè che “si è registrato un grave peggioramento dell’erosione a seguito della mareggiata del novembre scorso”.
E’ improprio addebitare alla mareggiata del novembre scorso la causa dell’erosione, quando è più che evidente e facilmente constatabile che la causa che ha provocato la stessa è dovuta alle forti e insistenti piogge cadute in quel periodo.
Infatti, l’erosione risulta solo dall’alto verso il basso, non il contrario, cioè causata dall’onda del mare, come si vorrebbe far credere, perchè in quel sito di scogliera il frangere del movimento ondoso non può arrivare a languire la base dell’area sede dell’attuale seria criticità.
LUTTI CITTADINI
Renzo Fabbri a 89 anni ha lasciato la moglie con i due figli, nipoti ed il fratello.
Renzo, ricordato dai famigliari come “uno spirito libero” (di sinistra), aveva un carattere spigoloso condiviso dalla sua rettitudine ed onestà.
Mi piace ricordarlo come uno di quel gruppo di giovani nolesi (“les lapins” quando giocavano al pallone sul terrapieno di Corso Italia ) appartenenti a quella generazione di “teen ages” post-bellica che si sono distinti per le loro capacità intellettuali nell’esercizio del loro lavoro, ricoprendo ruoli di prestigio.
Renzo ha iniziato a lavorare in quel di Savona, per poi essere assunto, in qualità di tecnico specializzato, presso l’Ansaldo di Genova. Le sue capacità lo hanno portato ad essere il Direttore delle “Fonderie e Smalterie del Tirreno” a Venafro (IS), ed in seguito, da pensionato è stato consulente presso la “Jolly Plast” di Cassino (FR).
Virginio Vay (Ginin), anche lui a 89 anni anni, ha lasciato la moglie, la figlia con la sua famiglia, nipoti e parenti. Ginin è stato per una vita il portalettere per le allora frazioni di Voze e Tosse.
Personaggio riservato e di poche parole, assieme ai genitori ed alla sorella ha molto sofferto in gioventù per la tragedia occorsa nel 1944. Il fratello maggiore, diciottenne, barbaramente ucciso dai fascisti, senza motivo alcuno, a seguito di un rastrellamento da parte di “repubblichini fascisti” sulla passeggiata di Noli davanti all’Hotel Moniqe.
Carlo Gambetta