Plastic free argomento del giorno anche in Liguria, da ponente a levante. L’ultima notizia da Albenga. L’amministrazione civica ha incontrato le associazioni impegnate ad organizzare sagre (si pensi solo al Michettin di San Giorgio, a Salea, a Bastia, migliaia di consumatori) per condividere “il percorso” di messa al bando della plastica di massa: piatti, bicchieri, forchette, vassoi. Sanremo si è mossa nell’agosto scorso, Alassio a maggio 2019 con il sindaco Melgrati che avviava la campagna con le brocche di vetro alle riunioni del parlamentino; ‘vietate’ bottigliette di minerale e bicchieri di plastica. Invece nessuno ha finora citato la piccola Peagna, frazione di Ceriale. Qui i residenti, già da due anni, si ritrovano la prima settimana d’agosto ad un cena, in piazza, rigorosamente “senza utilizzo di plastica”. Ognuno provvede per se.
Non era forse meritevole di un plauso e citazione a buon esempio ? I media, purtroppo, spesso corrono dove c’è profumo di pubblicità ed introiti. Ci sono anche le pagine speciali degli appuntamenti. Il popolare e seguitissimo Ivg ha pure il suo ex direttore e redattore all’Ufficio Stampa del Comune di Ceriale. Ci sono altri esempi per ora di ‘buone intenzioni’ o proposte in agenda dei lavori del consiglio comunale. A Diano Marina il consigliere di opposizione Marco Ghirelli ha firmato una mozione che sarà discussa nel prossimo consiglio comunale per “bandire l’uso della plastica in tutte le manifestazioni pubbliche, sagre in primis e a seguire nei locali ed uffici gestiti dal Comune, invitando anche l’Amministrazione civica a sensibilizzare gli studenti e le associazioni alla necessità di usare materiale compostabile e biodegradabile.
IL SAPIENTE VOLANTINO DEI PESCATORI SPORTIVI E PROFESSIONISTI
CHE CAMPEGGIA NELLA LORO SEDE NEL PORTO TURISTICO DI LOANO
Riprendiamo il discorso plastica da Albenga dove, informa un comunicato stampa del Municipio, il consigliere Vincenzo Munì ha proposto e sta seguendo il progetto: “La scelta dell’Amministrazione vuole anticipare quanto già deciso dal Parlamento Europeo, che ha approvato una risoluzione sulla riduzione dell’incidenza sull’ambiente di alcuni prodotti di plastica a partire dal 2021. L’incontro con le associazioni vuole essere il primo passo per la creazione di una strategia che possa permettere anche al comune di Albenga di adeguarsi il prima possibile alla normativa”. L’assessore Gianni Pollio: “La nostra Amministrazione è molto attenta alle tematiche ambientali e stiamo portando avanti diverse iniziative in questo senso”.
Ceriale ha un assessore all’Ambiente della vecchia guardia, Eugenio Maineri, mai ammainato la bandiera della destra – destra, oggi in giunta con la sinistra, che sovrintendete ai Servizi sociali, Edilizia popolare e Manifestazioni. Si aggiunga che pure a Ceriale alle comunali del 2018 nei programmi nessuno citava di bandire la plastica. Per gli abitanti ed organizzatori del borgo storico di Peagna neanche un piccolo tangibile segno di apprezzamento, incoraggiamento per essere, almeno in Liguria, degli antesignani della plastic free. Neppure le antenne dei bravi cronisti di Rai 3 Regione si sono accorti della notizia.
Peagna che agli annunci ed echi di stampa hanno preferito mettere in pratica un gesto di civiltà di massa. Con fermezza. O si rispetta il patto oppure non ci si siede ai tavoli. Solo paesani con la casa dietro l’angolo, ritrovo e
scenario l’antica piazza davanti alla chiesa parrocchiale. In realtà chi scrive queste righe non è stato diligente nel suo vecchio mestiere. Era partecipe, da ex peagnolo, ed ha sempre rinviato la pubblicazione della notizia, non soltanto per la cronaca.
