Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Capo Noli e il tunnel dei desideri
responsabilità e progetto alternativo ignorati


  • Una brutta pagina da tempo raccontata e che ha interessato l’opinione pubblica nolese:  tunnel di Capo Noli story. Scriveva (vedi sul numero 17 di trucioli del 28/12/18  Carlo Gambetta per tre mandati sindaco…). Ricordava i suoi 13 articoli, dal 31 luglio 2014 al 5 gennaio 2017.  E un articolo a firma dell’arch. Giovanni Maina, già presidente regionale di Italia Nostra. E ora sul Secolo XIX il ‘focus’ di Sergio Del Santo, pensionato, osservatore scrupoloso e moderato di storia socio economica savonese. Si chiede, con malcelato disappunto, cosa accadrà alla prossima frana e chiusura dell’Aurelia. Ignorando, purtroppo, l’iter e la documentazione a corredo del ‘mancato tunnel’.  I fatti accaduti, le responsabilità politiche di ieri e di oggi. Con ‘becchini’ che hanno nome e cognome, non giova tacere, sorvolare. Tutti responsabili, nessun responsabile ?


COMMENTO DI TRUCIOLI.IT – Problematica del ‘tunnel di Capo Noli’ proposta ma non risolta già a fine anni 80 con la Provincia di Savona che non ha  preso in considerazione un progetto di fattibilità del nuovo tracciato in galleria dal confine Noli/Spotorno sino al ‘porto dei Saraceni’ (Varigotti), proposto dallo Studio Volta degli ingegneri Berriolo e Sirito. E che possono ancora testimoniare.
La pericolosità sul tracciato che interessa il promontorio di Capo Noli, quello a picco sul mare, è sempre consistito in caduta di pietrame, ma da tempo protetto da una fitta rete di ingabbiamento della parete sovrastante. E di un semaforo collegato con le ‘spie di allarme’.
La pericolosità in territorio finalese, e cioè l’intero promontorio del “Malpasso”, è sempre consistita in caduta massi consistenti, prima sulla ferrovia sottostante (con morti per deragliamento – situazione rimediata con la galleria paramassi), così come sul sedime stradale, parzialmente protetta dall’adiacente galleria paramassi.
Come dimenticare, ad esempio, quel masso di circa una tonnellata caduto pochi anni or sono colpendo di lato (posteriormente) una vettura in transito sulla corsia lato mare. Di conseguenza, il Comune di Noli, amministrazione del sindaco Niccoli, ha sempre contestato la fattibilità del progetto che così come proposto non andava a risolvere, tra l’altro, la vera criticità esistente: la realtà di ulteriori possibili frane sul promontorio del  “Malpasso”.
L’ultimo responso della VIA  regionale, dopo due pareri negativi alla proposta ANAS, esprimeva un forzato e molto condizionato giudizio favorevole, con una imprescindibile condizione: la convenzione con il Comune di Noli.
Convenzione che prevedeva la dismissione del tracciato stradale da  ANAS al Comune di Noli con l’ultimissima proposta di un bonus, una tantum, di  4 milioni di  € e che, ovviamente, il Comune non ha accettato sia dal punto di vista economico che da quello della eventuale responsabilità penale e civile nel caso malaugurato di  conseguenze alle persone per cadute massi.

Quale ragionevole e fattibile proposta di  valutazione ?  Del Santo non ne fa neppure cenno. Riprendere il vecchio tracciato ferroviario in galleria (da sempre sottovalutato dai progetti precedenti con la scusante che il sedime è occupato dalla tubazione della fognatura proveniente da Finale), perfezionando lo sbocco lato Finale. Il Comune, con la giunta Frascherelli, si era  limitato a deliberare parere favorevole al progetto Anas – Regione Liguria,  dissociandosi di fatto dal ‘no’ di Noli. Sindaco Niccoli.
La Regione semmai, promotrice della “pista ciclabile” (dal confine di Stato di Ventimiglia a Genova), dovrebbe prendersi  in carico la dismissione del sedime Aurelia; potrebbe altresì valutare la possibilità di istituire un parco che coinvolga l’intero promontorio con tutte le sue indiscutibili peculariatà e potenzialità turistiche ed ambientali.
C’è anche chi propone un senso unico levante/ponente  sul tracciato ferroviario in galleria (da adattarsi al traffico stradale), e ponente/levante sull’attuale Aurelia; nel caso di interruzione del traffico causa frana, ci sarebbe così la possibilità temporanea di attuare il senso unico alternato.
Attualmente la parete su Capo Noli, considerata più soggetta a pericolo, è sotto costante monitoraggio. Si può dire altrettanto della parete sul Malpasso ?
Non mancano neppure le ‘verità nascoste‘ nella storia di Capo Noli. L’allora vice presidente della Regione, Raffaella Paita, ora onorevole e tra le prime aderenti al neo partito di Renzi, era riuscita a farsi promettere da ANAS  40 milioni di €, con gli oltre 10  milioni messi a bilancio regionale. Nel progetto sponsorizzato avrebbero scavato nella montagna per produrre materiale da destinare alla piattaforma Maersk.
La VIA ha bocciato il progetto “in house” di Burlando &Co; la Paita andò in tilt e su You Tube la si è vista piangere, in Giunta, quando Burlando le ha contestato il fatto che non è riuscita a portare a termine un progetto regionale costato ai cittadini contribuenti oltre 600.000 €. Non è dunque esatto sostenere, anzi è falso, che nessuno voleva il tunnel antifrane. C’è materiale probatorio per dare una corretta e documentata informazione ai cittadini e lettori.

 


Avatar

Trucioli

Torna in alto