Sono trascorsi 40 anni da quando un giovanissimo Stefano Delfino, corrispondente de La Stampa a Finale Ligure (poi in carriera alla redazione di Imperia, oggi pensionato), scriveva da Noli che “la costruzione di un porto turistico, l’individuazione tra i suoli edificabili di aree per insediamenti alberghieri, possibilità di impiantare campeggi, anche nelle zone agricole e boschive sono le principali osservazioni dell’Azienda di Soggiorno al piano regolatore e approvate dai 9 componenti del Consiglio di amministrazione. Nove cartelle dattiloscritte che il prof. Mario Lorenzo Paggi, presidente, ha consegnato al sindaco Carlo Gambetta”. Tra le proposte la destinazione a residence di parte dell’ex fabbrica dei refrattari in via Fiumara dove è sorto il ‘capolavoro’ di Liguria 17. E con tanto di paternità. Tra i capitoli più tragici della buona amministrazione della cosa pubblica nolese nell’interesse supremo della comunità.
Come sia andata a finire i nolesi non hanno bisogno di essere aggiornati. Il porto se fosse stato un approdo poteva anche essere utile (forse superare l’ostacolo del Sic europeo per la prateria di poseidonia). La situazione alberghiera della cittadina è fotocopia della fuga dagli alberghi (ovvero chiusure e trasformazioni) che ha letteralmente decapita l’industria dell’ospitalità, preziosi posti di lavoro. Noli non ha brillato e le scelte sono state caratterizzate soprattutto da un ventennio di amministrazione del centro sinistra (Ambrogio Repetto) e centro destra (Giuseppe Niccoli). Riproponiamo l’articolo della Stampa del 9 gennaio 1979 affinchè ognuno possa fare le sue considerazioni. Hanno sbagliato solo due sindaci e non gli altri che si sono succeduti ? Forse chi conosce la storia di Noli può essersi fatto una propria idea e convincimento al di là del credo politico. Certamente le giovani generazioni che non da oggi sono sempre più estranee alla vita pubblica cittadina, non hanno avuto la possibilità di conoscere, manca la memoria storica, la vera storia insomma di Noli, dal dopoguerra.
Quale futuro, dunque, per l’antica e storica Repubblica Marinara ? Sul tappeto della giunta Fossati (centro sinistra) i cantieri aperti e la mancanza di posti auto, le aree pubbliche non valorizzate, il rischio idrogeologico, la capacità di gestire aree pubbliche in maniera autonoma e capace di creare risorse economiche da investire per Noli. Serve una visione che guardi a ciò che si può realizzare nel prossimi 5 o 10 anni. Ci sono finanziamenti nazionali ed europei a cui attingere. Siamo di fronte al ‘buco’ di via IV novembre, le opere infrastrutturali e civili di via Belvedere, la riqualificazione dell’edificio scolastico in piazza Aldo Moro, l’utilizzo delle gallerie ai confini con il territorio nolese, la riqualificazione della passeggiata a mare, la progettazione di opere infrastrutturali per eliminare il rischio idrogeologico dal Rio Noli nel centro abitato del paese. Noli che attende il responso al Puc inviato alla Regione dall’amministrazione Niccoli, con il contestuale regolamento edilizio (RET). Noli a vocazione turistica che deve dare priorità costante al decoro del borgo e all’accoglienza, ordine e pulizia, dare sostegno ad un’attività come la pesca che è stata tra i fiori all’occhiello. Occorre promuovere in una visione comprensoriale iniziative per attrarre turismo fuori stagione. Fare tesoro degli errori del passato, ma anche di quanto di positivo è stato fatto.
Noli non ha invece bisogno di lacerazioni. E men che meno nuove strumentalizzazioni per una grave ferita che si è consumata nella storia della Liberazione. Riproponiamo quanto è stato scritto sui social da un consigliere comunale e sindacalista dell’estrema destra di Savona. Quale motivo per aizzare, inveire contro la sinistra, che senso ha, a Noli, ai nostri giorni. Cosa c’entra la comunità nolese ?
Noli. “Oggi è stato deposto sulla lapide di Giuseppina Ghersi (senza simboli partitici), a Noli, a 3 anni dalla sua deposizione, un mazzo di fiori per ricordare una bambina simbolo dell’odio e della violenza. Le guerre portano solo morte e distruzione, dolore e lacrime”. A dichiararlo Simona Saccone (Fdi), che ha proseguito: “Una bambina barbaramente trucidata e violentata a soli 13 anni, il suo ricordo ci insegna a non ripetere gli errori passati e a non buttare sangue sulla nostra terra”. “È ora che, dopo anni di ingiustizie e negazione del fatto, la sinistra ammetta le sue colpe e lasci riposare in pace una bambina senza infierire oltre. Per noi è il simbolo di tutti i bambini a cui è stato negato per colpa della guerra il futuro”. E’ responsabile politiche sociali per la Liguria di Ugl , Consigliere comunale a Savona, Presidente associazione no profit Custodes terrae. Compare in video con un instancabile ex sindacalista Cigl che vive con la smania della visibilità, fonda nuovi gruppi, si propone con questa o quella ricetta a favore del Pd al quale si dichiara iscritto. Un tandem Ugl – Cigl che aveva già avuto una curiosa simbiosi proprio il giorno della posa della lapide.