Lui che non ha mai dimenticato l’infanzia e la prima giovinezza in una Peagna ancora agreste, contadina, senza ville, con pastori transumanti. Peagna, post guerra, con le sue rispettate tradizioni cattoliche, feste, processioni, il falò in strada la vigilia di San Giovanni Battista, l’infiorata lungo il percorso della processione del Corpus Domini, la chiesa bandita da festoni e infiorata sepolcrale nella settimana di Pasqua. I tanti forni a legna delle famiglie ricchi di profumi di cose buone e genuine. Il pane casereccio, il latte appena munto, il burro ed il formaggio naturale. Unico divertimento domenicale, per gli adulti, un campo di bocce in terra battuta lungo una strada. Per i bambini le due piazzette per il gioco senza pretese.
Solo negli anni ’60 e ’70 viene aperto un bar- negozio che poi chiuderà per sempre (in origine c’era solo la rivendita di sale e tabacchi che ospitava, al piano terra, una stalla). Ora, da qualche anno, grazie alla giunta Fazio è stato realizzato un piccolo e accogliente anfiteatro in centro paese e si è ricavato un locale adibito a bar, munito di una pista che può essere utilizzata per il ballo. Sarebbe un punto di riferimento significativo per i visitatori attratti dal borgo incontaminato, nella ‘capitale’ del Libro di Liguria. Manifestazione che per una serie di concause, di carattere personale incluso, sta perdendo forza, quote di promozione culturale e turistica. I peagnoli indigeni si contano sulla dita della mani, chi si era trasferito nei dintorni non sente più l’attrazione natia. E l’unica occasione di ritrovarsi è un funerale e la ricorrenza dei defunti nel camposanto.
Una notizia, aver messo all’indice la plastica, che meritava spazio per il suo ‘taglio social educativo’. E in ossequio al giornalismo di strada, tra la gente, come accadeva un tempo quando i comunicati stampa non erano di moda, né la prima fonte di informazione. Ed erano tante le novità che si raccoglieva dal basso. Già che siamo in argomento notizie citiamo altre tre chicche, sempre da Peagna, rimaste inedite. Il bar che ha chiuso il 7 settembre. Una gestione stagionale che purtroppo priva il paese di un punto di riferimento oggi indispensabile. Ha restituito invece la licenza in Comune il primo bed&breakfast (Locanda Anthia) aperto in un vecchio stabile sulla piazza della chiesa ed abitato da una giovane coppia, i coniugi Michelini, lui Giuliano appartiene alla famiglia dell’omonimo vivaio di Borghetto. In compenso inaugurato l’Antico Frantoio, già dimora estiva dei Lai di Imperia e nel dopoguerra fino agli anni ’60 con i magazzini del piano strada in comodato alla famiglia Oggerino che utilizzava soprattutto il frantoio per la molitura delle olive proprie e dei paesani (un secondo frantoio in cima al paese apparteneva alla famiglia Natero (U Parpelin), un terzo più rudimentale non più utilizzato era nell’edificio di casa Girardenghi. L’edificio che ospita il nuovo Antico Frantoio è stato acquistato e ristrutturato con sapiente buon gusto dal geometra Piercarlo Nervo, ex assessore comunale ed amministratore di condomini.
I giudizi dei turisti visitatori di Peagna sono del resto all’insegna dell’entusiasmo. Un neo perdurante resta il decoro degli spazi pubblici, con un’eccedenza di erbacce proprio nella zona centrale. Un giudizio positivo scelto a caso: “Stupendo piccolo borgo medievale sulla collina alle spalle di Ceriale ristrutturato ad arte, sede della “rassegna dei libri di Liguria” con piccola biblioteca fornitissima e visitabile su prenotazione, primo fine settimana di settembre sagra dei “turchi” e “mostra dei libri di Liguria”, il borgo e’ stato piu volte utilizzato come set x shooting fotografici, consigliatissimo”
Un paese che, primo in Liguria, mette al bando la plastica, nelle feste paesane e popolari (la prossima tappa saranno le due sagre). C’è chi ha commentato postando foto e didascalia. Tra essi un imprenditore con esperienza nel commercio all’ingrosso della plastica, Nino Roveraro, di Borghetto S. Spirito, già contitolare di un’avviata azienda del settore: “Esistono piatti, bicchieri, eccetera biodegradabili e compostabili a base di amido di mais che si può gettare nell’umido…”. Francesco Mulè: Qua in Germania 25 centesimi. Provate aumentare, 5 centesimi pochi
PierPaolo Brandani: In un servizio TV ho visto che in Olanda al supermercato i clienti riportavano le bottiglie vuote di birra , che poi venivano riutilizzate, e ogni tot bottiglie vuote gliene davano una piena. Sentiamo se da noi qualcuno lo vuol fare col vino.
Nicola Michieletto: In Germania il reso plastica è attivo da anni. Asia Esposito: verissimo 0.25€ a bottiglia.
IL VICE SINDACO LUIGI GIORDANO:
ALLE ELEZIONI COMUNALI DIAMO IL VOTO AI PROPRIETARI DELLE SECONDE CASE
Ha scritto sulla pagina Facebook: Luigi Giordano vice sindaco di Ceriale con delega a Lavori Pubblici e di pubblica utilità e Viabilità:……” Tanto per completare il mio pensiero appena abbozzato nel post pubblicato stamane, su coloro che hanno la seconda casa a Ceriale. Aggiungerei che l’esercizio del diritto di voto in casi particolari, come chi ha una seconda casa, andrebbe esteso anche a quest’ultimi, semplicemente per la loro capacità contributiva nel paese dove hanno la seconda casa. Non capisco perché debbano solo avere dei doveri e non poter partecipare con la scelta del voto alla ragione democratica scegliendo il proprio amministratore/i. Fossi al governo proporrei. L’esercizio del diritto di voto a tutti coloro che non solo economicamente, ma anche culturalmente contribuiscono alla ricchezza della loro seconda città.
D’altra parte incassiamo dei soldi anche per merito loro, non capisco perché non devono aver la possibilità di poter scegliere con il proprio voto gli amministratori che ritengono capaci. Ciò potrebbe anche essere da sprono a fare meglio per gli amministratori locali, perché avrebbero un giudizio in più, da cittadini che pagano le tasse e contribuiscono alla ricchezza. Insomma, secondo il mio umile pensiero hanno diritto al doppio voto come anche i Cerialesi che hanno la casa di proprietà in montagna o in città……grazie per l’attenzione che sempre mi date anche per cose superflue….”.
E ALCUNI COMMENTI – Molte seconde case sono diventate prime case perché hanno messo un famigliare come residente per non pagare di più. I veri abitanti del paese tutto l’anno sono molti meno. Come i residenti all’estero…. Giacomo Rava: Dimezzare l’Imu forse è cosa più gradita..Massimo Magnani: Semplicemente perché sarebbero solo i ricchi a beneficiare del voto …..Diego Barlocco: Ma si vah…. allora chi ha 4/5 case facciamolo votare 4/5 volte che cosi’ moltiplichiamo ulteriormente i traffici….come se in Italia non ce ne fossero ancora abbastanza di casini…I poveretti si attaccherebbero al tram.
Andrea Di Maio. Caro Luigi, ti ringrazio per questa riflessione che ti fa onore e dimostra quanto tu comprenda la necessità di un equilibrio migliore fra esigenze degli abitanti e opportunità per il turismo. Non credo sia possibile far votare formalmente persone che non siano residenti, ma si potrebbe magari istituire un meccanismo di consultazione che coinvolga i proprietari di immobili (che avrebbero diritto ad un singolo voto indipendentemente dal numero di immobili posseduti) su alcuni temi. Credo che molti di noi sarebbero lieti di aiutare per quanto possibile a patto di (1) non ledere alcun diritto dei residenti (2) non generare ulteriori costi per l’amministrazione.
Giovanni Merlo: Quindi Luigi, tu ipotizzi un diritto di voto legato alla proprietà immobiliare, cioè si dovrebbe votare ovunque si possegga un immobile (varrà solo per gli abitativi o anche per altre tipologie?)… certo che bisognerà tenerne conto, permettendo il voto a distanza, altrimenti sai che ingorgo? …e mi viene un altro dubbio: vale per il solo proprietario o voteranno anche i suoi famigliari ? …non so, a me l’idea proprio non piace! Anche perché con questo principio, se il criterio è quello dei soldi incassati, cosa facciamo: il voto di chi ha due case vale doppio?”